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Vedere il c.o. come una forzatura


Mina

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Dunque.

Spero di riuscire a spiegarmi,anche se non è detto che io ci riesca.

Una (ennesima) mia amica si è dichiarata lella pochi giorni fa, e fra un discorso e l'altro le ho chiesto se avesse fatto o avesse pensato al c.o. con amici e parenti.

Questa disgraziata (ovviamente affettuosamente) mi guarda e mi dice che il c.o., per come lo vede lei,è una forzatura non necessaria e lo paragona al confessare un omicidio piuttosto che un tradimento e quant'altro,e che di conseguenza,non ha alcuna intenzione di fare nessun c.o. con nessuno.

Ovviamente ha specificato che ciò non vuol dire che vivrà da reietta nascondendosi per il resto della sua vita,tutt'altro,vivrà in assoluta libertà la sua sessualità e le sue eventuali storie senza preoccuparsi che la gente la "scopra" ma al tempo stesso senza "avvisare" nessuno.

Ora,dopo aver cercato di comprendere bene le sue parole mi sono soffermato a pensare....e l'ho trovata un'idea facilmente condivisibile.

E' veramente reale che chi fa C.O. lo fa per sentirsi bene con se stesso?

Oppure lo si fa per poter dare inizio alla propria vita "omo" con le dovute precauzioni? (aka: "ma pa,sono cosi,quindi se sentite voci o mi vedete mano nella mano con tal dei tali non vi preoccupate")

E se cosi fosse,queste cautele preventive sono davvero necessarie?

Non è che forse il coming out è un ulteriore "ghettizzazione" da parte del mondo omosessuale?

Se io,gay,decido di vivere la mia sessualità,che bisogno ho di avvertire gli altri?

Non basta che comincio a viverla e poi se fanno domande rispondo?

Edited by Mina
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Guarda che "rispondere quando te lo chiedono"

e "dirlo a tutti" sono praticamente sinonimi.

 

L'argomento "sesso & sentimenti" esce di continuo;

sia coi parenti e i colleghi che con gli amici.

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E' cio che ho sempre pensato! :kiss:

 

Il Coming Out... già il fatto che abbia un nome fà capire che è come una "confessione"... esiste un coming out degli etero?

Dovrebbe essere una semplice curiosità! Esempio:

X: Guarda quant'è bona quella ragazza!

Y: No, a me piacciono i maschi! Meglio quel figone laggiù!

x: Ah, ho capito! Ma non condivido i tuoi gusti xD

Capito come dovrebbe essere? :)

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Guarda che "rispondere quando te lo chiedono"

e "dirlo a tutti" sono praticamente sinonimi.

 

L'argomento "sesso & sentimenti" esce di continuo;

sia coi parenti e i colleghi che con gli amici.

 

 

E' la stessa cosa che ho pensato anche io.

Anche se in realtà non è detto,anzi.

La maggior parte dei c.o cominciano con un "X...ti devo dire una cosa"

Quindi già cosi in partenza non è una cosa spontanea,tutt'altro.

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Giusto Mina, i Co cominciano così

per il semplice fatto che prima del CO abbiamo mentito.

 

Le persone sincere fin da subito, probabilmente

sarebbero il "gay della classe" già dalle Scuole Medie.

 

Il CO Classico serve perché abbiamo a lungo mentito:

se ogni volta che Zia ti chiede: "Hai la ragazza?"

- da quando tu hai 12 anni - tu avessi risposto:

"No, zia. Però mi masturbo solo sui porno gay;

quindi diciamo che probabilmente avrò un ragazzo..."

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il coming out non è per forza un momento cerimonioso dove tutta la famiglia è riunita a tavola e tu, battendo il coltello sul bicchiere, chiedi attenzione per un annuncio importante. coming out vuol dire uscire allo scoperto, accettare il proprio orientamento (per quelle persone che non sono naturalmente portate a qualsiasi cosa ma che hanno dovuto fare un percorso) e cominciare a parlarne con naturalezza.

 

io sento discorsi di fidanzati e storie anche tra non-intimi. all'università, al lavoro, in chiesa o ai pub, chiunque prima o poi esce fuori con l'argomento partner, e quello è il momento in cui, sempre con naturalezza, si risponde dicendo "ma sai che il mio ragazzo/a..." . non per niente il coming come forzatura o come "non devo sbattere la mia sessualità in faccia agli altri" è un discorso che fanno i velati.

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Ahah Almadel... se dovesse accadere la scena da te descritta spero sinceramente di esserne testimone :)!!

