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Compagni di classe alle elementari, ora di università.


LU_

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Io e Daniele ci conosciamo dalle elementari. Abbiamo passato un po' l'infanzia assieme: stessa classe, il pomeriggio al parco assieme, ecc...

Ci siamo persi poi parzialmente durante le medie perché in sezioni diverse, quindi definitivamente per i cinque anni di liceo; lui linguistico, io scientifico.

 

Ad ottobre scopriamo di esserci iscritti allo stesso corso di laurea: Scienze Linguistiche per le Relazioni Internazionali (scelta decisamente più sensata per lui  :gha:). Riprendiamo un rapporto che da subito sento di non aver mai interrotto. C'è subito un'intesa che si re-instaura dopo pochi minuti, grazie alla quale realizzo che Daniele è cresciuto...anche lui; è diventato una persona interessante, con una personalità complessa e degna della mia attenzione.

 

Lui è stato fidanzato con una ragazza (tra l'altro, stupenda!) per due anni, ora si è preso una pausa per respirare un po' da single. Lui etero convinto, ovviamente.

 

Ci sono volte in cui sento l'impulso di condividere con lui la mia omosessualità, non solo perché lo ritengo un aspetto importante della mia vita, ma anche perché mi pare un po' un torto nei suoi confronti. Lui fin ora mi ha sempre confidato i suoi dubbi e pensieri sull'amore, e ha affrontata la rottura con la sua ragazza anche con me al suo fianco. Perciò: perché non condividere anch'io i miei pensieri?

 

Lui non ha mai dato segni di omofobia, anzi, è un ragazzo piuttosto tollerante, con tratti della personalità che non appartengono al tipico maschio eterosessuale. E' molto sensibile e pondera sempre le sue azioni pensando anche agli altri. La mia reticenza deriva dal fatto che nei quasi otto anni che abbiamo vissuto lontani, abbiamo preso strade diverse, socialmente parlando. Io ho sentito il bisogno di uscire dal mio quartiere periferico, perché mi sentivo soffocare dall'omogeneità delle persone (stessi caratter, stessi destini), mentre lui ha scelto di rimanervi. Nel suo caso la vita di periferia non ha avuto effetti negativi (e avrebbe indubbiamente potuto averne, viste le persone che frequentava!)...ma ho il timore che questa sia una mia prima impressione ingannevole, e che nel momento in cui glielo dicessi reagirebbe in modo omogeneo alla mentalità che regna qui nel nostro quartiere.

 

Uff  :gha:

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Devi subito fargli qualche domanda atta a capire come la pensa sull'omosessualità.

 

Non perché questo deve favorire o inibire il tuo CO, perché esso va ugualmente fatto,

ma perché a seconda della risposta tu saprai come farlo, con quale atteggiamento e

modo di fare farlo, e che cosa aspettandoti.

 

Se ad esempio il tuo amico risultasse più o meno omofobo, ti consiglierei di fare il CO in maniera

alquanto distaccata, informativa, con le parole che questa situazione richiederebbe. In modo

contrario se risultasse il contrario.

 

Naturalmente ti auguro che tutto vada bene  :gha:

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Beh, fossi in te glielo direi. Se reagisce male, beh avrai capito che una persona come lui è meglio perderla che trovarla, se reagisce bene la vostra amicizia sarà ancora più profonda.

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Beh, fossi in te glielo direi. Se reagisce male, beh avrai capito che una persona come lui è meglio perderla che trovarla, se reagisce bene la vostra amicizia sarà ancora più profonda.

 

concordo...e aggiungo che non sempre crescere in periferia ed in "malo modo" ti rende omofobo. :gha:

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Secondo me dovresti aspettare un bel po prima, e vedere come potrebbe reagire sapendo che tra le sue conoscenze è presente anche un ragazzo gay, visto che comunque vi siete persi di vista per un bel po di tempo e non siete cresciuti assieme, non basta aver ripreso confidenza come un tempo in pochi secondi per essere convinti che tu debba fare un passo del genere, d'altronde lui ha un ricordo di te che si è fermato a molto tempo addietro. Una persona cambia in pochi secondi pur conoscendola da una vita anche, quindi pondera, pondera mooolto bene e vedi se quindi questa amicizia è solo un passaggio nella tua vita o se magari sarà un amico che rimarrà per la vita a prescindere da quello che gli racconterai della tua vita!!!

