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Bergamo, genitori bocciano incontro con gay "Devierebbero i ragazzi".


useramon

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da Repubblica.it

 

"Il caso nel liceo Don Milani a Romano di Lombardia (Bergamo). Dopo un'incontro per la Giornata della memoria, i ragazzi avevano deciso di invitare alcuni gay il 30 e il 31 marzo per spiegare il mondo dell'omosessualità: il consiglio d'istituto ha stoppato l'iniziativa.

 

Gay a scuola? Assolutamente no. Una dura opposizione dei genitori ha bloccato un'iniziativa organizzata dagli studenti del liceo Don Milani a Romano di Lombardia (Bergamo). Dopo un'incontro per la Giornata della memoria, in cui gli esponenti del Circolo di cultura omosessuale Milk di Milano erano stati ospiti per raccontare lo sterminio dei gay nei lager, i ragazzi avevano deciso di invitarli il 30 e il 31 marzo per spiegare il mondo dell'omosessualità, nell'ambito di un'assemblea da loro stessi organizzata sul tema della sessualità. Ma il consiglio d'istituto ha stoppato l'iniziativa.

 

Secondo quanto riporta il Giornale di Treviglio un genitore avrebbe detto che "i ragazzi stanno formando la loro personalità e quindi potrebbero essere deviati", un altro avrebbe sostenuto: "Accompagno mio figlio persino a fare le vaccinazioni, figuriamoci se lo lascio andare a un incontro del genere. E' come il vaccino antinfluenzale: è più dannoso che utile". Un terzo avrebbe visto l'incontro come "propaganda: gli omosessuali non possono parlare di omosessualità".

 

Risultato: iniziativa bocciata, fra le proteste degli studenti e della quasi totalità degli insegnanti, e con lo stesso preside che ha stigmatizzato "l'estrema gravità delle affermazioni omofobe di alcune persone". Alla fine si è ripiegato per un incontro solo per le classi quarte e quinte con l'Associazione genitori e amici omosessuali. All'inizio con il divieto di partecipazione a ogni omosessuale, mentre i ragazzi sono riusciti a strappare la presenza di almeno un rappresentante del mondo gay.

 

Il caos attorno all'iniziativa non è piaciuto alla preside dell'istituto, secondo la quale c'è stata una "grande strumentalizzazione architettata senza un apparente motivo, attraverso la divulgazione di notizie false".

"Sono indignata - ha detto la preside - perché sono state estrapolate frasi dal consiglio d'istituto, che poi qualcuno ha riportato in modo inesatto, facendo uscire sul giornale dichiarazioni che non sono mai state pronunciate. Ciò che è stato pubblicato non corrisponde alla verità. L'organizzazione dell'assemblea è tuttora in corso e il programma non è ancora definito. Se l'associazione Milk non ci sarà è perché le finalità di quell'incontro sono altre e non perché in questa scuola c'è gente omofoba"."

 

(22 marzo 2010)

 

 

E pensare che nella presentazione dell'istituto sul loro sito si legge:

"[..] Nasceva, così, il liceo Don Lorenzo Milani. Un nome importante scelto dal Consiglio d'Istituto per sottolineare la volontà di proporre e realizzare una scuola aperta al nuovo e capace di produrre un “ sapere utile ”, nel senso di una rete di conoscenze e competenze su cui costruirne altre nella vita adulta.

 

L'obiettivo ambizioso di far vivere agli studenti un'esperienza formativa che “consenta a ciascuno di realizzare le proprie potenzialità e di sviluppare le proprie capacità di giudizio”, (rapporto UNESCO sull'Educazione per il XXI secolo), si è tradotto in un Progetto Didattico-Educativo fondato sui principi della flessibilità e dell'ampliamento e differenziazione del curricolo. [..]"  :sbav:

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mah, io non sono di solito la prima a prendere carta e penna ma una letterina alla scuola gliela manderei. Del resto se ci tengono tanto a dire che le dichiarazioni riportate non rispecchiano le posizioni della scuola, allora che lo dimostrino coi fatti. Nella scuola non c'è gente omofoba - i genitori non fanno parte della scuola - andassero pure avanti con l'incontro come programmato, che rimostranze possono mai fare i genitori? Non è che puniscono la scuola non mandandoci i figli per protesta... puniscono solo i figli stessi. La vandalizzano? Li si denuncia. Non mi pare una situazione così irreparabile, sembra quasi che vogliano essere fermati e non gli importi di combattere.

