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La Vera Faccia della Germania (ritorno alle origini)


FleurDeLys

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Merkel si sposta a destra per contrastare il nuovo partito anti-islamico. È l'addio al multiculturalismo

 

Una momento di grandi sfide e giri di valzer per il cancelliere tedesco Angela Merkel che ammette davanti a un gruppo di giovani sostenitori Cdu-Csu: la politica del multicultularismo in Gemania ha fallito cercando così di provare a spostarsi più a destra nel panorama politico interno per bloccare così sul nascere l'ascesa del piccolo partito xenofobo e anti-islamico tedesco in crescita di consensi sull'onda di quando sta accadendo in Olanda, Svezia e Danimarca. Non solo. Il cancelleiere rilancia su un seggio unico e permanente all'Onu per la Unione europea per cercare di recuperare una leadership in Europa appannata da qualche irrisolutezza e calcolo di breve respiro.

 

 

Senza contare che la Merkel sta subendo l'insidiosa concorrerenza interna nel partito del popolare ministro della Difesa Karl-Theodor zu Guttemberg. Insomma c'è di che preoccuparsi per rilanciare una leadership ammaccata da una gestione della crisi greca non proprio esaltante e con un euro alle stelle che sta creando forti malumori interni e dai partner francese e soprattutto dell'area mediterranea.

 

Ma andiamo con ordine e partiamo dal multicultularismo ormai kaputt come avrebbe detto Curzio Malaparte. La cancelliera tedesca ha dichiarato che il modello di una Germania multiculturale, nella quale coabitano armoniosamente culture differenti, è «completamente fallito». Mentre nel paese il dibattito sull'immigrazione esplode e si infiamma, la Merkel a una platea di giovani del suo partito conservatore Cdu e della sua ala bavarese Csu ha detto che la Germania ha bisogno degli immigrati come manopodera ma essi devono integrarsi e adottare la cultura e i valori tedeschi.

L'approccio 'Multikultì (multiculturale) del «Viviamo fianco a fianco e ne siamo felici» è fallito - ha dichiarato la Merkel - «È completamente fallito». E, pur ribadendo che la Germania resta un paese aperto al mondo, ha ripetuto: «Non abbiamo bisogno di un'immigrazione che pesi sul nostro sistema sociale». Insomma chi viene deve integrarsi accettando le regole europee, altrimenti torna a casa.

 

La cancelliera aveva poi aggiunto che gli immigrati devono adottare cultura e valori della Germania: «Noi ci sentiamo legati ai valori cristiani. Chi non lo accetta, non è nel suo posto qui». Ha però aggiunto che «l'Islam fa parte della Germania», citando quanto già detto di recente dal presidente della Cdu Christian Wulff. Chiaro il riferimento alla polemica dell'introduzione delle origini cristiane nella Costituzione europea, richiesta sostenuta dal pontefice Benedetto XVI (il Papa anti-relativismo) e fortemente osteggiata dall'ex presidente francese Giscard d'Estaing. Secondo la stampa tedesca Merkel, la cui coalizione di governo liberal-conservatrice è in caduta libera nei sondaggi in vista di sei importanti elezioni regionali nel 2011, tenta di tenere unito il suo partito e di mobilitare i propri elettori. «Merkel unisce Seehofer e Wulff», scrive Focus, in riferimento alle posizioni più a destra del capo della Csu bavarese Horst Seehofer, che per primo aveva dichiarato finito il 'multikultì. Secondo i commentatori, la presa di posizione del leader Csu, ha forzato la mano alla Merkel costretta a intervenire prima che la formazione politica si spaccasse ulteriormente su immigrazione e integrazione.