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Ovviamente la tattica migliore è sondare il terreno, e poi agire. Di certo non me ne sarei uscito dal nulla "Ah, sai...sono gay!". Non è nel mio stile; sono un ragazzo troppo insicuro, quando si parla di giudizio altrui.

 

Introdurrò l'argomento con discrezione, e se alla fatidica domanda "Ma perché hai qualcosa contro i gay?" lui risponderà "No, ma ti pare?!", scattera l'operazione namber ciù!

 

C'è però un ostacolo di percorso, purtroppo   :)

Al liceo un suo compagno di classe, evidentemente ma non dichiaratamente gay (Le passive represse, come le chiama un mio amico) ha fatto del terrorismo sessuale nei suoi confronti, un paio di anni fa. Situazioni in cui, ad esempio, gli ha detto espressamente in faccia: "Se tu fossi disposto a metterti un sacchetto in testa, ti farei di tutto."

 

Capite che la pubblicità fatta non è delle migliori...  :sbav:;)

 

concordo...e aggiungo che non sempre crescere in periferia ed in "malo modo" ti rende omofobo. ;)

 

La vita di perifieria, qui da me, ti rende decerebrato. E' questo che rende difficili i CO; non hanno le facoltà intellettive per affrontare l'argomento. Balzano alle risposte più semplici.

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L'ho letto e devo dire che è davvero fantastico.

Penso che per trovare la motivazione ti farebbe bene rileggerlo perchè ci sono molti consigli che puoi "auto darti" in quel C.O. :sbav:!

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La vita di perifieria, qui da me, ti rende decerebrato. E' questo che rende difficili i CO; non hanno le facoltà intellettive per affrontare l'argomento. Balzano alle risposte più semplici.

 

Beh hai di fronte l'esempio di Daniele che ti conferma quello dico. :sbav:

Molti fanno i decerebrati perché è di "moda", ma se poi indaghi bene non tutti sono stupidi come sembrano...e le qualità poi piano piano emergono di prepotenza con l'avanzare dell'età...

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L'ho letto e devo dire che è davvero fantastico.

Penso che per trovare la motivazione ti farebbe bene rileggerlo perché ci sono molti consigli che puoi "auto darti" in quel C.O. :)!

 

Ti ringrazio :)

Spunto da cosa, in particolare? ;)

 

Mmmh, ho comunque idea sia difficile. Persone diverse, politiche diverse. E poi quel CO risale a quasi due anni fa (nella suo effettivo avvenimento), e io non sono più la stessa persona di quelle righe, me ne sono accorto rileggendolo anch'io ieri sera  :sbav:

 

Beh hai di fronte l'esempio di Daniele che ti conferma quello dico. ;)

Molti fanno i decerebrati perché è di "moda", ma se poi indaghi bene non tutti sono stupidi come sembrano...e le qualità poi piano piano emergono di prepotenza con l'avanzare dell'età...

 

Ovvio, i migliori fiori nascono anche dal letame. Il suo sarà uno di questi casi? Si vedrà a breve  :P

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Beh ritrovare il tuo atteggiamento per cominciare, mi sei sembrato parecchio determinato e poi anche il voler portare l'amicizia ad un livello superiore come ti è già capitato.

Tu anche senza sondare il terreno passaci più tempo insieme e conosci meglio la persona che è diventata, in fondo anche l'amicizia è fatta di compatibilità come l'amore.

Se vedi, come mi è sembrato dalle tue parole, che davvero può diventare un tuo buon amico diglielo e quello che sarà, sarà!

 

Io nei coming out che ho fatto non mi sono mai sbagliato.

Anche se sfortunatamente non riesco a capire mai se un ragazzo è Etero o no, so leggere molto bene l'animo delle persone e alla fine al 99% sapevo che i miei C.O. sarebbero andati bene.

Se uno ha pregiudizi omofobi si sente e starci insieme è l'unico modo per capirlo.

Poi per carità i pregiudizi possono pure essere vinti se c'è una buona amicizia quindi anche se percepirrai qualcosa di negativo dovresti comunque dirglielo per mettere alla prova la persona che è (questo a parole è facile, ma viverlo sulla pelle un po' meno).

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Zell sì, l'idea sulla quale baso i miei CO più importanti è proprio il voler portare tutto ad un livello superiore, più intimo.