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Che bella prova di italianità.

 

Si, l'italiano medio si comporta così..a casuccia sua con i familiari e gli amici a cui si mostra il salotto bello si dice

" Gay?, e che c'eè di strano!! sono persone come tutti noi"

Poi al momento di prendere posizione ci si schiera contro in maniera oppressiva.

 

Facile fare il frocio con il culo degli altri...

 

Scusate la frase forse poco ortodossa ma la lettura di tale articolo mi ha innervosito e non poco!

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Qui direi che il miglior commento viene da Spinoza:

 

Bergamo, no dei genitori ai gay a scuola: "Gli omosessuali non possono parlare di omosessualità". Che ne sanno?

 

Aspetto sempre con ansia un convegno sull'Olocausto con un neonazista e uno sull'immigrazione con un membro del Ku Klux Klan.

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  • 2 weeks later...
TheOtherSide

un genitore avrebbe detto che "i ragazzi stanno formando la loro personalità e quindi potrebbero essere deviati", un altro avrebbe sostenuto: "Accompagno mio figlio persino a fare le vaccinazioni, figuriamoci se lo lascio andare a un incontro del genere. E' come il vaccino antinfluenzale: è più dannoso che utile".

Fan cadere le palle certe uscite.

Il Medioevo che avanza e ritorna, o forse non è mai finito in realtà per alcuni individui!

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sarebbe necessario in questi casi un intervento da parte delle autorità politiche, del ministero della sanità e della pubblica istruzione, fondamentale affermare la necessità di educare alla sessualità (omo-, etero- o bisessualità) e ai sentimenti, ai rapporti interpersonali, in modo che ci sia confronto, dialogo, e che le future generazioni non possano neanche arrivare a pensare quello che queste persone dicono, perchè è solo con la chiarezza che si afferma l'uguaglianza tra tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla razza, nazionalità, religione, orientamento sessuale, ma purtroppo questa chiarezza non c'è quindi quei genitori possono dire una cosa del genere senza che ci sia qualcuno che li smentisca con fermezza e senza lasciare adito a dubbi, e questo succede perchè a monte non ci sono leggi che nella pratica e nella teoria sanciscano l'uguaglianza di tutti.

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Chesire_Cat

Mamma mia... :asd:

Io credo che sarebbe stata una delle cose più belle che potevano organizzare. Ciò di mostra che i ragazzi avevano interesse a confrontarsi con altre cose che non fossero l'ombra dei genitori o i pregiudizi della società.

E naturalmente, come tutto va nella nostra cara italia, le persone si tappano le orecchie e gli occhise qualcosa esce poco poco dagli schemi del loro minuscolo cervellino.

 

Bleah... non saprei come altro esprimermi... un bel Bleah per tutti loro.

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Ma se veniva a parlare un vescovo o un cardinale facevano lo stesso?

 

succede già nelle scuole (private spesso) religiose e cattoliche, politici simpatici e affabili come buttiglione vengono invitati per discutere del futuro. in che modo, lo si immagina facilmente.

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Esattamente come si ripetono alle elementari, alle medie e alle superiori sempre le stesse cose di storia, di geografia, di italiano etc... bisognerebbe ripetere in ogni gradino dell'istruzione le regole fondamentali del vivere civile, cioè che l'omosessualità, la bisessualità, il lesbismo,  sono orientamenti sessuali innati e non malattie, e che se qualcuno vuole proporre uno scambio di opinioni sull'argomento non deve essere presa la cosa come pubblicità. Un orientamento sessuale non è un club, nè un ideologia politico/culturale.

E che diamine, sono stufo di sentire certe cose nel 2000.

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orodeglistupidi

I bergamaschi non riescono a sopportare nessun odore che diverga troppo da quello del proprio culo.(*)

Insegnare ad un bergamasco il culto della diversità, pertanto, risulta impossibile.

Resta solo un mezzo per aprire la mente ad un bergamasco: l'accetta.(**)

 

(*) distinguiamo in esso un olezzo misto di polenta taragna e incenso da chiesa.

(**) chiedo venia alle sparute eccezioni che confermano la regola.

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Io credo che sarebbe stata una delle cose più belle che potevano organizzare. Ciò di mostra che i ragazzi avevano interesse a confrontarsi con altre cose che non fossero l'ombra dei genitori o i pregiudizi della società.

