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Troverò mai il coraggio di dirglielo?


Akira86

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Ormai sono quasi tre anni che ho accettato la mia omosessualità.

Nessuno dei miei amici ha avuto nulla da ridire a tal proposito e tutti mi sono rimasti accanto.

Ho fatto CO con mia sorella circa un anno fa e più recentemente con mio fratello. All'inizio entrambi sono rimasti sconvolti dalla notizia ma ora sono tranquillissimi.

Lo sanno tutti anche all'università e non ho nessun problema a dire a chiunque che sono gay.

 

Rimangono soltanto loro: i miei genitori.

Lo scorso settembre, dopo continue e pesanti litigate ho detto a mia madre di avere dei dubbi sulla mia sessualità e che probabilmente sarei gay.

La sua reazione è stata tremenda, mi ha detto di non rivelare a nessuno una cosa del genere e che devo trovarmi una ragazza perché l'omosessualità è malsana. Il suo giudizio mi pesa da morire, vorrei dirle apertamente che ormai non ho più nessun dubbio e che l'idea di passare la vita con una donna l'ho abbandonata da un bel pezzo.

A gennaio scorso c'è stato l'ultimo pesantissimo litigio, in cui io sono andato per 3 giorni a casa di mia sorella e per le seguenti 2 settimane non ci siamo parlati.

Lei ci sta male da morire, lo vedo, questa cosa la tormenta e non le permette di essere serena.

Io da una parte ci sto male perché ormai non sembriamo nemmeno più una madre e un figlio, dall'altra la rabbia nei suoi confronti è talmente tanta che vorrei tanto mandarla a quel paese.

Mio padre sembra non volerne sapere nulla, ci lascia litigare senza mai dire la sua e pare che non si immagini minimamente che io sia gay.

C'è da considerare il fatto che i miei non sono così giovani, mio padre ha 60 anni e mia madre ne ha 58, e sono cresciuti tutti e due in ambienti estremamente chiusi di mente ed estremamente cattolici.

Negli ultimi tempi la situazione sembra andare meglio, sia mia madre che mio padre sono più tranquilli, ma quanto durerà tutto questo? Ho paura che da un momento all'altro tutto possa peggiorare e di non essere in grado di affrontarli.

I miei fratelli mi stanno consigliando di non dire nulla, di laurearmi quanto prima e di andare vivere da solo.

 

Secondo voi che dovrei fare?

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Cerchiamo di non postare commenti monoriga e diamo un nostro piccolo contributo... su... ci vuole poco e serve a tutti, prima di tutto a fare un po' di autoanalisi!

 

Akira, avendolo ormai detto a tua madre credo che adesso il giusto approccio possa solo essere quello di tenere il timone ben fermo sulla rotta che hai segnato: più tu ti dimostrerai sereno nel tuo vivere l'omosessualità, più sarà facile per loro accettare che la tua non è una sciagura, che la tua vita è come quella di tutti i tuoi coetanei e via dicendo.

Tentennare non ti aiuta, perchè insinua in loro la falsa illusione che la tua possa essere una errata interpretazione di, magari, non avere la fidanzata o cose simili.

Non è facile, lo comprendo bene... sono il primo che in famiglia (per mille motivi che non sto a spiegare) al momento non è dichiarato, ma quando si fa il passo è deleterio tentare di tornare indietro...hai presente quando per attraversare un fosso finisci per essere a gambe spalancate a cavallo dell'acqua?!? Ecco, occorre evitare quella situazione, un bel balzo e si passa il fosso in un colpo! :look:

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Laurearti, andare a vivere da solo, e senz'altro dirglielo.

 

Non dirglielo, soprattutto a tua madre, peserebbe su di te ingenerandoti un sottile ma profondo senso di colpa,

oppure un malessere, comunque qualcosa di negativo che ti farebbe male.