 

Recenti sondaggi mostrano che il 50% dei tedeschi non gradisce i musulmani, che con i loro 4 milioni sono circa il 5% della popolazione. Oltre il 35% pensa che la Germania sia «sommersa» dagli stranieri, e un inquietante 10% sente addittura nostalgia di un «Fuehrer». Il dibattito sull'immigrazione è riesploso a Berlino anche grazie al libro dell'ex alto funzionario della Banca centrale tedesca Thilo Sarrazin, per il quale il paese «si abbrutisce» sotto il peso degli immigrati musulmani. Il volume («La Germania va in pezzi») è un successo tra il pubblico, ma è stato condannato dalla classe politica tedesca anche per certi echi antisemiti. Stephan Kramer, segretario generale del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, ha giudicato il dibattito sull'immigrazione «esagerato, ipocrita ed isterico... dopo sole otto settimane dalla pubblicazione del libro di Sarrazin, più il dibattito prosegue, e più il suo livello si abbassa».

 

Ma Angela Merkel non si è limitata alla questioen multiculturale ed è passata alla politica internazionale dove ha auspicato una riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite che preveda un seggio comune e permanente per l'Unione europea: «Oggi nessun paese può risolvere da solo i problemi globali e internazionali. Siamo tutti interdipendenti, dobbiamo cooperare», ha dichiarato il Cancelliere tedesco nel suo messaggio settimanale in video-podcast.

 

La Germania entrerà a far parte il primo gennaio del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nell'ambito della rotazione biennale dei suoi membri. Un'occasione, secondo Merkel, per assumersi maggiori responsabilità internazionali, ma che non deve far dimenticare la necessità di una riforma del consesso che vada di pari passo con i modificati equilibri del pianeta dopo la fine della Guerra Fredda e della caduta del Muro di Berlino.

Nel messaggio Merkel ha anche fatto riferimento al prossimo vertice della Nato a Lisbona al quale sarà invitata anche la Russia di Valdimir Putin: in quell'occasione «parleremo anche di come sarà possibile far cooperare meglio la Russia con la Nato. Poiché l'era della Guerra fredda è ormai definitivamente chiusa». L'apertura al seggio permanenete europeo potrebbe voler dire mettere in soffitta la richiesta ,sempre osteggiata dall'Italia, di un seggio permanente tedesco al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. E questa sarebbe veramente uan grossa novità.

 

Mentre Angela Merkel si dibatte in questioni come l'integrazione, la riforma dell'Onu e il contestato progetto di 'Stuttgart-21', sui media tedeschi si fa più insistente la voce di un aspirante alla successione del cancelliere tedesco, nella figura del popolare ministro della Difesa, Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu). Ed eventualmente anche alla guida della Csu, il partico conservatore bavarese, gemello della Cdu di Angela Merkel.

 

Chiamato in causa, Guttenberg ha definito ovviamente queste speculazioni "bizzarre". La Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) , il più autorevole quotidiano tedesco, l'aveva tirato in ballo negli ultimi giorni come possibile successore di Angela Merkel. Oggi è il turno del settimanale Spiegel che nell'edizione in edicola domani titola: "I fantastici Guttenbergs. Una coppia verso la Cancelleria". Le speculazioni sull'ascesa di Guttemberg provocano scompiglio in seno all'Unione e lo stesso ministro si dichiara spaventato dalle aspettative dei suoi concittadini che vedono in lui un salvatore di fronte al crollo dei consensi dell'Unione.

 

L'ANALISI - Il ritorno alle origini del Cancelliere

 

Riflessione personale:I Tedeschi sono sempre della stessa pasta, il loro cambiamento dopo anni e anni di nazionalsocialismo il mio popolo non se l'è mai bevuto come il Belgio e tanti altri.. :afraid:

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Guest burro.e.miele

Io avrei copia-incollato anche il seguito dell'articolo che era sul Sole24h.