Vero in parte, ho sentito storie di scuole che hanno messo in piedi simili iniziative, e i gay che erano andati a parlare delle loro esperienze sono stati provocati e insultati, quindi purtroppo esiste un risvolto della medaglia :look:

Un incontro del genere dovrebbe avvenire solo in presenza di una guardia di sicurezza che fa uscire dall'aula chiunque si permetta di infastidire o reagire in qualsiasi maniera che non sia il dialogo civile.

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Bergamo credo sia gemellata con Teheran. :D Comunque ho visto un servizio di PomeriggioCinque nella provincia bergamasca...non so se fosse costruito o veritiero ma quella gente mi fa schifo...e a tutti quei luridi vecchiacci auguro male, morte e dolore. Sto godendo :)

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Un male demoniaco, in una sola notte spero che un'epidemia di peste li falcidi... :salut: Non si augurano brutte cose ad altri? E chi lo dice? Il solito moralista del cazzo a cui auguro altrettanto MALE.

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Guest #Giorgina#

succede già nelle scuole (private spesso) religiose e cattoliche, politici simpatici e affabili come buttiglione vengono invitati per discutere del futuro. in che modo, lo si immagina facilmente.

 

La notizia in sè, anche rileggendola dopo giorni, mi provoca l'orticaria.

Volevo però fare un appunto sulla frase sopracitata: in una scuola cattolica mi pare ovvio che invitino Buttiglione piuttosto che le associazioni di omosessuali. Se una persona decide di avviare il proprio figlio ad un'educazione cattolica conoscerà bene i cardini della Chiesa riguardo temi etici ed educativi, saprà bene come viene gestita la scuola.

La critica alle scelte di questi istituti è come la disapprovazione dei crocifissi all'interno di scuole a matrice cattolica: inutile. 

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I bergamaschi non riescono a sopportare nessun odore che diverga troppo da quello del proprio culo.(*)

Insegnare ad un bergamasco il culto della diversità, pertanto, risulta impossibile.

Resta solo un mezzo per aprire la mente ad un bergamasco: l'accetta.(**)

 

(*) distinguiamo in esso un olezzo misto di polenta taragna e incenso da chiesa.

(**) chiedo venia alle sparute eccezioni che confermano la regola.

 

Io sono della provincia di Bergamo e TI QUOTO IN PIENO! Tra l'altro ci sono voci che dovrebbero organizzare un gay pride da queste parti. Vorrei proprio vedere cosa ne salterà fuori.

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Chissà quante cose cambierebbero se si cominciasse a parlare di omosessualità a scuola...  :salut:

Nelle scuole che ho frequentato io (a Roma, la ladrona dei bergamaschi) se si sentiva parlare di omosessualità era perché il bulletto (alle medie) o il fascistello/ex-bulletto (al liceo) della classe dava a qualcuno del frocio con lo scopo di insultarlo. Neanche l'ora di religione - che in qualche raro caso è uno spazio di discussione e confronto su temi di attualità - è mai servita a niente in tal senso, e a nessun professore è mai venuto in mente di dedicare una mezz'oretta a un dibattito sull'omosessualità malgrado i numerosi spunti che offrono le materie oggetto di studio.

 

Come con la storia della politica: a scuola non se ne parla per evitare di influenzare le giovani menti degli studenti, senza considerare che le giovani menti non cominciano a ragionare per conto proprio magicamente, ma solo se le si stimola, magari anche con idee che possono influenzare. E poi comunque le giovani menti sono influenzate da miliardi di fonti: TV, genitori, amici, fratelli maggiori, genitori di amici, giornali, internet, TOPOLINO (!), manifesti pubblicitari... A questo punto è molto meglio l'influenza di un professore, che almeno è un educatore di professione! I professori che parlano di politica a scuola sono pochissimi perché la maggior parte di loro teme di condizionare gli studenti con delle idee troppo personali. Questa cosa sinceramente non l'ho mai capita, mi ha sempre fatto pensare che spesso i professori sopravvalutano l'influenza che hanno sui propri studenti. A fortiori questo discorso varrebbe per un professore (etero) che parli di omosessualità. In tal caso non ci sarebbe nemmeno un conflitto di interessi, perché il professore sarebbe solo una persona (auspicabilmente) colta che spiega che l'omosessualità non è un pericolo né una malattia senza entrare nell'ambito delle questioni personali.