 

Puoi anche dirglielo prima, utilizzando la forza dirompente di una sana incazzatura, che ti permetta di sbottare

e di dirglielo con il supporto e l'aiuto di tale incazzatura. Questo se per caso non vuoi aspettare troppo (non so

quando te ne potrai andare via). Ma devi sapere che tua madre - come tutte le madri, a parti felici eccezioni -

reagirà immusonendosi, incupendosi, facendoti sentire tutto il suo malessere: è una reazione tipica e molto

"materna". Dovrai difenderti, non essere passivo ricettore di tutto ciò. E dovrai prima ancora valutare se te la senti

di affrontare e reagire a questo.

 

Se non te la senti, diglielo, a entrambi, quando te ne andrai, e volerai verso la vita che ti sei creato e conquistato.

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Mother Fucker

Cerchiamo di non postare commenti monoriga e diamo un nostro piccolo contributo... su... ci vuole poco e serve a tutti, prima di tutto a fare un po' di autoanalisi!

Monoriga o meno,il mio era un semplice consiglio..

Ha scritto che la sorella ha una casa propria,deduco che è più grande,quindi ho pensato che se chiedesse aiuto ai fratelli la situazione potrebbe migliorare,i genitori potrebbero starli a sentire..avessi io sta fortuna.

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Sognatore91

Akira, è davvero triste leggere di certe reazioni da parte dei genitori. Io ho detto tutto ai miei questo settembre grazie all'aiuto di mia sorella (se ti può servire, ho scritto tutto in un post...). Io ho scelto un modo abbastanza comune: ho scritto una lettera. Può sembrare banale, ma se riesci a caricare quel foglio di carta con tutti i tuoi sentimenti, sarà sicuramente una grande cosa!

Devi riuscire a fare capire ai tuoi che non sei malato, che sei una persona come tante altre, con problemi simili a tante altri ragazzi, ma nello stesso tempo sei unico, e sei loro figlio... Hai una vita da vivere, hai bisogno di tutto il sostegno possibile... soprattutto di coloro che ti hanno messo al mondo...

 

Spero davvero che tu riesca ad abbattere questa barriera che si è creata... e ovviamente se dovessi avere bisogno di qualche consiglio, non esitare a chiedere :look:

 

Un abbraccio!!

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Penso anche io che tu non ti debba scoraggiare. Sei già stato molto coraggioso a parlare di te praticamente a chiunque e questo è un enorme vantaggio sul quale devi assolutamente fare appoggio. Molti non sono nella tua stessa situazione e nonostante tutto devono affrontare problemi dello stessa gravità se non maggiore. Certo, il problema dei genitori è quasi sempre il più complicato da affrontare, lo capisco, lo hanno sentito tutti suppongo e non a caso tu lo hai lasciato per ultimo. Ma pensa che è l'ultimo scoglio e poi potrai vivere più sereno. Per darti qualche consiglio più concreto, tua madre penso si sia già messa in modalità "protezione" nel senso che ha paura di una tua eventuale rivelazione, cosa che in effetti è già successa in parte ma che lei è ruscita a reprimere dentro di sé con la forza della disperazione, oserei dire. Secondo me dovresti cercare di rendere i vostri diaologhi più facili da gestire e più sereni di modo che poco a poco tu possa preparla ad accettarti. Innanzitutto allenta questa estrema tensione che c'è fra di voi. Ho tenuto in conto il fatto che tua madre non sia giovanissima e questo effettivamente non ti è d'aiuto, ma non credo che sia in ogni caso qualcosa di insormontabile. Di tuo padre, in effetti ci hai detto poco. Sicuro che le cose stiano così? Devi prendere in considerazione l'idea di dirlo a loro contemporaneamente, con l'appoggio dei fratelli, poi, sarebbe perfetto. Ad essere sincero, non mi è piaciuta tantissimo l'idea che ti è stata suggerita di non dire niente se non dopo laureato. Bada che non voglio dire che sia sbagliataa anche se non so comunque quanto ti ci voglia per la laurea, ma avanzata da un fratello a me avrebbe fatto un po' male...come per dire che il disagio che provi sino in fondo venga in secondo piano. Ma magari sono troppo paranoico io, che nemmeno conosco la situazione sino nei suoi dettagli. Mi raccomando non azzardare nulla. In bocca al lupo e facci sapere :look:  

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Ormai sono quasi tre anni che ho accettato la mia omosessualità.