Detto questo, occorre fare una distinzione tra società multiculturale e società multietnica: die Bundeskanzlerin ha detto solamente ciò che tutti possono constatare con i propri occhi. In Germania, così come in qualsiasi altra Nazione europea o del Mondo, non è possibile, in nome dell'accoglienza e del rispetto, cancellare, erodere progressivamente un patrimonio culturale, un'identità nazionale. Il discorso è impostato su un piano prettamente culturale, non etnico: la Germania è sempre stata, fin dal Secondo Dopoguerra, uno Stato aperto all'immigrazione, purché questa risulti regolare, vantaggiosa per la Nazione e rispettosa della cultura tedesca. Per non parlare della questione economica: la Germania, come già detto, è uno Stato che convive e trae vantaggi dal fenomeno dell'immigrazione da decenni, tuttavia questo è in calo, poiché nel corso del tempo (fine anni '90) si è rivelato svantaggioso per l'equilibrio socioeconomico del Paese. Il welfare state non è materialmente in grado di assistere decentemente chi entra nel Paese, la pressione fiscale è elevata e lo scontento cresce tra la popolazione. È un problema che gli stessi socialdemocratici (sinistra, eh! mica noi perfidi e brutti nazisti di destra) hanno tentato di affrontare, con una legge sull'immigrazione che ponesse più limiti, che riducesse il flusso. Tante altre Nazioni del Nord Europa, io conosco bene il caso norvegese, si stanno muovendo nello stesso senso: necessità di ridurre il flusso migratorio in entrata, integrazione culturale della popolazione residente straniera (in Norvegia si vuole perfino proporre un test di lingua e cultura per l'acquisizione della cittadinanza) e tutela della cultura e dell'identità nazionale. Ah, dimenticavo: l'attuale governo norvegese è retto da una coalizione rød-grønn, comunista ed ecologista. O forse è solo un travestimento, che siano anche i norvegesi dei nazionalsocialisti, sotto sotto...

Una società può apparire multietnica, ma deve avere un'identità nazionale, deve riconoscersi in valori comuni originari. Senza essere drastici, nessuno vuole proporre l'annientamento culturale delle varie etnie che compongono un Paese, si chiede che queste s'integrino tramite la conoscenza della lingua, la condivisione di particolari valori culturali. La stessa Francia, la tua Francia, ha recentemente discusso e, se non erro, promulgato al Senato quel divieto di indossare il velo integrale in pubblico, perché lesivo della dignità dell'individuo e anche perché non contemplato nella cultura occidentale. Per non parlare dei recenti rimpatri forzati di rom. Una società multiculturale non permetterebbe queste necessarie discriminazioni.

Il crollo dei consensi all'attuale coalizione di Governo tra i conservatori è da ricercarsi in due cause: la situazione economica certamente non ottimale e la difficoltà di mediazione tra le parti componenti la coalizione (dai conservatori ai liberali, passando per i centristi democristiani). In conclusione, appoggio la riflessione della Merkel e spero che vengano prese iniziative politiche in questo senso. La sostenibilità non passa solo dalla tolleranza e dalla tutela dell'individuo, ma anche dalla conservazione del sistema in cui la sostenibilità stessa si sviluppa, sistema che è messo in pericolo da infiltrazioni ideologiche e culturali non-occidentali non controllate. Assimilare ciò che è costruttivo, ripudiare ed espellere ciò che destabilizza e mina il sistema e l'insieme di valori che caratterizzano l'identità nazionale, o, se vogliamo, l'identità occidentale.

 

 

 

Riflessione personale:I Tedeschi sono sempre della stessa pasta, il loro cambiamento dopo anni e anni di nazionalsocialismo il mio popolo non se l'è mai bevuto come il Belgio e tanti altri.. :D

 

 

Permettimi di dirti che questa è una caduta di stile che potevi evitare e non mi aspettavo, specie dopo il ricco e dettagliato copia-incolla da un'autorevole testata come il Sole 24 Ore...

Comunque, anche noi vi amiamo  :)... sai cosa si dice generalmente dei Francesi in Germania? "Die Welt hat Affen. Europa hat die Franzosen". A chi non è mai piaciuta la gabbia delle scimmie allo zoo?  :D

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Tutto il tuo discorso filerebbe benissimo se solo potessi definire con precisione cosa intendi per "patrimonio culturale" o "identità nazionale". Pure io conosco il caso Norvegia e ti posso garantire che il test di lingua norvegiese non ha come base la tutela dell'identità nazionale o il protezionismo del loro patrimonio culturale. Casomai siamo alle antipodi: trattasi di un ulteriore tentativo di integrazione degli immigrati che, peraltro, non solo condivido ma auspico venga preso come esempio di civiltà in tutt'Europa.

