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Mosca: autorizzato il primo Gay-Pride


Casper

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Il comune di Mosca ha autorizzato per la prima volta un Gay-Pride, previsto per fine maggio, il giorno 28. :beer:

Tale decisione è in controtendenza con le autorità russe che finora avevano proibito le manifestazioni in difesa degli omosessuali.

 

Non disperiamo, il mondo si muove, anche se a volte non lo percepiamo; passa il tempo e la società migliora. :sisi:

 

Che ne pensate? :look:

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Che comunque è una buona cosa. Dal negare al permettere un qualcosa che per anni è stato proibito, lo vedo come un passo in avanti.

Certo.. non mi meraviglierò se ci saranno degli scontri durante la manifestazione

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Ne sono davvero contento, soprattutto per una mia amica moscovita:)

Devo dire che Medvedev ha fatto una cosa buona: silurare Lužkov( il vecchio sindaco omofobissimo-.-)!

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Silverselfer

E' una gran bella notizia, soprattutto in controtendenza con quanto accade per esempio in Ungheria e ci ricordiamo tutti Belgrado, no?

 

Questo è il solo primo passo su di una strada lunga e tortuosa, ma ci si deve credere.

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E' un'ottima notizia, ma per questa volta è inutile sperare nella tranquillità: ci saranno ovviamente tensioni. Speriamo per il futuro, l'importante è fare sempre passi avanti, e questo è uno di quelli.

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  • 4 weeks later...
Silverselfer

"Niet" da fare.

 

Sembrava ormai cosa fatta per il 28 maggio, ma la Duma ha infine negato l'autorizzazione al GayPride moscovita.

 

Il niet è dovuto all'opposizione formata dai soliti genitori preoccupati per la serenità sessuale dei propri pargoli e naturalmente dei preti, per i quali sembra che la denominazione "ortodosso" sia persino peggiore di quella "cattolico romano" (non mi viene un insulto più grande di questo).

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Cavolo.. Sembrava troppo facile, eh.. dry.gif Beh, almeno un passo era stato fatto, il che vuol dire che le cose stanno cambiando comunque :) Poi, che lo facciamo piano piano o velocemente ha un'importanza relativa, l'importante è che cambino! :) E sta succedendo :)

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Silverselfer

 

Alla fine siè deciso di scendere in strada anche senza permesso.

 

 

Non ho ben capito se responsabile degli scontri sia stato un gruppo religioso ortodosso o deinaziskin, cioè le solite tifoserie di calcio armate fino ai denti.

 

La polizia,tanto per non essere tacciata di parzialità, ha al solito caricato manifestantie aggressori. Sono stati arrestati anche Dan Choi, Peter Tachel e alexander nonso cosa, l’organizzatore del Gpride russo.

 

Io temo soloche certi esempi non facciano venire in testa strane idee a Roma in occasione dell’Europride all’Esquilino.

 

 

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Si, va bè, davvero credi che in Italia avrebbero il coraggio di caricare quelli dell'Europride? Tanto più che mi sembra che la manifestazione sia stata autorizzata da noi? sisi.gif Se mai, avrei paura della Roma omofoba, della gente che magari vorrà sfogare le sue rabbie represse cercando gay da picchiare, magari stranieri.. Ma essendo un evento di portata europea, non credo che mancherà la sorveglianza.. O saranno tanto meschini!?angry.gif

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Tanto di cappello a chi ha deciso di scendere comunque in strada a manifestare, nonostante le proibizioni e i "calorosi suggerimenti" a non farlo, affrontando un "clima" che definire intimidatorio è eufemistico..