Bè ma allora scusa... perchè dire a un amico o a un'amica se ti piace qualcuno?! Insomma.... se la cosa funziona potrebbero vedervi direttamente insieme in atteggiamenti affettuosi? Perchè parlare delle proprie ambizioni? Se si realizzano gli altri lo sapranno nel momento in cui si lavorerà in una determinata posizione... etc, etc...

Il CO ha il senso di condividere una parte di sè con chi si vuole, quando ci si sente di farlo... Logicamente non dev'essere vissuta come un'imposizione, ma come una parte di tutte quelle cose personali che si sceglie di condividere con le persone che ti sono vicine... ovviamente la differenza è un senso di timore, dovuto al fatto che le reazioni potrebbero essere anche negative.

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io in effetti ho sempre pensato che il Co vada fatto quando uno se la sente, cioè deve essre vissuto come una forma di libertà ma anche di serenità. Cioè deve essere un momento di condivisine di una cosa bella, non appunto una dichiarazione per coprirsi o per pararsi il c**o.

Capisco Mina e quello che vuole dire.

 

Io sinceramente quando conosco qualcuno non sento neanche l'esigenza di dirgli i miei gusti sessuali, semmai se ci esce il discorso accenno alla mia ex, o se esce il discorso dell'omosesualità ne parlo, ma ci sono persone che venivano all'uni con me che non sanno nulla di me, ma non perchè non glielo volessi dire, semplicemente perchè non ho mai avuto desiderio nè esigenza di dirglielo.

Con altre sì.

 

Dirlo a tutti dal primo giorno mi sembra un po' una forzatura, in effetti. Io le cose le faccio quando mi va, quando sono felice di farlo e quando mi sento pronta, o ahimé, quando devo difendermi da discorsi omofobi. Mi sembra molto più naturale fare così, sinceramente.

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Esattamente...quoto divine!! Insomma non dev'essere una cosa da presentazione come il nome o l'età... è una parte di sé che se capita si decide di condividere con altri.... Poi il CO in base alle situazioni può essere sotto la forma di discorso o può essere fatto semplicemente parlando apertamente e spontaneamente...come tutti gli etero fanno...

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sai cosa? è che quando si conosce qualcuno bisognerebbe da subito capire se la persona in questione è omofoba o meno.

cioè... a me è successo appunto di dirlo dopo un po' di tempo perchè magari il discorso è uscito dopo un po' o perchè non mi andava di dire "piacere divine, sono bisex".

 

Però ho anche notato che il fatto di dirlo dopo un po' può in un certo senso condizionare.. perchè magari nel frattempo si crea una simpatia o altro...

 

mi spiego meglio: chi, come me, non lo dice durante la presentazione perchè non ne sente l'esigenza dovrebbe comunque appurare se i suoi futuri amici o conoscenti siano davvero "gay friendly".

 

dico questo perchè a me molte persone mi hanno sempre rispettata ma poi le stesse persone facevano discorsi sull'omosessualità che mi facevano venire qualche dubbio... come se a me mi rispettassero perchè gli ero simpatica ma poi in realtà secondo me non erano proprio gay friendly.

 

Quindi da un lato dirlo subito ha il vantaggio che se l'altro è omofobo lo puoi fanculizzare subito, senza che poi ti venga il dubbio "ma mi rispetta o mi tollera solo perchè gli sto simpatica?"

 

non so se sono stata chiara, ho fatto un discorso magari un po' confuso...

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Trovo che tu sia stata chiarissima!! Tuttavia, l'importante è il tipo di rapporto che si va a creare con una persona, più che la sua posizione circa tematiche LGBT!! Anche perchè se stai simpatica a una persona magari prima omofoba e diventate poi amiche/amici, magari questa potrà cominciare a capire che le sue posizioni erano più basate su pregiudizi non attinenti alla realtà che su fatti...

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Anche perchè se stai simpatica a una persona magari prima omofoba e diventate poi amiche/amici, magari questa potrà cominciare a capire che le sue posizioni erano più basate su pregiudizi non attinenti alla realtà che su fatti...

 

questo è verissimo...:) in quel caso è davvero bello far cambiare idea a qualcuno...

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Mah alla fine questa e' un'idea trita e ritrita secondo me, che la gente si racconta per sfuggire alla difficolta' di fare coming out. Perche' fare coming out non e' una cosa facile, se pensate a quante pippe mentali ci si fa sia prima che dopo: come lo faccio, con chi lo faccio, trovare il momento "perfetto", cosa dire etc... e' una cosa mentalmente ed emozionalmente stancante. Percio' si decide di tagliare la testa al toro e dire: io mi schiero contro il coming out. Trovi una motivazione o due vecchia come il mondo per cui non farlo (eg. "gli etero non vanno in giro a dire che sono etero quindi perche' dobbiamo farlo noi?") e la fai diventare il tuo motto per spiegare la tua posizione con gli altri. Yawn.

