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Se l'Italia ci abbandona siamo soli....


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La polemica sui rom infiamma l'Europa e carica di tensione il vertice Ue di Bruxelles

 

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Vergogna, conflitto, psicodramma: nella polemica sui rom tra la Francia e l'Ue si mobilitano gli editorialisti di tutta Europa mentre a Bruxelles si è aperto un vertice europeo carico di tensione. L'appoggio che Silvio Berlusconi ha dato a Nicolas Sarkozy in un'intervista a Le Figaro mostra che non è solo un problema tra l'Eliseo e Viviane Reding, commissario Ue ai diritti dei cittadini.

 

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"La Francia non è sola", nota allarmato il Guardian in un editoriale intitolato "Il trattamento dei rom: la vergogna di un continente". "Sarebbe un'amara ironia", scrive il quotidiano britannico, "se gli europei non riuscissero a riconciliare il loro prezioso diritto alla libertà di movimento con la comunità rom". La "sistematica discriminazione"dei rom nell'Europa dell'Est, con l'allargamento dell'Ue è dilagata a ovest, nota il Guardian citando i casi di espulsione che si sono verificati Danimarca, Svezia, Germania, Belgio e in Italia: "Gli italiani hanno usato la presenza dei rom come ragione per dichiarare lo stato d'emergenza". Un altro commento pubblicato dal Guardian spinge la critica più in là: "La Francia merita di essere cacciata fuori dall'Ue per la deportazione dei rom",suggerisce provocatoriamente Louise Doughty.

 

Un editoriale del Financial Times punta il dito sulle "azioni vergognose di Sarkozy" nei confronti dei rom e auspica un ripensamento dell'approccio francese. La disputa sulla politica della Francia sull'immigrazione è "venuta allo scoperto in modo spettacolare", scrive il Ft, e ciò è "un imbarazzo" per Sarkozy nel momento in cui cerca di rilanciare la sua presidenza al G20 (la cui guida a novembre passerà alla Francia).

"Come membro dell'Ue – si legge ancora sul Ft - la Francia ha aderito a una serie di valori fondamentali e ammirevoli. Deve onorarli. Questo include non discriminare la gente sulla base della loro etnia". Il quotidiano invita Sarkozy anche a riflettere sulla propria retorica "incendiaria" su temi sensibili come l'immigrazione.

 

Per la stampa francese, il problema dei rom dominerà il summit di Bruxelles. Se Les Echos parla di "psicodramma", Le Monde denuncia il "conflitto aperto" tra Sarkozy e l'Europa e sul suo sito web nota che l'Italia "è il solo paese europeo dove Nicolas Sarkozy ha trovato un franco sostegno nella persona di Silvio Berlusconi". Vengono riprese le dichiarazioni sui rom rilasciate da Berlusconi nell'ampia intervista a Le Figaro ("Sostengo Sarkozy"): secondo il premier italiano la Reding "avrebbe fatto meglio a trattare la questione in privato con i dirigenti francesi prima di esprimersi pubblicamente" e l'Ue "non ha ben compreso il problema, mentre il presidente Sarkozy "ne è pienamente cosciente. Speriamo che la convergenza franco-italiana aiuti a scuotere l'Europa e ad affrontare il problema con politiche comuni". In compenso, continua le Monde, una parte della stampa italiana si è unita al coro delle critiche contro la politica della Francia nei confronti dei rom.

Libération avverte in un editoriale che la politica sui rom rischia di essere un boomerang per Sarkozy. "Solo Berlusconi e la sua molto xenofoba alleata, la Lega Nord, hanno dato il loro sostegno al capo dello stato". Il quotidiano di sinistra francese si domanda anche, in un dibattito audio, se sui Rom il presidente francese sia pronto a sacrificare l'Europa.

 

"L'Europa contro Sarkozy" è il titolo dell'editoriale di El Pais. Per il quotidiano spagnolo, l'iniziativa della Reding, che intende raccomanda una procedura d'infrazione contro la Francia, ricorda al governo francese che "il populismo elettorale a spese delle minoranze ha un limite". Altri titoli sul sito di El Pais danno eco alle parole del premier italiano su Le Figaro: "Berlusconi appoggia Sarkozy nella deportazione dei gitani" e ancora: "Berlusconi: Reding avrebbe dovuto parlare con Sarkozy prima di farlo in pubblico". La cronaca di El Pais ricorda che il governo Berlusconi ha intrapreso "la sua crociata antizingari nell'aprile 2008".

El Mundo titola: "Berlusconi e Merkel criticano la durezza delle parole di Reding contro Sarkozy". La leader tedesca, Angela Merkel, ha infatti criticato il "tono" delle parole della Reding e il paragone fatto con la Seconda guerra mondiale. La Merkel ha però anche detto che l'esecutivo europeo ha il dovere di garantire il rispetto della legislazione europea.

 

In un commento sull'International Herald Tribune - "I rom e l'Ue" - James Goldston si domanda se la presa di posizione della Reding indichi un cambiamento di politica della Commissione europea. A suo parere, lo diranno due test: 1) la Commissione porterà la Francia davanti alla Corte di giustizia? 2) se sì, lo farà solo con la Francia? O comincerà a citare in giustizia anche gli altri paesi Ue?

L'opinionista del Tribune cita il caso dell'Italia, le iniziative per smantellare i campi rom e lo stato d'emergenza promulgato dal governo Berlusconi. E aggiunge che la Francia e l'Italia "non sono sole". Le espulsioni francesi sono solo la più recente e visibile manifestazione di un pregiudizio che "sta avvelenando l'Europa".

Non c'è da sorprendersi, se, come scrive l'Ap in un lancio ripreso sul Washington Post e altri siti Usa, "La guerra di parole con la Francia rischia di oscurare il vertice Ue".

 

 

Manca il link alla Fonte!

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Ma magari fosse una questione di Desta o Sinistra, o di una Destra o Sinistra.

 

 

Giusto in questi giorni ho tra le mani un Bracher per un esame:

 

"La forma più rigorosa ed esclusiva nella quale è possibile riconoscere il carattere delle ideologie moderne è quella che nasce con la comparsa di obiettivi politici e stili mentali totalitari. Nelle concezioni del mondo totalitarie - siano esse imputate alle vecchie stratificazioni del pensiero monocratico o dedotte dal rousseauianesimo e dall'egualitarismo radicale della Rivoluzione francese oppure attribuibili alle estremizzazioni radicali di sinistra e destra del socialismo e nazionalismo - è possibile cogliere in particolare la natura e la funzione del processo di ideologizzazione nello Stato e nella società.

Il nucleo attorno al quale ruota questo processo è la tendenza ad una estrema semplificazione di realtà complesse: la pretesa cioè di ridurle ad un'unica verità e nello stesso tempo di scinderle nella dicotomia buono-cattivo, vero-falso, amico-nemico, di definire bipolarmente la realtà mediante un unico modello esplicativo, come cercano di fare in particolar modo la teoria marxista delle classi o la teoria nazionalsocialista delle razze. L'elaborazione di stereotipi del nemico e di strategie del capro espiatorio sono altrettanto importanti, come strumento di semplificazione e integrazione sociale e di pluralismo politico, delle vaghe promesse e delle visioni che ne rappresentano il corrispettivo "positivo". Si viene incontro al bisogno di orientamento e di sicurezza promettendo criteri e principi autentici che poggiano a loro volta su una base altrettanto fideistica e pseudo-scientifica."

 

Karl Dietrich Bracher, Il Novecento - Storia delle ideologie, Biblioteca Universale Laterza, 1990, traduzione di Enzo Grillo.

 

Corsivi nell'originale.

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