 

P.S. Solo per dire che l'assioma "nazi = tifoserie calcistiche" non è assolutamente corretto; ci può essere commistione tra gli ambienti, ma assolutamente non coincidenza

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Silverselfer

Riguardo l'Europride a l'Esquilino, non intendevo che fossero i celerini a caricare i manifestanti. Intendevo che per chi conosce la zona, quartieri nord di Roma, c'è una radicalizzazione a destra dall'ascesa di Alemanno al colle, che ha assunto aspetti, come dire, da azione dimostrativa. La fase dei manifesti, volantini eccetera ... secondo me sta per essere pericolosamente superata. Ma è una mia impressione, questo sia chiaro. Si ascoltano discorsi dal Mutuo Sociale a Casa Pound, che a mio avviso stanno cercando l'evento, l'occasione per scalare le prime pagine dei giornali. Mi sbaglierò? Spero proprio di sì.

 

Le tifoserie di calcio: Carissimo Wolf, lungi da me prendermela con le curve degli stadi! Mi riferivo alle tifoserie russe, le stesse che hanno messo a ferro e fuoco la città per una questione che ora manco mi ricordo. Ma è lo stesso discorso che è accaduto a Belgrado, quando sono state le tifoserie di calcio ad attaccare il corteo. Ora non so se sia più giusto dire nazzi o stronzi, certo è che sono avanzi di galera assoldati da potentati politici, ottime orde da poter prima scagliare contro i propri avversari e poi far linciare senza che nessuno pianga una lacrima per loro.

 

Riguardo al coraggio di scendere comunque in strada, io non lo so mica se sia la mossa giusta. Far diventare la causa gay sempre più uno scontro sociale potrebbe avere effetti controproducenti.

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Riguardo al coraggio di scendere comunque in strada, io non lo so mica se sia la mossa giusta. Far diventare la causa gay sempre più uno scontro sociale potrebbe avere effetti controproducenti.

 

Allora che fare? Entrare in politica? Ho in mente l'episodio di una conoscente di mio padre che non era riuscita ad entrare in Parlamento perché non è stata disposta a prostituirsi incondizionatamente alle idee del partito (sinceramente, spero che sia solo perché voleva diventare deputato dell'allora Forza Italia, il cui leader sappiamo che cerca un'unità basata sulla sua persona, quindi zero dissidenza)... Comunque, come sperare di entrare in un luogo dove più di 600 persone, metà e forse più delle quali incompetenti cronici, hanno idee diverse dalle tue? Non riuscirai facilmente a convincere anche solo la maggioranza di un singolo partito, figurati tutto il Parlamento..

 

Certo, scendere in strada e dare all'Europa la meravigliosa possibilità di vedere solo quello che vogliono vedere con tanto di omini sculettanti in mutande è un ottimo modo per affossarci sempre di più nell'omofobia.. Al limite bisogna dare un carattere più serio a queste nostre manifestazioni..

 

Ora, non avendo esperienza diretta, spero che l'Europride sia una cosa meno ..folkloristica.. dei Gay Pride italiani, dei quali viene sempre fuori solo la componente ludica rotfl.gif Ci spero davvero :) Anche se non mi illudo..

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I Gay Pride italiani non sono affatto "ludici";

rispetto a quelli tedeschi o spagnoli semmai sono "lugubri" :)

 

Io sono stato al World Pride a Roma nel 2000

e non temo violenze 11 anni dopo.

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Ah, si? Beh, allora direi che mi sono espresso un po' male.. biggrin.gif

Ma anche in Germania e Spagna allora fanno vedere solo quelli che ostentano, in TV? Magari è una domanda a vuoto, la mia, bisognerebbe che me lo dicesse qualcuno che in quei Paesi ci viva o ci sia vissuto..

Vorrei capire in che modo i Gay Pride incidono sulla nostra immagine pubblica.. Certo, vengo da un ambiente dove non è che si parli molto di questo, quindi non ne ho un'idea precisa, ma ho sempre sentito parlare abbastanza male dei Gay Pride; addirittura mi è stato detto in casa mia che non sarebbero particolarmente in disaccordo con le nostre cause se non fossimo come quelli lì.. è per quello che mi è rimasta in testa la scena dei due fasci di muscoli che sculettavano su un carro, perché ha causato un certo disgusto in casa.