In Spagna esiste un insegnamento che si chiama Educación para la Ciudadanía y los Derechos Humanos, è obbligatorio fino ai 16 anni e tratta ampiamente di omosessualità. Secondo voi chi è più libero? I giovani studenti spagnoli "influenzati" da idee che li porteranno comunque a ragionare o i nostri studenti, tabulae rasae tenute a digiuno di opinioni?

 

In che modo infine un gay può "deviare" i ragazzi? Secondo me nello stesso modo in cui un piccione che vola via da un davanzale può spingerli a buttarsi giù dalla finestra. Penso che sarebbe molto utile e bello se noi stessi - dico proprio noi del forum - andassimo nelle nostre ex-scuole (per chi va ancora a scuola magari la faccenda è un po' più complicata) a parlare delle nostre esperienze, per evitare che i nostri "omologhi" più giovani siano vittime di discriminazioni e per evitare che gli "omologhi" dei nostri vessatori continuino a essere omofobi. Secondo voi è una cosa che si può provare fare? E in che modo?

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La notizia in sè, anche rileggendola dopo giorni, mi provoca l'orticaria.

Volevo però fare un appunto sulla frase sopracitata: in una scuola cattolica mi pare ovvio che invitino Buttiglione piuttosto che le associazioni di omosessuali. Se una persona decide di avviare il proprio figlio ad un'educazione cattolica conoscerà bene i cardini della Chiesa riguardo temi etici ed educativi, saprà bene come viene gestita la scuola.

La critica alle scelte di questi istituti è come la disapprovazione dei crocifissi all'interno di scuole a matrice cattolica: inutile. 

 

Brava Giorgina...condivido...infatti nessuno deve negare ad una scuola PRIVATA CATTOLICA  di esporre la loro icona sacra sui muri...ma per democratica laicità nelle scuole pubbliche NON DOVREBBE  starci oppure dovrebbe stare in un apposita aula/museo assieme ad altri simboli religiosi(in risposta a chi sostiene che il crocifisso è nelle aule italiane per questioni legate alla cultura e alle tradizioni)

Il vero problema purtroppo è di utilizzo e comprensione delle parole che si pronunciano...che seppur per convenzione,ci sono e quindi usiamole bene(quello che dico sempre specie in questi casi)

 

se ci si dichiara cattolici si prende anche il pacchetto completo,ciò vuol dire si seguono a menadito le scritture(senza correzioni modernizzanti nè interpretazioni libere,sennò che sacro scritto è,se può essere modificato?? )

altrimenti ci si dichiara cristiani e quindi in linea con gli insegnamenti di Cristo(in base a quanto ci è pervenuto)e quindi si può agire secondo coscienza e non obbedire a menadito ai precetti biblici...

ahinoi,qui in Italia ci si dichiara spesso in modi che neanche ci appartengono...poichè spesso ignoriamo il significato delle parole e dei concetti dei quali ci facciamo portatori o seguaci...indi per cui GROSSA CONFUSIONE...

:salut:

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Per quanto riguarda la lettera da inviare alla scuola, credo che l'arci di bergamo ne sia già al corrente e si stia già muovendo in questa direzione. oltretutto sia il divieto che l'opposizione clericale a scuola (spesso richiesta dai presidi) è una cosa che puà essere perseguita per legge inquanto limita l'espressione dell'insegnamento e del modo d'insegnamento.

Qui però la situazione è decisamente diversa nel caso in qui la scuola è contro questa decisione, si può fare un ricorso nei confronti del dirigente scolastico, ma quando la critica viene fatta dai genitori stessi il discorso si complica eccome!

Purtroppo la situazione per quanto riguarda le scuole non è rosea, a torino per poter entrare nelle scuole dobbiamo pregare uno ad uno ogni divinita dall'uomo creata!!!!

Sul sito dell'arci c'è una sezione dedicata alle ascuole ai servizi che portiamo, c'è anche una mail informativa, e sopratutto aperta alle scuole per farci chiamare!!

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  • 1 month later...

Prologo.

 

La manifestazione - C'è grande attesa per il Gay pride che si terrà il prossimo luglio a Treviglio. Attesa positiva degli organizzatori e invece apprensione per il centinaio di persone che su Facebook hanno aperto un gruppo contro la manifestazione. E a luglio a Treviglio il primo gay pride bergamasco.