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Credo invece che si debba distinguere tra c.o. con la famiglia/amici più stretti e il resto. Nel primo caso il discorsetto con conseguenti paturnie è parte integrante di un percorso personale, o almeno io l'ho vissuta così, ho cominciato a sentirmi a posto con me stessa come lesbica solo dopo essere riuscita a esternare alle persone che avevo più vicine quello che di irrisolto sentivo di avere. Quindi è stato anche un momento di condivisione di un'esperienza personale importante. Per quanto riguarda il resto delle relazioni sociali (colleghi di lavoro, compagni di studio, conoscenti) la cosa viene fuori in continuazione, perché o mi vedono in giro con la mia ragazza o rientra in un discorso che si può fare anche al bar. Penso che la tua amica, Mina, eviti la prima parte, più spinosa, ma temo necessaria, mentre non si faccia problemi per la seconda, come molte persone non si fanno problemi di quello che la gente dice di loro.

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Secondo me all'inizio il CO non può non essere una forzatura, o forse è un discorso che vale soltanto per me. Essendomi accettato relativamente tardi, non posso da un giorno all'altro parlare con i miei amici e dire: "oh guarda che bono quel ragazzo lì"! Prima di poter vivere liberamente la mia sessualità sento il bisogno di parlarne con le persone che mi hanno conosciuto per tanto tempo e a cui ho anche mentito per tanto tempo. Se facessi diversamente sarebbe come se le tagliassi fuori dalla mia vita, le metterei al pari del primo sconosciuto che mi vede per strada. Eviterei volentieri questo passo, sappiamo tutti quante paranoie si celano dietro un CO, ma è una cosa che mi tocca fare.

Mi è capitato da pochissimo che un ragazzo conosciuto da poco tempo parlando mi ha fatto capire abbastanza chiaramente che non è interessato alle ragazze, senza sapere niente di me. Una volta superato lo scoglio di amici più cari e parenti penso che questo sia l'atteggiamento più naturale e corretto che si possa assumere, senza bisogno di sbandierarlo ai quattro venti.

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I CO difficili, di solito, sono quelli con la gente che ti conosce da prima di capire che si è gay, quindi con i genitori, parenti, amici di vecchia data. Di persone che si erano già fatti un'idea su di te e a cui la devi ribaltare.

Con gli altri ci si fa molti meno problemi perché partono da una base neutra, per così dire. Ma fare CO non è mica andare a dire "ciao, sono Laura e sono lesbica" quando ti presentano a qualcuno, è solo dirlo se capita. Certo, se si è accoppiati è più facile, alla domanda "ma ce l'hai un ragazzo", è più semplice dire "ho una ragazza" invece di "non ce l'ho ma tanto sono lesbica per cui al massimo avrei una ragazza" :)

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sì in effetti la parte difficile è quella appunto necessaria cioè con le persone che pensano tu sia etero e devi smentire, non sapendo come la prenderanno (parenti, amici di sempre).

Con gli altri è molto più semplice perchè appunto nessuno sapeva niente di te fino a quel momento.

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secondo me un CO si fa solo se si sente l'esigenza. è una questione di utilità, non bisogna sentirsi in dovere...

 

Quindi se uno si trova in pace con se stesso raccontando di una donna invece che di un uomo, o viceversa (certo, sta mentendo) perchè non vuole che chiunque sappia i fatti suoi, o per convenienza, è libero di farlo. (fare CO con degli sconosciuti è molto più facile che con i propri cari, ma sono anche le persone a cui è meno indispensabile dirlo)

 

Generalmente però non è così e l'esigenza è quella di essere trasparenti... ad esempio uno può voler farlo con alcune persone, ma essere frenato da qualche paura. In questo caso sembra una forzatura ma non lo è perchè razionalmente si presume di avere un beneficio futuro nel farlo.

 

In ogni caso è una cosa soggettiva: ogni persona si spinge fintanto che per lui non è una forzatura, oltre non va...

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Mah alla fine questa e' un'idea trita e ritrita secondo me, che la gente si racconta per sfuggire alla difficolta' di fare coming out. Perche' fare coming out non e' una cosa facile, se pensate a quante pippe mentali ci si fa sia prima che dopo: come lo faccio, con chi lo faccio, trovare il momento "perfetto", cosa dire etc... e' una cosa mentalmente ed emozionalmente stancante. Percio' si decide di tagliare la testa al toro e dire: io mi schiero contro il coming out. Trovi una motivazione o due vecchia come il mondo per cui non farlo (eg. "gli etero non vanno in giro a dire che sono etero quindi perche' dobbiamo farlo noi?") e la fai diventare il tuo motto per spiegare la tua posizione con gli altri. Yawn.