Nessuno dei miei amici ha avuto nulla da ridire a tal proposito e tutti mi sono rimasti accanto.

Ho fatto CO con mia sorella circa un anno fa e più recentemente con mio fratello. All'inizio entrambi sono rimasti sconvolti dalla notizia ma ora sono tranquillissimi.

Lo sanno tutti anche all'università e non ho nessun problema a dire a chiunque che sono gay.

 

Rimangono soltanto loro: i miei genitori.

Lo scorso settembre, dopo continue e pesanti litigate ho detto a mia madre di avere dei dubbi sulla mia sessualità e che probabilmente sarei gay.

La sua reazione è stata tremenda, mi ha detto di non rivelare a nessuno una cosa del genere e che devo trovarmi una ragazza perché l'omosessualità è malsana. Il suo giudizio mi pesa da morire, vorrei dirle apertamente che ormai non ho più nessun dubbio e che l'idea di passare la vita con una donna l'ho abbandonata da un bel pezzo.

A gennaio scorso c'è stato l'ultimo pesantissimo litigio, in cui io sono andato per 3 giorni a casa di mia sorella e per le seguenti 2 settimane non ci siamo parlati.

Lei ci sta male da morire, lo vedo, questa cosa la tormenta e non le permette di essere serena.

Io da una parte ci sto male perché ormai non sembriamo nemmeno più una madre e un figlio, dall'altra la rabbia nei suoi confronti è talmente tanta che vorrei tanto mandarla a quel paese.

Mio padre sembra non volerne sapere nulla, ci lascia litigare senza mai dire la sua e pare che non si immagini minimamente che io sia gay.

C'è da considerare il fatto che i miei non sono così giovani, mio padre ha 60 anni e mia madre ne ha 58, e sono cresciuti tutti e due in ambienti estremamente chiusi di mente ed estremamente cattolici.

Negli ultimi tempi la situazione sembra andare meglio, sia mia madre che mio padre sono più tranquilli, ma quanto durerà tutto questo? Ho paura che da un momento all'altro tutto possa peggiorare e di non essere in grado di affrontarli.

I miei fratelli mi stanno consigliando di non dire nulla, di laurearmi quanto prima e di andare vivere da solo.

 

Secondo voi che dovrei fare?

 

ti racconto come sto messo io... . I miei: separati da 4 anni... io ho accettato la mia omosessualità da un anno ormai... (dopo anni di repressione). Poi sono esploso e sono sereno ho mandato a quel paese gli omofobi del caso, ho cominciato a trovare nuovi amici gay e a rafforzare con gli etero che mi vogliono bene... . Mia madre l'ha presa come la tua e per questo andrò a vivere con mio padre dal mese prossimo... . Ora lei è triste perché andrò via. Mi ama, cazzo sono suo figlio, ma la storia del figlio gay la fa svalvolare... . La mia assenza per un po le farà bene... capirà molte cose... ne sono sicuro.

 

Che farei io al suo posto? farle capire che non c'è nulla da fare che è naturale uguale e che se ti forzassi etero (cosa che ho fatto per 6 anni DIO MIO....) sarebbe una tortura per te e per quella poveretta che magari innamorandosi di te soffrirebbe alla grande.

 

un salutone

Paolo

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Ma i tuoi fratelli non possono cercare di farli ragionare?

 

I miei fratelli sono succubi dei miei genitori. Sia mia sorella che mio fratello li temono, questo perché i miei, ma sopratutto mia madre, sono figure estremamente preponderanti.

Quello che mi fa arrabbiare è che loro sono entrambi adulti (mia sorella 35, mio fratello 33), entrambi sposati, e ancora hanno paura ad affrontarli di petto. Nonostante gli voglia un gran bene non posso dire che siano persone determinate.

 

Laurearti, andare a vivere da solo, e senz'altro dirglielo.

 

Non dirglielo, soprattutto a tua madre, peserebbe su di te ingenerandoti un sottile ma profondo senso di colpa,

oppure un malessere, comunque qualcosa di negativo che ti farebbe male.