 

C’è grande attesa per il gay pride che si terrà il prossimo luglio a Treviglio, dal 27 giugno al 3 luglio. Attesa positiva degli organizzatori e apprensione invece per il centinaio di persone che su Facebook hanno aperto un gruppo contro la manifestazione. A promuovere l’iniziativa sono varie associazioni bergamasche che difendono i diritti degli omosessuali come Agedo, il Circolo di Cultura Omosessuale "Harvey Milk", Bergamo contro l'omofobia e Arcilesbica xx Bergamo. Su Facebook l’evento conta già più si 650 iscritti. La manifestazione coinvolgerà Treviglio con incontri culturali, conferenze, proiezioni e si concluderà con un corteo le cui tematiche verranno rese note a breve nel Manifesto politico in preparazione. “L’evento nasce per proporre, in un sereno e festoso clima di confronto con la cittadinanza, le tematiche legate alla lotta contro l’omofobia, - spiegano gli organizzatori - alla quotidianità lavorativa ed affettiva discriminata delle persone GLBT (gay, lesbiche, bisessuali, trans), ad una visione del mondo in cui la naturale diversità tra individui sia valorizzata come bene prezioso. Treviglio, secondo centro urbano di una delle province lombarde in cui maggiormente appare evidente il segno dell’omofobia, conserva le vestigia di una storia di democrazia e di autonomia nata nel Medio Evo che stride violentemente con l’immagine data dal recente filmato andato in onda da Barbara D’Urso nel corso della trasmissione “Domenica Cinque”, che la dipinge come un luogo di assoluta intolleranza nei confronti degli omosessuali. Proprio per smentire una tale visione dei fatti, a seguito di incontri tenuti sul territorio negli ultimi due anni, AGEDO, Milk Milano, Bergamo contro l’omofobia ed Arcilesbica xx Bergamo saranno liete di incontrare la cittadinanza nel corso del calendario d’eventi”. A pochi giorni dall’annuncio è già nato un gruppo face book che si oppone alla manifestazione. Si chiama “No al gay pride” e conta più di cento iscritti. “Non credo di dover giustificare in alcun modo la mia totale avversione contro questa immonda ed oscena rappresentazione – scrive Massimo Gambino -. No ai gay pride sempre e ovunque”. Kikko Cornelli: “Assolutamente niente contro i gay, ma fortemente contro questo modo di ostentarlo. Il vero orgoglio e' il rispetto di se stessi. In questa maniera una rivendicazione di diritti diventa una carnevalata di pessimo gusto in cui si tenta di proclamare una normalità sortendo l'effetto contrario”.

 

http://www.bergamonews.it/bassa/articolo.php?id=23723

 

Capitolo uno.

 

Il caso - La Giunta di Bergamo ha deciso di non concedere il quadriportico del Sentierone alle associazioni contro l’omofobia per la mostra fotografica “Baci rubati”. Fotografie gay sul Sentierone? La Giunta Tentorio dice no.

 

La Giunta di Bergamo ha deciso di non concedere il quadriportico del Sentierone alle associazioni contro l’omofobia per la mostra fotografica “Baci rubati”, una raccolta di immagini che ritraggono baci tra persone dello stesso sesso e di sesso diverso. Un appuntamento che faceva parte, ormai l’imperfetto è d’obbligo, della rassegna organizzata per la giornata mondiale contro l’omofobia a cui l’amministrazione comunale ha aderito lo scorso ottobre. La motivazione ufficiale è una pura questione di “decoro”. Siccome il quadriportico è una delle zone più frequentate della città, l’amministrazione ha ritenuto di non concedere tale spazio perché avrebbe potuto turbare i passanti. "Non è stato opportuno dare il consenso a una mostra in mezzo alla città, all'aperto e che espone foto con forme esplicite di amore omosessuale - spiega il sindaco Franco Tentorio in Consiglio comunale -. Avremmo rischiato sentimenti di rifiuto da parte di una parte significativa della cittadinanza". L'argomento è stato al centro di un acceso dibattito in aula consiliare in seguito a un ordine del giorno urgente presentato dai consiglieri Pietro Vertova e Simone Paganoni che chiedevano di non censurare la mostra. Ordine del giorno poi bocciato con i voti contrari della maggioranza. "La mostra fotografica “I baci rubati” vuole essere un momento artistico di aggregazione e sensibilizzazione volto a dimostrare come l’amore non abbia distinzione di orientamento sessuale – si legge sul sito di Bergamo contro l’omofobia -. Crediamo fermamente che solo attraverso il dialogo e il confronto con diverse realtà umane si possa trovare un punto in comune e ci auguriamo che in un clima artistico questo confronto si arricchisca ulteriormente”. Sfilata, flash mob, la mostra invece no. "Non capisco per quale motivo - spiega Luca Pandini di Arcigay Bergamo - dopo che il consiglio comunale in data 12 ottobre 2009 ha aderito con voto unanime alla quinta giornata mondiale contro l'omofobia che si celebra il 17 maggio, ora la giunta decida di non autorizzare la mostra fotografica con pannelli mobili, prevista a sfondo del flash mob nel pomeriggio del 15 maggio". "Il contenuto delle fotografie, ossia semplici baci tra persone dello stesso sesso e di sesso differente, non è assolutamente indecoroso - prosegue Giulia Lorenzi,Arcilesbica Bergamo - tra l'altro la giunta non ha chiesto nemmeno di visionare gli scatti, altrimenti si sarebbe resa conto che non c'è niente di inappropriato".