Che le persone per strada si rendano riconoscibili, senza veli, maschere o trucchi mi sembra più una conferma di quanto è a tutti ovvio e cioè legalità e buon senso. Se poi dietro ai veli si celano anche diritti negati di donne in stati di semischiavitù, allora non stiamo parlando più di buon senso ma di diritti umani. Qualsiasi altra interpretazione sarebbe, a dir poco, retrograda e poco intelligente. La frase poi "non contemplato dalla cultura occidentale" l'hai aggiunta te, appunto.

Ed è proprio questa la discussione che si dovrebbe tenere quindi: Cos'è che in realtà percepiamo come destabilizzante negli immigrati? E poi, se li mandassimo di ritorno a casa loro, siamo davvero sicuri che la pressione fiscale diminuirebbe? E se si, fino a che punto? Lo sappiamo davvero? Oppure l'unica cosa che cambierebbe è che non vedremo più "musi colorati" nelle fermate dei bus?

"Limitare i flussi migratori" è un'altra di quelle frasette fatte che fa proprio ridere. In Italia, da quando il Presidente Berlusconi ha siglato patti con la Libia i cosidetti flussi migratori si sono ridotti. E' vero. Ma di quali flussi migratori stiamo veramente parlando? Sei mai stato in un'ambasciata per chiedere di diventare un immigrato LEGALE in un paese Europeo? Conosci qualcuno che da fuori dall'Europa sia riuscito ad ottenere permessi e visti per venire a lavorare? O meglio, saresti in grado di dirmi se ci sono liste di collocamento nelle ambasciate Europee in giro per il mondo? No, non ci sono. E non ci sono mai state, memmeno quando la crisi non c'era e l'Europa in toto si sfregava le mani grazie alla mano d'operqa a buon mercato che gli immigrati rappresentavano.

Mi spiego meglio:

Se proprio di cultura vogliamo parlare, dovremmo forse dire che la Germania, negli anni 20 e successivi, quando era in mezzo ad una depressione economica senza precedenti, vide nascere, crescere e vincere l'ideologia nazional-socialista?

L'Olocausto non è storia antica, ma molto recente, e vive nei ricordi di tutti noi europei, voi assieme all'Austria ne siete stati il simbolo del più grande ed orribile genocidio umano...

Certo, oggi non siamo più quelli di allora. Né voi tedeschi, né gli italiani, né tantomeno noi francesi. Ma è un dato di fatto che le condizioni in cui quella realtà si sviluppò sotto lo sguardo inerme di tutti si sta riproponendo.

Che qualcuno alzi la guardia e dica ALT, ACHTUNG, ATTENTION, o quello che vuoi, non lo vedo così blasfemo.

Se poi, insisto, per insieme di valori intendete ben altro.... Vedi te.

A me la puzza di spezie stranee alla mia "cultura culinaria" non da fastidio, non la ritengo destabilizzante né tantomeno m'infastidisce.

Persino in questa crisi avreste lasciato la Grecia alla giostra degli eventi, non fosse stato per il caposaldo della Francia ,la vostra cara Merkel troppo presa dai suoi affari interni e calo popolare si era forse dimenticata il perché è nato l'euro?? Vogliamo poi indagare fino in fondo da dove viene questa crisi mondiale?? Noi francesi siamo molto diversi da voi, lo siamo sempre stati, e non abbandoneremo mai nessuna nazione in difficolta tra i fratelli europei... Cosa che voi fareste senza battere ciglio e l'avete dimostrato . Il nostro unico peccato è stato l'Asse con voi (mia personale opinione), ma la paura della nostra alleanza con Mosca era troppo forte e per il mondo in piena guerra fredda sarebbe stato destabilizzante, diciamo che abbiamo fatto un regalo all'Europa.. E non mi riferisco all'Euro che abbiamo inventato noi o alla bandiera europea inventata sempre dai francesi, ma dai fatti...