 

Puoi anche dirglielo prima, utilizzando la forza dirompente di una sana incazzatura, che ti permetta di sbottare

e di dirglielo con il supporto e l'aiuto di tale incazzatura. Questo se per caso non vuoi aspettare troppo (non so

quando te ne potrai andare via). Ma devi sapere che tua madre - come tutte le madri, a parti felici eccezioni -

reagirà immusonendosi, incupendosi, facendoti sentire tutto il suo malessere: è una reazione tipica e molto

"materna". Dovrai difenderti, non essere passivo ricettore di tutto ciò. E dovrai prima ancora valutare se te la senti

di affrontare e reagire a questo.

 

Se non te la senti, diglielo, a entrambi, quando te ne andrai, e volerai verso la vita che ti sei creato e conquistato.

 

Ci sta riuscendo alla perfezione. Lei punta proprio su questo, sul farmi sentire un figlio degenere che delude i genitori. Ultimamente i sensi di colpa stanno diminuendo, ma fino a qualche mese fa ogni volta che mi attaccava mi sentivo uno schifo. Sto cercando in tutti i modi di costruirmi una sorta di  scudo per farmi scivolare addosso tutto quello che mi sento dire.

 

Penso anche io che tu non ti debba scoraggiare. Sei già stato molto coraggioso a parlare di te praticamente a chiunque e questo è un enorme vantaggio sul quale devi assolutamente fare appoggio. Molti non sono nella tua stessa situazione e nonostante tutto devono affrontare problemi dello stessa gravità se non maggiore. Certo, il problema dei genitori è quasi sempre il più complicato da affrontare, lo capisco, lo hanno sentito tutti suppongo e non a caso tu lo hai lasciato per ultimo. Ma pensa che è l'ultimo scoglio e poi potrai vivere più sereno. Per darti qualche consiglio più concreto, tua madre penso si sia già messa in modalità "protezione" nel senso che ha paura di una tua eventuale rivelazione, cosa che in effetti è già successa in parte ma che lei è ruscita a reprimere dentro di sé con la forza della disperazione, oserei dire. Secondo me dovresti cercare di rendere i vostri diaologhi più facili da gestire e più sereni di modo che poco a poco tu possa preparla ad accettarti. Innanzitutto allenta questa estrema tensione che c'è fra di voi. Ho tenuto in conto il fatto che tua madre non sia giovanissima e questo effettivamente non ti è d'aiuto, ma non credo che sia in ogni caso qualcosa di insormontabile. Di tuo padre, in effetti ci hai detto poco. Sicuro che le cose stiano così? Devi prendere in considerazione l'idea di dirlo a loro contemporaneamente, con l'appoggio dei fratelli, poi, sarebbe perfetto. Ad essere sincero, non mi è piaciuta tantissimo l'idea che ti è stata suggerita di non dire niente se non dopo laureato. Bada che non voglio dire che sia sbagliataa anche se non so comunque quanto ti ci voglia per la laurea, ma avanzata da un fratello a me avrebbe fatto un po' male...come per dire che il disagio che provi sino in fondo venga in secondo piano. Ma magari sono troppo paranoico io, che nemmeno conosco la situazione sino nei suoi dettagli. Mi raccomando non azzardare nulla. In bocca al lupo e facci sapere :look:  

 

La loro reazione mi ha fatto malissimo. Le loro parole?: "Gli daresti un dolore troppo grande, non glielo dire, prima o poi capiranno da soli"

Delle volte mi sembrano degli inetti.

Mio padre...è una persona strana, passa intere giornate a lavoro e a casa non c'è praticamente mai, per questo non interviene quasi mai nelle discussioni fra me e mia madre. Le poche volte che si è messo in mezzo lo ha fatto soltanto per mettere pace e non per difendermi...

 

ti racconto come sto messo io... . I miei: separati da 4 anni... io ho accettato la mia omosessualità da un anno ormai... (dopo anni di repressione). Poi sono esploso e sono sereno ho mandato a quel paese gli omofobi del caso, ho cominciato a trovare nuovi amici gay e a rafforzare con gli etero che mi vogliono bene... . Mia madre l'ha presa come la tua e per questo andrò a vivere con mio padre dal mese prossimo... . Ora lei è triste perché andrò via. Mi ama, cazzo sono suo figlio, ma la storia del figlio gay la fa svalvolare... . La mia assenza per un po le farà bene... capirà molte cose... ne sono sicuro.