Penso che quanto abbia scritto Sweet rappresenti il mio pensiero!

Insomma, per fare il coming out ci devi mettere la faccia in prima persona! E non è di certo come confessare un omicidio.. anzi! Secondo me è anche una cavolo di grande prova di coraggio perchè fai vedere alla persona alla quale lo dici, che sei giunto ad una consapevolezza non facile per te!

E se la persona che si ha di fronte è così stupida da rifiutarci bhè, allora credo che il problema sia solo il suo e non il nostro!

Forse vi sembrerà che parlo in termini troppo ottimisti.. Bhè, sono stata fortunata, mai nessuno mi ha chiuso la porta in faccia dopo un coming out! E non lo trovo necessario.. semplicemente è una parte della mia vita! Se voglio essere sincera con chi mi circonda, lo dico! E mi fa anche star bene sapere che posso essere me stessa con chi mi circonda.

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Mah alla fine questa e' un'idea trita e ritrita secondo me, che la gente si racconta per sfuggire alla difficolta' di fare coming out. Perche' fare coming out non e' una cosa facile, se pensate a quante pippe mentali ci si fa sia prima che dopo: come lo faccio, con chi lo faccio, trovare il momento "perfetto", cosa dire etc... e' una cosa mentalmente ed emozionalmente stancante. Percio' si decide di tagliare la testa al toro e dire: io mi schiero contro il coming out. Trovi una motivazione o due vecchia come il mondo per cui non farlo (eg. "gli etero non vanno in giro a dire che sono etero quindi perche' dobbiamo farlo noi?") e la fai diventare il tuo motto per spiegare la tua posizione con gli altri. Yawn.

 

Cinque righe per dire alla fin fine che chi non fa C.o. è uno che se la racconta?

Non è generalizzare un tantino?

Temo che, fortunatamente,siamo tutti molto diversi gli uni da gli altri,e cio' che una persona giudica importante (c.o in questo caso) per altri puo' non esserlo.

Sinceramente,dare per certo che chi fa una scelta diversa dalla propria è per il motivo da te descritto, lo trovo esagerato,sopratutto quando questa "scelta" è troppo personale.

Per te puo' essere stato un c.o di un tipo (pippe mentali e quant'altro) per me ad esempio è stato davvero facile,ma non per questo penso che tu ti sia fatta seghe mentali inutili.

Boh,non so,questa tua uscita mi ha ricordato tanto quei gay che dicono che i bisessuali non esistono :)

Io c.o. l'ho fatto,ma ora che piu' o meno tutti sanno di me,mi piace l'idea che quei pochi che ancora non sanno,possano scoprirlo semplicemente beccandomi in giro o sentendomi parlare,mi fa sentire molto piu' "normale".

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Un conto è dire "Non mi preparo nessun discorso, lo dico quando me lo chiedono"

(come dice Lum, il "discorsetto" serve solo per i genitori o per gli amici di vecchia data)

un altro conto è dire: "Fare coming out non è importante".

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secondo me un CO si fa solo se si sente l'esigenza. è una questione di utilità, non bisogna sentirsi in dovere...

 

Quindi se uno si trova in pace con se stesso raccontando di una donna invece che di un uomo, o viceversa (certo, sta mentendo) perchè non vuole che chiunque sappia i fatti suoi, o per convenienza, è libero di farlo.

 

Lo penso anche io. Ti dirò... io piuttosto ometto qualcosa per il momento o parlo in termini generali, poi quando mi va di dirlo o mi va di essere più me stessa lo dico. Quello che a volte mi rifrena dal dirlo a certe persone è che io sono molto riservata, cioè ho notato spesso in passato che dopo aver fatto Co le persone mi vedevano come "un oggetto curioso" e a me sta cosa mi dà fastidio perchè già sono super-riservata quando sto con un uomo figuriamoci se devo raccontare della mia vita omosessuale. .. sai quando ti fanno certe domande o quando le donne iniziano a chiedersi "oddio, non è che le piaccio? non è che mò lei ci prova? non è che ha fantasticato su di me?" A me ste cose mi danno fastidio... Così a volte prima di dirlo aspetto un po', o per lo meno ho aspettato un po', il tempo necessario per inquadrare le persone e per vedere se davvero rendere gli altri partecipi della mia vita privata poteva darmi un qualche beneficio.. Quindi capisco benissimo chi magari non lo dice subito. Non è che uno non lo vuole fare ma magari in quel momento lo vede più come un ostacolo che come una cosa utile. Quando sarà il momento giusto lo dice.