Poi capisco la logica obiezione: ma non tutti siamo così. Quanto è vero, tanto che nessuno in casa mia ha ancora mai saputo di me (tranne mia sorella) XD Ma nessuno ci conosce per davvero, perché siamo nascosti, e gli unici che riescono a venire fuori, sono quei tre lì.. Cioè, a me sembra abbastanza evidente, magari il 25 Giugno guarderò il TG Regionale e vedrò che a Rimini inquadreranno la folla, e sentiranno la gente per strada, e allora mi ricrederò in parte.. Lo spero bene tongue.gif

 

 

 

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Sarebbe meglio che tu venissi a Roma e facessi di tutto per essere inquadrato;

così la gente penserà che i gay siano tutti come te :)

(Temo che ci siano duemila discussioni su questo tema, però...)

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Silverselfer

Quello che temo è che la causa dei diritti civili gay sia fatta diventare qualcos'altro. Nel senso che venga strumentalizzata a fini politici.

 

Mosca e Belgrado non sono come Berlino e Roma, che pure sono già due situazioni completamente diverse. A Belgrado la manifestazione era stata trasformata come un indicatore sociale per un futuro ingresso in Europa della Serbia, il risultato è stato che il nazionalismo si è sentito chiamare in causa, lo stesso che in questi giorni proclama un macellaio a suo eroe patriota.

 

A Mosca il movimento gay è sentito come un'interferenza "occidentale" nei costumi "tradizionali" russi. Ora lasciamo stare se sia vero o no, ma la questione è atavica: La Russia ha sempre avuto in sé una parte europea e l'alta asiatica, ora quella asiatica è Gasprom, è Putin, è Kazakistan, Georgia. La parte europea è filoamericana, quindi con questioni politicamente aperte come in Georgia in questi giorni, ma lo è stata e lo è ancora con la questione dell'Ucraina, della Serbia stessa! Un vero e proprio braccio di ferro tra occidente europeo e quella dello status quo economico in mano al petrolio e al gas; quindi vedete anche le pipe line che ci portano il gas in Europa, dove pare il nostro premier non sia estraneo. Insomma, la questione è a dir poco complessa.

 

Ma torniamo al punto che c'interessa. Il gaypride è europeo, è Bruxelles che dice che è giusto farlo, che è un metro per misurare le libertà civili di un paese democratico; le condanne per le violenze le facciamo solo noi perché ci sfilano i nostri parlamentari, quelle immagini finiscono solo sui nostri quotidiani.

 

Io penso che per il bene del movimento gay moscovita, esso debba smarcarsi da questo patrocinato. Crescere e svilupparsi in maniera "russa" che affronti tematiche che concernono solo i problemi "russi". Uno su tutti, l'armata rossa, lì il problema non è "don't ask don't tell", lì ci sono stati casi di vere e proprie organizzazioni criminali, in cui i ragazzi erano sistematicamente stuprati e ridotti a schiavi sessuali dei graduati. Questo è solo quello che so io che leggo le agenzie stampa, ma sono certo che è la punta di un Iceberg in un paese grande e complesso come è la Russia.

 

In questo senso dicevo che forse la scelta di sfilare non è ancora quella giusta. Pensate solo che a Mosca ci sono state campagne durissime contro i locali gay, anche quelli spacciati per bordelli per "frocioni europei che deviano i giovani ragazzi russi". Insomma, un passo per volta, oppure non ci resta che l'elmetto e le molotov, ma non crediate che quegli altri si spaventerebbero.