 

Che farei io al suo posto? farle capire che non c'è nulla da fare che è naturale uguale e che se ti forzassi etero (cosa che ho fatto per 6 anni DIO MIO....) sarebbe una tortura per te e per quella poveretta che magari innamorandosi di te soffrirebbe alla grande.

 

un salutone

Paolo

 

Anche io mi sono represso per molto tempo facendo soffrire persone che non lo meritavano. E' stata una delle cazzate più grandi della mia vita perché ha soltanto contribuito a confondermi le idee.

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Ci sta riuscendo alla perfezione. Lei punta proprio su questo, sul farmi sentire un figlio degenere che delude i genitori. Ultimamente i sensi di colpa stanno diminuendo, ma fino a qualche mese fa ogni volta che mi attaccava mi sentivo uno schifo. Sto cercando in tutti i modi di costruirmi una sorta di  scudo per farmi scivolare addosso tutto quello che mi sento dire.

 

Io azzardo una previsione: tu sei maturo per dirglielo prima di andartene di casa. Si sente in te un'elaborazione ormai compiuta

della giustezza della tua omosessualità, un buon tentativo di difenderti da queste che credimi sono bombe di profondità, a livello psicologico, che tua madre ti manda: ma forse questa situazione senza reazione attiva da parte tua (quasi ti impediscono, ti mandano il messaggio, di non parlare) ti sta stressando molto. Diglielo con calma e con tutto il tuo rispetto di te. Sappi che dopo farà lo stesso: musi, pianti, «traslochi d'angoscia» (una felice frase di un mio amico) da lei a te. Ma se sei preparato, se ti appoggi alle persone giuste e con loro condivdi la tua forza, ce la farai benissimo.

 

Con i tuoi fratelli e sorelle devi preparare un discorso altrettanto calmo, ma ancora più limpido e fermo: che tu non accetti di essere un mezzo/figlio, e che vuoi poter dire ai tuoi genitori proprio quello che loro due (tuo fratello e tua sorella) hanno potuto dire loro. Perché è questo il punto. Diglielo senza risentimento e senza passione, ma diglielo, perché solo questo li potrà smuovere dalla loro visione, come dire, superficiale, del «fai quello che vuoi, ma non dirglielo, perché non capirebbero, o spezzeresti loro il cuore» (ecco l'altra punta colpevolizzante che già c'è in loro). Ma se tu parli con calma e con dignità, e dici loro quella frase, li zittirai. Semmai dovranno essere loro a persuadere tua madre che non si deve disperare o suicidare (e non lo farà).

 

Poi c'è una cosa che devi sapere sulla contorta psicologia di certi genitori. Vale soprattutto per le madri con i figli maschi. Se loro ti sanno felice e realizzato col tuo ragazzo, potranno sobbalzare, ma ti rispetteranno e ti stimeranno di più. Invece certi genitori, dopo aver contribuito a far fallire i loro figli, che non hanno avuto le palle di reagire, poi li disprezzano pure.

 

In ogni caso, ripeto: che tu lo dica prima di uscire di casa, o nel momento in cui lo farai, devi farlo: per te.

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Io purtroppo non mi sento assolutamente maturo.

Al solo pensiero di affrontare con loro un discorso così personale mi vengono i brividi.

Forse ciò che mi spaventa di più è l'idea che loro possano pormi delle domande del tipo:"Hai già avuto rapporti sessuali?""Hai già conosciuto dei ragazzi?"

oppure domande anche sulla sfera sessuale.

Forse è un mio problema però io su certi argomenti sono piuttosto timido e sinceramente non ce la farei ad intraprendere con loro un discorso del genere.

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Vuol dire che con loro ti senti colpevole, al fondo. Per questo devi dirglielo, quando te ne andrai via di casa,

a questo punto, perché se no ti porteresti questo fondo di senso di colpa e vergogna per tutta la vita.