 

http://www.bergamonews.it/politica/articolo.php?id=25337

 

Conclusione.

 

Il caso - La mostra sul Sentierone non si farà, Bergamo contro l’omofobia però non molla la presa. E pubblica le foto dello “scandalo” sul suo blog. "Baci rubati", ecco le immagini dello scandalo

 

La mostra sul Sentierone non si farà, Bergamo contro l’omofobia però non molla la presa. E pubblica le foto dello “scandalo” sul suo blog. L’obiettivo è dimostrare che non si parla di immagini pornografiche, solo semplici baci. Che però hanno fatto propendere l’amministrazione a non concedere uno spazio pubblico all’aperto e molto frequentato per esporle. Le associazioni che organizzano la mostra, Arcigay e Arcilesbica, sono pronti a trovare un’altra soluzione. Intanto le foto saranno visibili nella sala del mutuo soccorso il 17 maggio in occasione del dibattito pubblico in programma alle 17.30 con Paolo Patanè presidente nazionale arcigay, Cristina Gramoli segretaria nazionale arcilesbica, Antonio Rotelli presidente nazionale di avvocatura lgbt – rete lenford e il vicepresidente del PD Ivan Scalfarotto e successivamente presso l´Auditorium di piazza della libertà per la proiezione di Viola di Mare il 17 maggio alle ore 21.

 

http://www.bergamonews.it/bergamo/articolo.php?id=25378

 

Aggiungo questa glossa a titolo informativo. Dato che non mi pare di aver trovato altri riferimenti a quest' altro episodio bergamasco collegato al tema principale.

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  • 2 weeks later...
KingFantasy

Siamo nel 2010 DOPO cristo.... se lo ricordano oppure l'hanno dimenticato?

 

Nessuno ha mai detto a quei genitori che gay non ci si diventa? Non si viene plagiati da un omosessuale... un prete palgia, un falso santone plagia, un politico palgia, un pedofilo plagia, ma un uomosessuale non palgia, non fa lavaggi del cervello, non miete vittime, non accalappia seguaci.

Ma si rendono conto che il mondo è andato avanti?

Spesso mi chiedo se avessimo avuto questi problemi se il Vaticano fosse stato altrove! Si dichiarano "cattolici" ma non fanno nulla per dimostrarlo, non mettono in pratica nessuno degli insegmaneti di Gesù, seguono il vecchio testamento dove si parla di Sodoma e Gomorra... allora non sono cattolici... sono ebrei, ancora legati al vecchio testamento, se Dio ha mandato suo figlio sulla terra ci sarà un motivo, e certamente non credo sia quello di farsi piantare i chiodi nelle mani e le spine sulla fronte, solo per dare l'esempio e farci sentire eternamente in colpa per la sua morte... credo che l'abbia fatto per dare delle linee guida da seguire per essere un buon cristiano, e Gesù non ha mai parlato ne di omoseesualità, ne di eterosessualità, ne di null'altro che ha a che fare con il sesso... parla di uguaglianza, di amore, di fede, di amicizia, di fratellanza, ma niente sesso!

 

Ma queste cose le sanno? Anche i preti stessi, le sanno ste cose? Sono consapevoli che secondo quello che dicono loro dovrebbero bruciare nel girone più basso dell'inferno per avere disubbidito alle parole del loro signore?

 

 

Cmq, ritornando alla notizia, posso solo dire che dobbiamo darci da fare per eliminare questa ignoranza... le iniziative sono tante, dobbiamo solo avere il coraggio di metterci in prima linea e combattere in modo che tutto questo non avvenga mai più!

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