 

Qui a Roma, ragazzi, lo dico da quindici giorni dopo che ho visto Alemanno insediarsi al Campidoglio, tira brutta aria. Le periferie, specie quelle a nord, sono tappezzate da manifesti dell'estrema destra. Io mi sono sempre chiesto, ma come mai da un giorno all'altro questi hanno trovato finanziamenti per manifesti, volantini, aprire centri sociali di destra in luoghi tradizionalmente rossi. Però non voglio agitare fantasmi solo per delle impressioni mie. Anzi, mi auguro e sono certo che il buon senso prevarrà.

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Non esiste una Russia "filoamericana"; semmai "filoeuropea".

Ai Russi gli USA continuano a stare antipatici.

E "asiatico" è un termine che non vuol dire molto:

l'Asia adesso è la Cina e l'India a cui la Russia guarda

solo per compattare l'asse del BRICS.

 

C'è una Russia moderna e una pre-moderna

e quella pre-moderna (lì come in Serbia)

si chiama Chiesa Ortodossa.

 

Non esiste una "via russa ai diritti gay"

come non esiste neppure una "via italiana".

Sul sangue di quei militanti pestati

si costruirà il mito della loro comunità,

come in Occidente si è fatto con Stonewall.

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Riguardo al coraggio di scendere comunque in strada, io non lo so mica se sia la mossa giusta. Far diventare la causa gay sempre più uno scontro sociale potrebbe avere effetti controproducenti.

 

Effettivamente la questione non è banale,

però sinceramente non mi sembra che in Russia (per citare questa particolare situazione) ci siano particolari alternative a questa scelta

 

Mi viene da pensare che la "lotta civile" a volte richieda "strappi" anche significativi per poter acquisire peso o anche solo risonanza mediatica

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Silverselfer

Che esista una via russa ai diritti gay: beh, i diritti sono quelli e non se ne possono coniare altri assecondo il clima, ma ci sono i tempi per raggiungerli che non sono gli stessi. Siamo abituati alla globalizzazione di tutto, ma abbiamo visto nei paesi arabi che spingere in maniera "frettolosa" non serve. Lasciare, invece, che i semi del diritto crescano, contaminino le nuove generazioni, porta a mutamenti epocali inevitabili, forse non meno sanguinosi, ma appunto sentiti come parte della propria emancipazione. Mi viene da pensare a quel tredicenne siriano ammazzato di botte dai soldati, quale tragica rappresentazione del vecchio che uccide il proprio futuro, semplicemente assurdo.

 

La Russia è un continente che occupa mezza Asia, ingloba culture ed economie diversissime da quella europea, a prescindere dalla politica estera. Certo che la Russia non è filoamericana, è l'Europa che viene percepita come tale. Londra da asilo a tutti i dissidenti "miliardari" russi. La contrapposizione con l'Europa nasce proprio qui. Il Gay pride è inteso come filoamericano, magari in alcuni ambienti potrebbe essere preso come una vera ingerenza politica.

 

Del resto non è un mistero che gli americani hanno finanziato le manifestazioni che hanno portato alla caduta il regime di Belgrado e poi la primavera arancione Ucraina e infine lo scandalo della rivoluzione delle rose Georgiana con il defenestramento di Shevernaze. Ma non è questo il punto, cioè, il contesto è questo anche se non dovrebbe riguardarci. Manifestare, in un posto che non ha mai conosciuto la democrazia come la intendiamo in Europa, può essere frainteso per sobillazione politica, destabilizzazione sociale, o che so io.

 

Quindi non parlo di diversi diritti, ma diversa maturazione degli stessi. Lasciamo che i russi abbiano la loro Sonewall, ma non pretendiamo che adottino il nostro Stonewall. Soprattutto smettiamola di crederci depositari dell'unica verità possibile.

 

Ora con questo non voglio dire freghiamocene di quello che accade dall'altra parte della cortina di ferro, ma comportiamoci con responsabilità facendo il nostro, senza pretendere inutili eroismi, perché c'è sempre tempo per immolare martiri a favore della causa.

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Comodo protestare stando a casa, eh?