 

Non sei il solo. Pasolini, gay, pubblicamente dichiarato, cattolico, non disse mai alla madre di essere gay.

 

Ma tu fallo. I tempi sono cambiati rispetto agli 50, e non c'è bisogno di rispondere a loro eventuali domande,

che tu paventi e che molto probabilmente non verranno: in ogni caso tu stattene zitto, e dì loro solo quel che ti

senti di dire.

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E' vero, in fin dei conti io mi sento in colpa...forse per tutte le bugie che gli ho raccontato in questi anni e forse perché in un certo senso sto deludendo le loro aspettative...

Sono consapevole del fatto che io non faccio del male a nessuno, tanto meno a me stesso, però è come se inconsciamente mi sentissi terribilmente in colpa verso di loro...perché in fondo loro mi hanno sempre visto come il ragazzo buono, gentile, con tanti bei principi morali...e ho paura di distruggere tutta la stima che loro hanno di me...

Lo so, è un discorso assurdo...

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Non è un discorso assurdo se cominci a fartelo e a capire come si è formato questo complesso di colpa

e di vergogna. Gli elementi che hai elencati sono più che sufficienti per far venire a qualunque figlio un simile

complesso. Devi fare un piccolo lavoro su di te, consistente nel portare alla luce, alla coscienza, tutti questi

elementi dello stato d'animo che si è formato in te. La tua stessa timidezza e grande riservatezza sono - in

parte: perché ci sarà anche un elemento caratteriale - una risposta a questo senso di colpa e vergogna. Non è

una cosa tanto strana, date le premesse: anzi è molto logica. Ma ora che lo stai capendo, ora soprattutto

che ti sei conquistato la tua sana coscienza serena del tuo essere gay, puoi sconfiggere questo ultimo

residuo del passato. Devi solo trovare il momento adatto.

 

Ti dirò di più: finchè rimani a vivere con loro, non potrai che subire almeno in parte questa sensazione. Non

tutto si conquista con la ragione; altro si conquista con l'azione. Stai in un terreno troppo sfavorevole: fin

troppa strada hai fatta! Altri - te lo assicuro - non ce l'avrebbero fatta.

 

Continua a fare la tua strada e quando ti sarà possibile andartene dì loro che sei gay, che sei contento di

esserlo, che sei una persona pulita e degna, e che lo hai capito grazie a te stesso e alle persone che ti hanno

aiutato a capirlo.

 

Ti meraviglierai tu stesso di come, una volta fuori casa...ti scorderai di tutte queste cose, dei limiti e degli sbagli

dei tuoi genitori. La forza della vita, e il sentimento di giustezza, sono molto forti, molto più forti delle storture

subite, e anche indotte.

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Caro Akira

 

Devi farti forza e parlarne con loro, non puoi lasciare le cose incompiute, dai oggi e dai domani alla fine capiranno , chi la dura la vince. Se non lo farai questo ti distruggerà, è evidente che il loro giudizio è importante per te, ma non puoi pretendere che capiscano dalla sera alla mattina. Quanti elementi hanno in mano per avvicinarsi al tuo problema? Pensa in che società si vive, un eteropride 24 ore al giorno, siamo in Italia, purtroppo!  :look:

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Hai perfettamente ragione Isher.

Io credo che il problema sia stato il loro metodo educativo. Loro hanno sempre puntato sul farci capire che la famiglia "tradizionale" è la via più giusta, che i genitori vanno rispettati sempre e comunque, che dobbiamo ascoltare i loro insegnamenti in quanto i genitori sono le uniche persone a questo mondo che ci vogliono realmente bene. I miei fratelli purtroppo non sono mai riusciti a ribellarsi, sono praticamente stati risucchiati dalla mentalità retrograda dei miei.

Io sono abbastanza diverso da loro, ho sempre cercato di andare avanti per la mia strada ascoltando di più il mio istinto.

 

Molte volte le loro parole mi rimbombano nelle orecchie, come se volessero distruggere quello che sono riuscito a conquistare in questi anni.