 

Ci sono stati degli sviluppi nel frattempo. Daniele mi ha prestato un libro, che sembra sia stato veramente epifanico per lui. Me l'ha descritto in cinque minuti con la voce da "riassunto delle puntate precedente" e  con gli occhi praticamente sbrilluccicanti, il che ha confermato che è stato un libro davvero che l'ha coinvolto molto. E' "Someday all this pain will be useful" di Peter Cameron.

 

Racconta la storia di un James Sveck, un ragazzo newyorkese di diciotto anni che, finita l'high school, si trova davanti all'importante classica scelta del College. Il personaggio di Sveck è molto inusuale: è un ragazzo molto poco loquace che prova una letterale repulsione per i suoi coetanei e che non si sente per nulla integrato nella vita della Grande Mela. Tendenzialmente apatico, in generale. Insomma, una figura antitetica rispetto allo stereotipo di teenager neworkese.

 

Durante la sua estate James lavora nella galleria d'arte della madre, al fianco di John, altro gallerista e dal retroterra culturale pazzesco (laureato in belle arti alla Sorbonne e con altri mille interessi). James si trova molto bene con John; è una delle poche persone, oltre forse a sua nonna, con le quali sente che valga la pena instaurare un rapporto e iniziare un discorso. Piccolo dettaglio in tutto ciò: John è gay dichiarato.

 

Un giorno James, durante una piccola pausa pranzo di John, guarda per caso lo schermo del laptop di John, e vede il suo profilo di un sito di incontri online. Leggendo le sue credenziali e i requisiti del suo "uomo tipo", James decide di creare un profilo ad hoc, ovviamente sul modello dell'uomo perfetto di John, e di scrivergli fingendo di essere interessato ad un incontro dal vivo.

 

John accetterà e darà appuntamento a Mister X, ma al presentarsi di James resta ingenuamente incoscente. James allora gli spiegherà tutto, dello schermo del suo laptop, del profilo fasullo, della richiesta di incontrarsi. John la prenderà malissimo, e ci saranno delle conseguenze "morali" per James, con relativo cazziatone da parte di sua madre.

 

Le conseguenze non sono rilevanti in questo caso, perchè quello che mi ha colpito di quel libro è l'apatia con cui James vive le sue relazioni. Come non riesce a sentirsi connesso con i suoi coetanei, allo stesso modo non percepisce di essere gay. Ebbene sì: James è gay. Ma la cosa è trattata dall'autore con una superficialità spesso fastidiosa ed eccessiva, ma è stato fatto proprio per questo: riflettere lo stesso esatto atteggiamento con cui James continuava ad affrontare la sua condizione. Ricordo di essermi fermato ad una frase, detta da James durante uno dei suoi soliloqui post-danno-fatto: "My mom didn't know I was gay, and..."

 

Morale della favola: il libro in sé mi ha fatto cagare, e non ho esitato a dirlo a Daniele. Gli ho però anche detto che m'interessa davvero sapere perchè quel libro sia stato così importante per lui (tanto da aggiungere al suo nome-cognome su fb anche "Sveck"). Secondo me è un buon indizio...sto cominciando ad escludere sempre più categoricamente il rischio omofobia.

 

Ci siamo lasciati poco fa, dopo avergli ridato il libro, dicendo che "ne avremmo parlato con più calma". Ho idea che il CO sia imminente. Se non sarà lui ad arrivarci, lo espliciterò ufficialmente io.

 

PS: omosessualità repressa che esce allo scoperto sottoforma di passione per una storia pseudo-gay DA ESCLUDERE.

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LU_ ma le hai lette con attenzione le ultime 3 o quante sono pagine del libro?

Non credo  :muro:

Il libro è epifanico e si assiste poi alla nascita di James: quel che precede è la lunga incubazione di una nascita.

 

Comunque abbiamo un topic su Peter Cameron in Libri Arte e Cultura e potresti ricopiare la parte di intervento

che hai fatto qui sul libro e postarlo in quel topic: te ne sarei grato.

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Ma quindi dopo questa storia del libro pensi che il tuo amico possa essere omosessuale???

Oppure che sia un segnale nei tuoi confronti per dire "ho capito" fai pure il primo passo???

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Ma quindi dopo questa storia del libro pensi che il tuo amico possa essere omosessuale???

Oppure che sia un segnale nei tuoi confronti per dire "ho capito" fai pure il primo passo???