 

Quando avrò le possibilità di andarci, oh si, allora vedrai quanto mi piace starmene comodo a casa mia a far finta di non appartenere al mio mondo! Scusa l'off topic, ma non mi sta bene di essere accusato di questa specie di codardia.. frusta.gif

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Che esista una via russa ai diritti gay: beh, i diritti sono quelli e non se ne possono coniare altri assecondo il clima, ma ci sono i tempi per raggiungerli che non sono gli stessi. Siamo abituati alla globalizzazione di tutto, ma abbiamo visto nei paesi arabi che spingere in maniera "frettolosa" non serve. Lasciare, invece, che i semi del diritto crescano, contaminino le nuove generazioni, porta a mutamenti epocali inevitabili, forse non meno sanguinosi, ma appunto sentiti come parte della propria emancipazione. Mi viene da pensare a quel tredicenne siriano ammazzato di botte dai soldati, quale tragica rappresentazione del vecchio che uccide il proprio futuro, semplicemente assurdo.

 

La Russia è un continente che occupa mezza Asia, ingloba culture ed economie diversissime da quella europea, a prescindere dalla politica estera. Certo che la Russia non è filoamericana, è l'Europa che viene percepita come tale. Londra da asilo a tutti i dissidenti "miliardari" russi. La contrapposizione con l'Europa nasce proprio qui. Il Gay pride è inteso come filoamericano, magari in alcuni ambienti potrebbe essere preso come una vera ingerenza politica.

 

Del resto non è un mistero che gli americani hanno finanziato le manifestazioni che hanno portato alla caduta il regime di Belgrado e poi la primavera arancione Ucraina e infine lo scandalo della rivoluzione delle rose Georgiana con il defenestramento di Shevernaze. Ma non è questo il punto, cioè, il contesto è questo anche se non dovrebbe riguardarci. Manifestare, in un posto che non ha mai conosciuto la democrazia come la intendiamo in Europa, può essere frainteso per sobillazione politica, destabilizzazione sociale, o che so io.

 

Quindi non parlo di diversi diritti, ma diversa maturazione degli stessi. Lasciamo che i russi abbiano la loro Sonewall, ma non pretendiamo che adottino il nostro Stonewall. Soprattutto smettiamola di crederci depositari dell'unica verità possibile.

 

Ora con questo non voglio dire freghiamocene di quello che accade dall'altra parte della cortina di ferro, ma comportiamoci con responsabilità facendo il nostro, senza pretendere inutili eroismi, perché c'è sempre tempo per immolare martiri a favore della causa.

 

Credo di sapere cosa ti preoccupi, Silverselfer.

Hai paura che il "filoamericanismo" nuoccia ai gay russi

come è nocivo per i gay iraniani.

Ma tra Iran e USA c'era una situazione di tensione oggettiva

che tra America e Russia non esiste praticamente più.

 

Tu dici:

"La Russia ci odia, se sosteniamo i diritti gay;

allora gli omosessuali saranno perseguitati ancora di più"

Ho capito bene?

 

Ma la Russia non è verso di noi o gli USA

a un simile grado di conflitto;

né è propriamente il governo che perseguita i gay:

semplicemente non vuole assumere il ruolo

di uno Stato che intende proteggerci

dalle aggressioni dei Nazionalisti e degli Ortodossi.

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Silverselfer

Metterei da parte il discorso Iran, ci porterebbe troppo lontano.

 

Io non dico che la Russia ci odia, né come europei né come filoamericani, ma come tutti i popoli che hanno una grande storia alle spalle, pretendono di avere un punto di vista proprio su tutte le questioni.

Esiste poi in Russia una parte come l'hai definita tu "moderna" (io aggiungerei "intellettuale") che ci è vicina, quindi europeista. Quella della Politoskaia per intenderci, quella che poi secondo me organizza il gay pride. E' la parte che appoggiava Gorbaciov, ma poi si è visto con nostro sommo sconcerto finire in minoranza con Boris Elsin (starò certamente sbagliando la sintassi di tutti i nomi russi). Questa parte qui non è maggioranza nel paese, neanche nelle grandi città come Mosca.

