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Milano Pride 2011


Isher

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Mi scusino i milamesi (e limitrofi) se apro io un topic sul Gay Pride di Milano (probabilmente qualcuno che c'è stato vorrà

postare qualche impressione o commento), ma ho trovato in rete un commento gay al Pride milanese e mi fa piacere condividerlo:

 

 

Allora, oggi mi sono messo le piume in testa, il vestito di paillettes, le calze a rete e le scarpe con i tacchi a spillo, e ho fatto un salto al Gay Pride milanese. Ovviamente, siccome è una baracconata, ho dovuto conciarmi così, sennò la Guardia del Malcostume predisposta dai Movimenti Gay non mi avrebbe fatto arrivare fino a piazza Lima. Purtroppo non ho potuto seguire tutto il corteo e, poco prima delle sei, ho svoltato in via Palestro: dovevo venire in ufficio (e non vi dico che fatica pedalare con i tacchi a spillo). Ho avuto la sensazione che quest'anno i partecipanti fossero molto numerosi. L'anno scorso non ci sono stato, ma mi dicono che era stata una manifestazione un po' dimessa, in tono minore, come colpita da depressione. Quest'anno, forse complice il cambiamento dell'amministrazione cittadina, che ha concesso il patrocinio alla parata, il clima era quasi giubilante. Venendo da corso Venezia - non ero in casa, perché altrimenti avrei imboccato via Vitruvio - mi sono trovato praticamente all'inizio del corteo, ancora prima che cominciasse a sfilare. Così ho potuto dare un'occhiata alle bandiere, agli striscioni, ai cartelloni. Devo dire che chi straparla di «baracconata offensiva» dovrebbe venire e vedere di persona. Certo, c'erano un paio di cartelli irrisori nei confronti di Ratzinger e di quell'altro parlamentare là emiliano, che si chiama come un cantante, ma non erano nient'affatto violenti. Direi anzi piuttosto miti e ampiamente meritati, dati i trascorsi dei soggetti in questione. Per quanto riguarda i partecipanti, poi, se qualcuno si aspettava di vedere chissà che cosa, rischierebbe di restare deluso: persone vestite in modo "normale" - sono sicuramente più pittoreschi quelli che vanno a Pontida -, un po' di tutto e di tutti i generi. Andare a pescare, nella massa, giusto tre o quattro drag-queen e usarle come pietra dello scandalo rivela molte più cose dell'occhio di chi guarda che non dello spirito di chi vi partecipa. Il corteo parte puntualmente alle 16.30 e una banda attacca le prime note dell'inno di Mameli - è la banda di Cologno, faccio in tempo a leggere -, che però si smorza dopo poche battute. Corso Buenos Aires è infestonato da una grande quantità di bandierine arcobaleno e - lo confesso senza ritegno -, quando le vedo, mi spunta quasi una lacrimuccia: la città, per un giorno, è anche nostra (o, per meglio dire, lo è in massa, perché solo un cieco o un imbecille non si rende conto, ogni giorno, che Milano è la città più gaia d'Italia e che "mecca gay" lo era da ben prima che qualcuno agitasse questo spauracchio per tentare di vincere le elezioni). Mi spiace di non aver portato con me la mia digitale, ma pensavo davvero che avrei assistito solo all'assembramento iniziale e che quindi non ne sarebbe valsa la pena: vista la folla e l'atmosfera e le facce, me ne pento.

 

Pur senza aver dato appuntamento a nessuno - sapevo che avrei partecipato solo a parte del corteo -, ritrovo un po' di amici e conoscenti con cui scambio quattro chiacchiere e parlo dei fatti miei. Intanto, come una lince, mi guardo attorno. Vedo le nuove generazioni che sfilano e, d'un tratto, ricordo uno dei primi "gay pride" a cui assistetti forse all'inizio degli anni novanta, ormai vent'anni fa, con quattro gatti in piazza della Scala. Ormai i presenti sono una fiumana - oltre a quelli che si piazzano strategicamente sui marciapiedi e guardano, molti curiosi ma forse non tutti soltanto curiosi - e io mi fermo all'angolo con via Palestro: sono le 17.45. Osservo, ormai anch'io fuori dal flusso, tutta questa umanità che passa. Mi concentro sull'uno o sull'altro: un bel ragazzo, in bicicletta come me, che si è appoggiato a un palo e ha la gamba di un pantalone che, arrotolata, gli scopre un polpaccio peloso, e che viene intervistato da altri due ragazzi, uno dei quali lo riprende con una videocamera digitale. E io non sarei io se in mezzo a tutta questa gioia e a questa sensazione di festa non provassi anche una punta di malinconia. Per un attimo mi sembra di essere ancora un bambino che, in mezzo a una fiera, non riesce a divertirsi fino in fondo perché ha la sensazione di non appartenere del tutto e di restare, tutto sommato, ai margini di quello che la fiera - o la manifestazione, in questo caso - rappresenta. Per paura di fare tardi, infilo la bicicletta e ripercorro via Palestro. In via Fatebenefratelli è il solito sabato pomeriggio, con poca gente che cammina, le automobili che, ferme al semaforo di via Senato, aspettano che scatti il verde. In via San Marco ritorna il silenzio.