Ein kahn nür siegen und Das sind Wir ! Der Sieg wird unser sein ! » scrivetela nel diaro dei bei ricordi, visto che non sarà mai più così.... In realtà non lo è mai stata, e non dimenticarti che oggi la Francia è la terza potenza nucleare del pianeta , le cose quindi sono ben diverse dai tempi del vostro capo psicopatico... :) A differenza di voi ,noi non odiamo i tedeschi!  :D

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Guest burro.e.miele

Tutto il tuo discorso filerebbe benissimo se solo potessi definire con precisione cosa intendi per "patrimonio culturale" o "identità nazionale". Pure io conosco il caso Norvegia e ti posso garantire che il test di lingua norvegiese non ha come base la tutela dell'identità nazionale o il protezionismo del loro patrimonio culturale.

 

Oh, no. È qui invece che ti sbagli: lo scopo del test è accertare l'inserimento dell'immigrato nella società norvegese, appurare quanta cultura norvegese sia penetrata nel bagaglio dell'immigrato. Con l'acquisizione di cittadinanza, viene accettata l'identità nazionale da parte dell'immigrato. Che senso avrebbe, altrimenti, concedere cittadinanza ad un individuo che non si riconosce nei valori e nella cultura della Nazione di cui vuol far parte? Piuttosto ti chiedo cosa intendi per "integrazione": io so solo che non significa né assimilazione totale, né accettzione a priori.

 

Cos'è che in realtà percepiamo come destabilizzante negli immigrati?

 

Semplicemente quegli apporti culturali incompatibili con la cultura occidentale o nazionale: tu parli di diritti umani, riferendoti al caso del velo integrale, ma devi capire che nelle culture dei Paesi che permettono ciò i diritti umani spesso non sono contemplati (non a caso molti Paesi Islamici sono cofirmatari di una dichiarazione parallela, ma non uguale). Ma il discorso si potrebbe estendere a tanti altri aspetti, dalla mentalità ai rapporti in genere tra gli individui, fino al peso della religione nella cultura in genere.

 

Conosci qualcuno che da fuori dall'Europa sia riuscito ad ottenere permessi e visti per venire a lavorare? O meglio, saresti in grado di dirmi se ci sono liste di collocamento nelle ambasciate Europee in giro per il mondo?

 

Esistono agenzie di collocamento che operano a livello internazionale ed extraeuropeo. Molti turchi sono giunti in Germania tramite queste agenzie. È ovvio che non è un canale molto usato a livello globale, perché l'intermediazione dell'agenzia prevede dei costi, che non tutti i potenziali immigrati sono in grado di affrontare. In ogni caso, nessuno nega un visto turistico, con il quale è possibile trasferirsi per cercare lavoro nei termini del visto stesso. Si pretende solo che chi giunge in qualità d'immigrato in un Paese, abbia una fonte di reddito, una residenza e sia penalmente pulito. La maggior parte degli irregolari, giungono con un regolare visto turistico in Europa, il problema è che chi non trova lavoro non sempre decide di tornare al Paese di provenienza: spesso prosegue nella ricerca oppure si dà ad attività criminali, per sopravvivere, in ognicaso non è in grado di procurarsi un reddito regolare, una regolare residenza e soprattutto non è penalmente pulito.

 

Persino in questa crisi avreste lasciato la Grecia alla giostra degli eventi, non fosse stato per il caposaldo della Francia ,la vostra cara Merkel troppo presa dai suoi affari interni e calo popolare si era forse dimenticata il perché è nato l'euro?? Vogliamo poi indagare fino in fondo da dove viene questa crisi mondiale??

 

L'unica ragione per cui la Germania e la tua stessa Francia, nonché l'Italia e i restanti membri UE, hanno aderito al bailout greco è per personalissimo interesse, non per assurde idee di fratellanza o altro. La stabilità della valuta è un interesse caro a tutti. Il fatto che la Merkel abbia criticato alcuni punti del bailout è giustificabile dal comportamento della Grecia: conti truccati per entrare in Ue, spesa pubblica folle e assolutamente insostenibile relativamente all'entrate in bilancio per lo stato greco, corruzione e spreco non dissimili da quelli italici,... è giusto aiutare chi si trova in difficoltà, causa mala sorte e congiuntura economica, non chi ha creato i guai con le proprie mani. Ripeto, la Grecia è stata aiutata solo ed esclusivamente per tutelare gli interessi degli altri Stati.