Purtroppo il progetto di andarmene di casa non è realizzabile per ora. Devo finire gli studi e non posso rallentare, mi laureo a luglio in triennale, poi devo la magistrale e poi il dottorato...non posso permettermi di perdere del tempo trovandomi un lavoro...

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Va bene, non te ne puoi ancora andare, ma lo farai. Intanto non perderai il tuo tempo se riesci a fare

questo percorso di comprensione di come sono andate le cose, di elaborare un «giudizio» (proprio nel

senso di comprensione insieme razionale ed emotiva) circa il mondo mentale dei tuoi genitori, e,

parallelamente, di riduzione del tuo senso di colpa.

 

E' questa, sicuramente, la seconda parte dell'elaborazione costruttiva della tua omosessualità. Non si può

fare tutto insieme. E' l'inconscio stesso che ci consente di vedere solo pezzo per pezzo i nostri problemi,

altrimenti, se li vedessimo e dovessimo affrontarli tutti in una sola volta, ne rimarremmo immobilizzati.

L'importante è progredire un po' alla volta, senza mai nascondersi la verità.

 

A mano a mano che ricostruirai la storia di te nella tua famiglia, che maturerai il giusto punto di vista

su di te (e sui tuoi), vedrai che soffrirai sempre di meno di certi loro atteggiamenti e punti di vista: essi

avranno sempre minor presa su di te. E' così, credimi. Punta invece sempre molto sulle cose in cui credi tu,

sui tuoi rapporti più positivi, su ciò che vuoi fare di te: rafforza innanzitutto la tua sensibilità, e anche il tuo Io.

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Sarò la pecora nera ma io sinceramente nn vedo tutta questa gran necessità di dirlo ai tuoi soprattutto alla luce delle idee di tua mamma. Infondo metti in gioco quel poco che resta del vostro rapporto. Anche se un giorno andassi a vivere da solo non vedo il motiovo per il quale tu dovresti dirlo a tua mamma. Cosa concluderesti? Io nn conosco la situazione e nn conosco tua mamma ma ho la sensazione che le cose non cambierebbero se non in peggio.

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Caro Hijack, ci ho pensato tante volte a questa possibilità.

Me ne frego, mantengo un buon rapporto con i miei, vado a vivere per conto mio, magari con il mio compagno, e tutti vivono felici e contenti.

 

Ma manca un passaggio fondamentale.

Io un giorno vorrei poter condividere la mia vita con la mia famiglia, vorrei poter iniziare un percorso con i miei, un percorso difficile, ma che prima o poi porterà i suoi frutti.

Sogno un domani in cui io e il mio compagno potremo stare in tranquillità a casa con i miei.

Rischio di buttare via un rapporto importate come quello con i genitori? Amen... almeno ce l'ho messa tutta...

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Hai ragione Akira, e hai ragione anche se quello che tu sogni non dovesse realizzarsi.

 

La prima ipotesi, quella avanzata dal caro Hijack, è del tutto irreale. Tra di voi ci sarebbe un enorme

non detto, anzi un URLANTE non detto, perché in realtà tutti saprebbero, senza che lo si dica; oppure

Akira dovrebbe sottoporsi all'umiliazione di sentirsi dire, fino all'andropausa: «figlio mio, quando ce la

presenti una fidanzata?». :salut:

 

Senza contare che un uomo che a 30 anni non ha la fidanzata è sospetto di essere gay, a 40

(e dico tanto) tutti sanno che è un gay nascosto, velato o - peggio ancora - represso. Lo

sanno tutti, e lo sanno anche i genitori, anche se fanno finta di non saperlo.

 

Rischio di buttare via un rapporto importate come quello con i genitori? Amen... almeno ce l'ho messa tutta...

 

 

Forse invece questa è la sola maniera per recuperare un rapporto destinato altrimenti a inaridirsi e a spengersi.

In ogni caso, vada come vada, come tu dici, ce l'avrai messa tutta.

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C'è da considerare anche il fatto che i sensi di colpa sarebbero sempre maggiori.

Io sinceramente spero di sentirmi molto meglio dopo aver detto loro la verità.  :salut:

 

Ma secondo voi...come potrei introdurre il discorso?

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  • 1 month later...

