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Muore a 88 anni Luciano Erba


Isher

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Un altro grande poeta che muore. Luciano Erba, 88 anni, milanese, poeta, critico letterario,

illustre francesista, figura di spicco del gruppo dei cattolici del dissenso.

 

http://www.corriere.it/cultura/10_agosto_03/poeta-luciano-erba_0dba16f6-9f3c-11df-ad0c-00144f02aabe.shtml

 

Gli anni quaranta

 

Sembrava tutto possibile

lasciarsi dietro le curve

con un supremo colpo di freno

galoppare in piedi sulla sella

altre superbe cose

apparivano all’altezza degli occhi.

Ora gli anni volgono veloci

per cieli senza presagi

ti svegli da azzurre trapunte

in una stanza di mobili a specchiera

studi le coincidenze dei treni

passi una soglia fiorita di salvia rossa

leggi "Salve" sullo zerbino

poi esci in maniche di camicia

ad agitare l’insalata nel tovagliolo.

La linea della vita

deriva tace s’impunta

scavalca sfila

tra i pallidi monti degli dei.

 

 

Affinità

 

Per aver perso la strada

contro la nebbia

non ho più fretta.

Ogni tanto un passo

come il corvo

che batte l'ala, sbadato.

Se mi vedi con gli occhi sulle stoppie

è come l'alba

che sapemmo amare.

 

 

La Grande Jeanne

 

La Grande Jeanne non faceva distinzioni

tra inglesi e francesi

purché avessero le mani fatte

come diceva lei

abitava il porto, suo fratello

lavorava con me

nel 1943.

Quando mi vide a Losanna

dove passavo in abito estivo

disse che io potevo salvarla

e che il suo mondo era lÏ, nelle mie mani

e nei miei denti che avevano mangiato lepre in alta montagna.

 

In fondo

avrebbe voluto la Grande Jeanne

diventare una signora per bene

aveva già un cappello

blu, largo, e con tre giri di tulle.

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( visto che nel forum l'argomento è dibattuto...e prende)

 

 

Un gatto intellettuale

 

Esplora tutte le scatole

perlustra tutti i cassetti

curiosare per decifrare

questo è il gatto ermeneutico.

 

Il suo pensiero forte è miagolare

di notte tra i parafulmini sul tetto

il suo pensiero debole ma sapenziale

ronfare davanti al caminetto.

 

Altro gatto ermeneutico

 

Con te mio gatto non si può mai dire

il principio di causa non funziona

prevedo una tua mossa, allora sbaglio

ci penso, mi correggo, sbaglio ancora.

 

S'inseguono, rimbalzano, volteggiano

la causa efficiente e la finale:

mi devo rassegnare a non capire?

m'inviti invece a capire di più?

 

Staresti forse dalla parte del nulla?

oppure arrivi da terre di mezzo

tra essere e non essere? alla finestra

 

accarezzo il tuo dorso di velluto

il mondo di fuori mi ricerca

è così che dilegua il mio assoluto.

 

 

Un gatto post-euclideo

 

Meridiane, clessidre, misurata

cadenza di gocce nelle grotte

l'aritmetica noia del sistema

le ore spietate della notte.

 

Ma osserva il gatto come serra e stringe

il tempo intero tra le zampe davanti

inerziale, lui guarda uomini e cose

anche se balza in vista di vai a sapere:

 

s'invola allora oltre spinosi varchi

scappa e corre in no time

per dispettosi guadi e aridi suoli.

 

Il suo rapporto con lo spazio - tempo

svela visioni di relatività

mi fai capire, gatto, E-mC² : a metà.

 

 

Un gatto mistico

 

…poi d'un tratto smetti le tue fusa

spalanchi gli occhi, guardi fisso davanti

tutto preso dal vuoto della stanza,

dove a me non riesce di vedere

altro che spazio, mobili e specchiere.

 

Mi vuoi dire chi abita il tuo nulla?

come fai a guardare chi è nessuno?

oh giochi di parole , oh magistrati

tu sì capisci l'essere, contempli…

Meister Eckhart domestico, dammi i tuoi tempi!

 

 

Un gatto informatico

 

Gli inglesi direbbero she's kneading

sta impastando, la mia gatta of course

quando preme le sue zampe davanti

(mia zia invece diceva pesta l'uga).

 

Sto parlando di te gattina nera

saltata in grembo ti sei messa a pigiare

trattando il mio ventre da tastiera

 

quasi io fossi un computer da digitare :

batti lunghi messaggi, fai le fusa

mi guardi, non schiacci alla rinfusa.

Sub coelis sono strumento e meta

 

un io-computer che ribatterà

al tuo segnale dal profondo emerso

con carezze crocchette e qualche verso.

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Secretwindow

Contribuisco al topic con questa poesia che mi ha colpito.

 

 

Il tranviere metafisico

 

Ritorna a volte il sogno in cui mi avviene

di manovrare un tram senza rotaie

tra campi di patate e fichi verdi

nel coltivato le ruote non sprofondano

schivo spaventapasseri e capanni

vado incontro a settembre, verso ottobre

i passeggeri sono i miei defunti.

Al risveglio rispunta il dubbio antico

se questa vita non sia evento del caso

e il nostro solo un povero monologo

di domande e risposte fatte in casa.

Credo, non credo, quando credo vorrei

portarmi all’al di là un po’ di qua

anche la cicatrice che mi segna

una gamba e mi fa compagnia.

Già, ma allora? Sembra dica in excelsis

un’altra voce.

Altra?

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