Noi siamo stati onesti nell'ammetterlo, altri hanno bisogno di condire il tutto con belle parole per mandare giù il boccone amaro e farsi belli davanti alla comunità internazionale.

 

 

Ein kahn nür siegen und Das sind Wir ! Der Sieg wird unser sein ! » scrivetela nel diaro dei bei ricordi, visto che non sarà mai più così....

 

Cito solo questa parte, per racchiudere tutte le provocazioni varie che hai fatto al popolo tedesco, richiamando alla memoria gli orrori della Storia.

Abbiamo pagato i nostri sbagli. Non vedo la necessità di ribadire ogni volta il passato: pare che per molti, sia l'unico modo per tentare di giustificare le proprie assurde tesi. Forse che non hanno altri argomenti convincenti.

 

Il nostro unico peccato è stato l'Asse con voi (mia personale opinione), ma la paura della nostra alleanza con Mosca era troppo forte e per il mondo in piena guerra fredda sarebbe stato destabilizzante, diciamo che abbiamo fatto un regalo all'Europa..

 

Diciamo piuttosto che avete pagato il debito di aiuti al resto degli Alleati, USA in testa. Vedo piuttsto il comportamento della Francia dal '46 al '59 come un riciclaggio della medievale politica dell'equilibrio: ricerca dell'indipendenza politica allontanandosi da entrambi i blocchi, saltellando da una parte all'altra. E la conferma la si ha durante la Presidenza de Gaulle, nel cuore della Guerra Fredda. Ma queste sono cose che non c'entrano con il resto del discorso. Chiuso OT.

 

 

E non mi riferisco all'Euro che abbiamo inventato noi o alla bandiera europea inventata sempre dai francesi, ma dai fatti...

 

In qualche modo, in una famiglia si cerca di colmare le deficienze reciproche, per il bene comune: la creatività la lasciamo a voi (per la bandiera, intendo), il controllo economico lo gestiamo noi (ma tu saprai certamente tutta la questione della reserve currency e dell'eredità tedesca, quindi non mi soffermo).

Per la moneta unica, t'invito ad approfondire la ricerca, magari partendo da un certo signor Stresemann...

 

A differenza di voi ,noi non odiamo i tedeschi!

 

Neppure noi i Francesi. Proviamo sentimenti analoghi a quelli che i Francesi provano per noi.

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Quando parliamo di "multiculturalismo alla tedesca" noi dobbiamo considerare

che fin dall'inizio abbiamo a che fare con una equivoca formula che mette insieme

diversi approcci politici.

 

Quello di destra legato all'ideale della omogeneità etnoculturale ( la Kulturnation

germanica o il Volkstum monoculturale )

 

Quello di sinistra secondo cui il multiculturalismo doveva contrastare l'assimilazionismo

e la tentazione di poter "germanizzare" minoranze culturali ( ovvio il richiamo storico

allo spauracchio che questo potesse implicare una superiorità, o una dominanza )

 

Tuttavia questo modello in senso stretto è già stato superato dalla legge sulla cittadinanza

del 1999 e dalla nuova legge sull'immigrazione del 2004 che presuppongono il passaggio alle

politiche del "pretendere e sostenere" l'integrazione.

 

Bisogna quindi vedere a cosa veramente mira la svolta della Merkel in concreto, soprattutto

rispetto alla dialettica coi liberali.

 

E bisogna farlo tenendo in considerazione che anche in Germania lo scontro ha assunto le

vesti del problema religioso e che la soluzione non è indifferente rispetto alla definizione

in senso cristiano o peggio cattolico dello spazio pubblico ( vedi Costituzione della Baviera

e sentenze sul crocifisso nelle aule laddove esista una definizione non laica )

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