La questione è atavica, ne parlano tutti i grandi letterati della diffidenza verso i tedeschi, piuttosto dei francesi, al contempo però i precettori dei rampolli delle grandi famiglie nobili insegnavano francese e tedesco. Una dualità culturale che divide tra maggioranza popolare, tenuta insieme dal sentimento nazionale delle tradizioni e quindi anche religione ortodossa, e minoranza intellettuale storicamente concentrata dalle parti di San Pietroburgo.

 

Cosa bisogna fare? Certamente non mollare, è ovvio. Io non è che ho la soluzione in tasca. Cerco solo di ragionare.

 

Gli ortodossi russi ad esempio, loro sono molto anti europeisti, sono loro che creano l'assioma Gay>deriva morale europea. Paradossalmente finendo sulle stesse posizioni dell'odiato Pope di Roma.

 

Io se fossi nella posizione di dare un consiglio, direi al movimento gay russo di cominciare dalle associazioni delle famiglie dei gay, parlo dei genitori. Usare la loro approvazione porterebbe la questione omosessuale in Russia, come una questione che riguarda le famiglie russe. Sentire una mamma verace che dice "mio figlio è gay e lo approvo" spazzerebbe via l'idea di subire influenze esterne.

Cercherei di perorare casi di discriminazione locali e non mi appiattirei sulla tematiche tipo matrimoni gay, adozioni, reversibilità della pensione. Sono questioni secondo me troppo distanti dalla realtà democratica di quelle parti. In tal senso dicevo che bisogna crescere nel proprio contesto.

 

Sfilare è importante perché è giusto farsi vedere in un mondo che preferisce fingere che la questione non esista. Farlo magari a San Pietroburgo invece che a Mosca sarebbe però una scelta a mio avviso più intelligente. La città baltica è storicamente più europea, intellettuale, laica. Sarebbe più facile sfilare ma non per questo meno importante.

 

Insomma, parlo di usare di più la testa e un po' meno il cuore.

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Che i genitori dei gay siano l'arma migliore contro l'omofobia

è una questione molto dibattuta anche in Italia.

Credo però che la maggior parte degli attivisti moscoviti,

possa permettersi una militanza proprio perché ha tagliato i ponti

con la famiglia di origine ed ha cominciato a farsi una vita

in una città più grande, lontano dalle malelingue di paese.

 

E' strano infatti delegare alle mamme la nostra difesa:

come se si potessero avere dei diritti civili senza emancipazione.

 

In tutto il Triveneto le mamme dell'Agedo sono due.

E - per quanto combattive - non valgono le ventimila persone

del Pride di Padova del 2002 (non conosco numeri di altre realtà).

 

Servirà pazienza e tanta più democrazia

rispetto a quella che attualmente c'è in Russia.

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Silverselfer

Sono pienamente d'accordo con te, usare le famiglie dei gay è un espediente. A ben guardare è assurdo dover ricorrere all'approvazione di quell'istituzione sociale, primo luogo dove si manifesta la repressione omofobica. In realtà i casi di approvazione sono pochi, almeno rispetto a quelli di un rifiuto totale.

 

Tant'è che a questo espediente si fa ricorso dove il rifiuto sociale è istituzionalizzato, come qui da noi. Ci si ricorre per ottenere un minimo di legittimazione in una scala di valori che non da altri appigli.

 

Una società aperta, dove l'individuo è libero di scegliere e gestire la propria felicità, dibatte le proprie questioni senza dover prima ricorrere a legittimazioni interne al sistema.

 

In ogni modo, speriamo solo nell'avvento di persone capaci di ideali di libertà sinceri e democratici, perché purtroppo dipenderemo ancora allungo dall'approvazione degli altri.

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