 

Ahah  :D ecco perchè ho precisato:

 

PS: omosessualità repressa che esce allo scoperto sottoforma di passione per una storia pseudo-gay DA ESCLUDERE.

 

Quindi penso sia un segnale nei miei confronti per dire "ho capito" fai pure il primo passo  :muro:

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Beh non è mica detto.

 

Ti dico la mia esperienza per farti capire:

All'università avevo il dubbio che un mio compagno di corso fosse gay.

Lui era stato con una ragazza per quasi un anno, ma grazie alle mie grandi doti investigative (Veronica Mars docet) . Sono riuscito a scoprire con sicurezza che fosse quantomeno bisex. A quel punto ho fatto C.O. con lui anche se già prima di avere la certezza mi ero molto avvicinato a lui.

Non mi piaceva ne mi piace tutt'ora (in senso amoroso) ma adesso è la persona a cui voglio più bene nella mia vita ed è il mio miglior amico.

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...Per esperienza personale, posso dire che nella mia vita, quando alcuni ex compagni di scuola avevano saputo, per vie traverse, che frequentavo ambienti gay, mi avevano tolto il saluto, e alcuni mi avevano insultato. Poi osservando attentamente i loro atteggiamenti posso confermare che chi si riduce ad offenderti, a essere stupido e inutili nei suoi atteggiamenti e insulti, è sempre la persona peggiore...che è meglio non avere come amico...non lo sarebbe mai, nemmeno nel mondo etero.  A me è capitato di lasciare capire, lentamente, l'affetto che provavo per un qualche conoscente, o amico o collega di lavoro...ed è stato bello scoprire la simpatia che provavano per me, mista a tenerezza. Tra noi non c'è mai stato nulla, ma il loro sorriso confortante, e il loro strano nodo di ammettere che se mai l'avessero fatto con un maschio, quello sarei stato io....beh, lo ammetto, mi ha fatto sentire almeno amato. Io per scelta  personale, non lo dico. . . lo lascio capire . . . quando so che ne vale la pena...ed è bellissimo quello che viene dopo  -  come il lasciarsi prendere un po' in giro, il lasciarmi abbracciare con tenero scherzoso tono ironico , o altre cose così...almeno il tale ragazzo sa che gli voglio bene, che me lo mangerei in un panino farcito di tutto...ma non lo faccio solo perchè lui non me lo permette, ma è bello anche per lui, sapere che io vorrei...eccome se vorrei . . .

Ecco, da quì nascono tante belle situazioni che ti fanno sentire in pace, dentro...

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  • 4 weeks later...

Ragazzi è successo: l'ho detto a Daniele. In uno squallido parchetto di quartiere, lo stesso quartiere che temevo l'avesse influenzato.  Ma in questo caso è una profonda umanità ad aver vinto la rozzezza culturale.

 

Con la scusa di dargli un mio libro, ho voluto concludere il discorso di James Sveck e del romanzo di Cameron. Ho voluto aprire una parentesi, dirgli che anch'io sono gay, per poi chioderla. Lui ha detto che è contento per me, che per lui non c'è alcun problema, e che spera che io faccia le mie esperienze.

 

Concludendo gli ho chiesto se l'avesse mai capito o intuito in qualche modo, e la sua risposta è stata: "C'è sempre stato un certo sentimento. comunque no, avendoti conosciuto tanti anni fa. Se invece ti avessi conosciuto all'università, avrei capito quasi subito". La cosa mi urta non poco; "Ma sono così frocio???" ho esclamato.

 

Mi sono tolto un gran peso. Grazie a tutti per essermi stati accanto in questo percorso, e per avermi dato anche i vostri consigli. Continuo a sostenere che questo Forum può fare la differenza.

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avevo letto qualche tempo fa il post, adesso con un'idea sul quartiere e sulla sua situazione sociale, ti faccio maggiormente i complimenti!

e poi l'esclamazione "ma sono così frocio??" è fantastica :P

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E bravo!!!!  :P

Dai è andata bene!

Almeno a te non è successo l'opposto, come è successo a me in un C.O. con un mio amico. In pratica ha fatto il finto stupito ma poi ho scoperto per altre vie che lo sapevano già!

 

Riguardo l'esternazione "sembro così frocio".. Secondo me non sembri affatto così frocio! Forse però l'ambiente universitario, le compagnie e magari qualche link su Facebook hanno fatto pendere l'ago della bilancia da "straight" a "gay"  :P

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