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Anche a me questo gay pride milanese ha dato una sensazione diversa di quello dell'anno scorso, ma non mi sembra che la differenza fosse che quello dell'anno scorso era "depresso".

 

Per come li ho vissuti io, il gay pride di Milano 2010 era un gay pride più politico e polemico. Mi ricordo che c'era un carro anticlericale, un tipo su un carro che ha urlato dall'altoparlante per tutta la manifestazione e alla fine del percorso gli esponenti delle varie associazioni hanno fatto discorsi da un palco in stile manifestazione politica (anche se apartitica chiaramente).

 

Mentre quello di quest'anno mi è sembrato un pride più festoso e gioioso. O mi sono perso io i discorsi, oppure non si è parlato proprio, solo tanta musica e tantissima gente. E devo ammettere che mi sono divertito di più che a quello dell'anno scorso. Tra l'altro anche il pubblico che osservava dai bordi delle strade mi ha dato l'impressione di essere partecipe al giubilo generale, insomma sembrava più il pubblico di uno spettacolo che quello di un acquario. :D

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Icoldibarin

Confermo le tue stesse impressioni, di discorsi ce ne sono stati anche quest'anno ma non erano "centralizzati", erano localizzati su un piccolo carro e si sentivano decisamente poco. La cosa mi ha un po' deluso, anche perché l'anno scorso si erano sentite anche belle parole.

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ho visto solo l'arrivo in piazza, e sono d'accordo con voi, festoso e partecipato. Non bisognerebbe strumentalizzare queste manifestazioni, spesso ci si aggrappa alla politica e ad un colore politico e si rimane delusi dopo grandi promesse.

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Quello milanese per me è stato il terzo Pride in un mese: Torino, Roma, Milano.

Riandrei a tutti e tre, indistintamente, perché ormai sono convinto che sia ogni giorno più importante farci vedere, farci sentire, dimostrare che siamo esattamente come tutti gli altri cittadini italiani, ma penalizzati da un clima e una serie di norme medievali che DEVONO ESSERE CAMBIATE!

 

Fra i tre ho notato alcune differenze, alcune oggettive e altre sicuramente soggettive:

- a Torino, forse per il fatto che la comunità gay ha un certo "zoccolo duro" abbastanza coeso, ho notato un clima molto festoso ma allo stesso tempo ordinato... e a sia durante che alla fine del corteo dai carri c'erano interventi di esponenti che parlavano di temi cari alla comunità LGBT

- a Roma la manifestazione è stato sicuramente di portata "epocale" e ha mostrato davvero le mille sfaccettature dell'amore: omosessuali, eterosessuali, amanti del BDSM, tutti a portare davanti al mondo il loro modo di amare; ovviamente questa è stata la manifestazione con più peso "politico", vuoi per la città in cui si è tenuta, vuoi per la presenza di migliaia di persone provenienti da altri Stati che a differenza di noi, possono sentirsi uguali ai loro compaesani eterosessuali.

- a Milano ho avuto una sensazione di manifestazione un po' "dimessa", mi aspettavo (ma forse questa è una mia aspettativa causata dal precedente Pride romano) una partecipazione più copiosa e più "amabilmente rumorosa"... ma anche questo, in fondo, aiuta a farci apparire meno bizzarri, dato che i media hanno puntualmente cercato con il lanternino di mostrare al mondo solo i 10 travestiti in modo stravagante anziché le famiglie con bambini al seguito, i ragazzi e le ragazze in jeans e maglietta, ecc ecc ecc

 

Che altro dire :hm: ... più o meno quello che mi passa per la testa l'ho scritto! :sorriso:

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Ultimamente non sono molto attivo sul forum, però c'ero anche io, era il mio primo "vero" pride (l'europride a Roma è stato una corsa assurda, ma che rifarei volentieri). é stato molto bello, ma soprattutto colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che ho rivisto (ehm, i nick sul forum non me li ricordo di tutti quindi uso i nomi reali e voi sapete di chi sto parlando: Eledh, Ariel, Paolo, Ugo, Michele, Jonathan, Marco e spero di non aver dimenticato nessuno) e per salutare tutte le nuove persone che ho conosciuto (anche qua i nick di tutti non li so, quindi: Michele -il tuo lo so, mike in the breeze :D-, Emanuele e Federico -di voi so il nome-, e tutti gli altri dei quali ora mi sfugge il nome).

 

Molto molto carino questo pride milanese, non avendo però un passato di pride su cui fare paragone non son in grado di dire di più!! Mi sono divertito molto.

 

Ciauuu!!

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