 

(fare CO con degli sconosciuti è molto più facile che con i propri cari, ma sono anche le persone a cui è meno indispensabile dirlo)

 

questo è vero, Freddie, però è anche vero che una volta che lo "sconosciuto" lo sa se poi inizi un'amicizia con lui è anche un'amicizia molto libera.

 

L'altra volta stavo appunto facendo il conto di chi ancora non sa di me e della mia ex e in effetti sono le amiche di sempre (quelle che conosco dalle superiori) e visto che secondo me lo sospettano ormai ho deciso di dirglielo. Lo sanno quasi tutti, non vedo perchè ormai che ho raggiunto una certa consapevolezza non glielo dovrei dire. Però prima di arrivare a questa scelta ci ho messo tempo, solo adesso ho capito che sarei felice di condividere questa cosa con loro, che vorrei sentirmi più libera e che non me ne frega niente di come reagiranno. Potrei anche far finta di niente visto che ora "sembro del tutto etero" ma adesso sento l'esigenza di essere del tutto sincera e mi va che loro mi conoscano fino in fondo. Ora lo vedo come un piacere, come una condivisione, prima lo vedevo come una forzatura perciò a loro non l'ho detto. Però ognuno ha il suo percorso. Sono poche secondo me le persone che lo dicono a tutti da subito, si fa sempre una selezione graduale, poi certo dipende anche dall'ambiente che hai attorno. Magari chi vive in un certo ambiente, chi è appoggiato dalla famiglia (e secondo me l'appoggio della famiglia fa tanto) si dichiara da subito. Ma non per tutti è così quindi occhio a non generalizzare.

Edited by Divine
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Bè ovviamente gli ambienti che si frequentano sono una determinante anche della spontaneità e della velocità con cui si fa CO! Il punto è che c'è una differenza tra l'omettere volontariamente, l'omettere perchè non necessario e lo sbandierare. Per esempio degli etero che parlano possono tranquillamente fare o non fare riferimento alla propria ragazza/o o meno...dipende dal contesto. Nel caso quel tipo di contesto in cui si parla apertamente della propria vita privata non si crei, non è necessario parlare della propria vita sentimentale e tanto meno della propria sessualità... anzi sarebbe sconveniente! Diverso è il caso in cui si decide di cambiare discorso o di optare per il mutismo per non dirlo... infatti trattasi sempre di una forzatura: al silenzio anzichè all'esibizione del proprio orientamento sessuale!! Ovviamente dipende anche se in quel momento si è in una relazione o meno.

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Presupponendo che è assolutamente facoltativo e nessuno è di "serie b" se non fa co...

il co serve soprattutto a sé stessi! Ci serve per mettere un punto definitivo alla vita passata di menzogne e iniziare a essere veri..

Uno, dopo il co, si trova "costretto" a fare i conti con la sua vita, non ha più finzione nella mente ma deve vivere ciò che ha "detto".. questo è il motivo per cui la maggior parte della gente cerca di scamparsela ^^ e anche perché un co deve essere preparato bene... come ho letto nel forum da qualche parte.. evitiamo di fare co che sanno di lagna (come ho fatto io in passato sbagliando).. il co deve essere NETTO. =)

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Divine, penso intenda dire un CO con tutta la trafila di discorso annesso!! (del tipo ti devo parlare, questioni di fiducia, spero che etc...)

 

Di contro, Fox, per CO netto suppongo si intenda semplicemente, non so... commentare un bel ragazzo/a davanti a tutti o cose del genere!

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  • 1 month later...
ForbiddenLove

vivere in clandestinità la propria vita sessuale e affettiva dichiarandoti solo se ti colgono in flagrante a mio parere dev'essere parecchio frustrante... credo che con le persone che si ritengono davvero importanti sia giusto confidarsi... sono invece di idea diversa sul coming-out pubblico in quanto lo trovo un po' privo di senso.

sei lesbica/gay e allora? non è una notizia, è un semplice status.

l'ideale sarebbe dichiararsi nel momento stesso in cui ci si fidanza... e che io aspetto da secoli :'(

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L'ideale sarebbe dichiararsi a prescindere dall'essere fidanzati :)

E' una questione che riguarda sè stessi, prima di tutto, pur riconoscendo la forza d'animo aggiuntiva che si può trarre da una relazione affettiva.

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