Beh akira il modo più adatto per introdurre il discorso lo sai solo tu che conosci bene i tuoi genitori. Potresti iniziare chiedendo loro cosa pensano dei gay per esempio e da li sviluppare il discorso in base a quello che ti rispondono. Ma non so io non sono per niente esperto in queste cose  :asd:

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Mi ero dimenticato di questo topic.  :)

 

Faccio il punto della situazione: è un periodo molto  strano, i miei sembrano aver mollato la presa e pare che non ne vogliano più sapere niente.

Ogni tanto mia madre mi dice bestialità del tipo: "La tua amica Giulia è bellissima, perché non ti metti con lei?" ... Io scoppio a ridere!  :asd:

Lei rimane di sasso e mi risponde sempre: "Gian Marco, ma te ne rendi conto? Possibile che tu non voglia capire? La via giusta è soltanto una!"  :)

A quel punto me ne vado e la lascio sola come una fessa.

 

Credo di essere cresciuto e credo di essermi liberato da quei sensi di colpa che fino a qualche mese fa mi laceravano l'anima.

Sento che il momento di affrontarli si avvicina ma non è ancora giunto il momento! Posso dirvi che sono a buon punto però!  :asd:

Molto presto, probabilmente dopo la laurea, parlerò con papà, e se troverò in lui un degno alleato, parlerò con mamma!

Vi farò sapere!!!!

 

Un abbraccio stretto a tutti!!!!!  :)

 

Akira

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La vita giusta è una sola è spettacolare, scusa ma mi ha fatto scappare una risata  :asd:

 

Cmq buon per te se ti sei liberato dai sensi di colpa, è una buonissima cosa :)

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Assolutamente si, mi sento decisamente meglio!

 

 

Mesi fa ho affrontato dei momenti abbastanza difficili (a dicembre sono venuti a mancare mia nonna paterna e mio nonno materno, mi hanno rubato la macchina e gli esami andavano uno schifo xD ). Mettici pure la pressione che mi stavano mettendo i miei genitori! Immagina che bello!  :)

Ora mi sento rinvigorito sotto tutti i punti di vista, quindi ho anche meno paura delle loro possibili reazioni! 

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Verissimo! Anche i mesi dopo non stati particolarmente felici, anzi sono stati una vera schifezza, ma tutto si supera dai! basta avere un po' do pazienza...  :)

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Molto presto, probabilmente dopo la laurea, parlerò con papà, e se troverò in lui un degno alleato, parlerò con mamma!

Vi farò sapere!!!!

 

Un abbraccio stretto a tutti!!!!!  :)

 

Akira

 

le madri in genere sono sempre contro il disvelarsi dell'autonomia sessuale dei figli

sia che i figli siano etero sia che siano gay

se sono gay questo essere "contro" viene rinforzato dai sensi di colpa del figlio per il suo essere gay

invece il figlio etero ha paura che la sua fidanzata "non sia all'altezza" della madre

in entrambi i casi c'è una battaglia da combattere e un passaggio da attraversare

 

i padri in questa battaglia sono in genere sempre dalla parte dei figli

e dalla mia esperienza (non grande ma significativa)

posso dire che i padri sono dalla parte anche dei figli gay

questo a meno che non siano omofobi (ovvero intimamente incerti della propria eterosessualità

e quindi avvertano il figlio gay come una minaccia al disvelarsi di un proprio desiderio represso)

oppure succubi della moglie (il che è in genere un sintomo

di un rapporto con la propria madre non risolto e proiettato nella moglie)

 

nel caso di un figlio gay

su queste dinamiche endofamiliari

si sovrappone il condizionamento sociale, che spesso è molto forte

la "vergogna" sociale che ne può nascere

è a mio avviso il più potente motore dell'omofobia

ed è per questo che è necessarissimo, prioritario

disinnescare tali meccanismi a livello sociale e quindi politico

 

senza vergogna sociale

sono convinto che le dinamiche familiari del disvelarsi di un figlio gay sarebbero quasi sempre "gestibili" e sane

 

ma tornando ad Akira...

un forte augurio e un

in bocca al lupo  :asd:

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