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Strani sentimenti


Isher

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Strani sentimenti si incontrano e si provano a mano a mano che procede la nostra vita.

Sentimenti che non si erano mai provati prima, e che non si capisce nemmeno bene che cosa significhino,

ammesso e non concesso che significhino qualcosa.

 

Non so se a voi ne siano capitati, dove, con chi, e se avete voglia di raccontarli, qui.

 

 

A me è capitato con mia madre. Da alcuni anni è entrata nella, ebbene sì, vecchiaia.

Persona molto attiva e forte, molto responsabile, impegnata in varie attività oltre che in quella di

Grande Madre Mediterranea (come dico io  :D), capisco che da un po' di tempo è impegnata

anche in quella di pensare alla sua morte, onde "lasciare tutto in ordine", dietro di sé, e in quella di

ripensare tutta la sua vita: il suo senso, le sue scelte. All'inizio la cosa mi turbava, poi

ho capito che era mio dovere (verso di lei, ma anche verso me stesso) esserle sodale e appena

leggermente complice. Così tra noi si è instaurato un rapporto, episodico, e tuttavia dotato

di una sua continuità, di confidenze, di parole, in parte di ricordi condivisi, in parte di ricordi

che riguardano solo lei e che mi informano su momenti del tempo lontanissimi dalla mia coscienza,

o quando io ancora non esistevo.

 

Ha sentito il bisogno di dirmi che è felice della vita che ha vissuto, che non ha rimpianti, che

ritornerebbe indietro facendo quello che ha fatto, sposare mio padre, ad esempio, e altro ancora. Inutile

dirvi che accolgo queste confidenze con un grande senso di rispetto, di emozione, di gioia per lei, e anche di

tristezza, che mi sforzo di dominare, perché so che sono le ultime parole di mia madre,

in un certo senso.

 

Quest'estate, in una telefonata (lei era a Roma, io in vacanza), una telefonata che le

facevo per informarmi di lei e della sua salute, lei ha deliberatamente allargato il discorso e mi ha

svelato di aver concepito un figlio quando io avevo 10 anni, e di non essersi sentita di portare avanti la gravidanza.

 

Che cosa strana! Io ho sempre desiderato avere un fratello maschio (avendo avuto due sorelle, un fratello

mi è mancato). Soprattutto, proprio quando avevo 10 anni, e un pomeriggio/sera mia madre era a letto "malata"

(aveva forse abortito? solo un evento del genere avrebbe spinto mia madre a mettersi inoperosa a letto),

io le avevo detto: "Mamma, perché non fai un altro bambino?" Da dove poteva mai nascere in me questa domanda?

In quel momento, entrò mio padre nella camera da letto e mia madre, con un sorriso e un tono commosso ma anche malinconicamente gioioso, gli disse: "Mario, senti che cosa dice nostro figlio?".

Mio padre rispose (e oggi mi viene da ridere, quasi, pensando al suo "virile" maritale pudore :

"ti paiono discorsi da fare con i figli?".

 

Io non capii i sottintesi possibili di un simile scambio di parole, e probabilmente poco dopo mi misi a giocare.

 

A distanza di tanti anni ho saputo che il "fratellino" c'era, poteva esserci, e per più di qualche minuto ho sofferto

intensamente di quell'aborto, di non averlo potuto avere. Ho pensato anche che forse era stata una decisione

sbagliata, anche per loro e soprattutto per loro. Ma ormai tutto era molto lontano nel tempo, irrevocabile

e privo di senso. Come irrevocabile il fatto era già in quel momento.

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Incredibile come anche solo l'idea, l'immagine di una persona che non si è mai conosciuta o che addirittura non è mai nemmeno nata in questo caso, possa farci stare molto male :D

Mi spiace isher immagino sia stata una bella botta per te.

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In parte ti capisco.

 

Quando io ero piccolo (non mi ricordo l'età con precisione, ma sicuramente meno di 14 anni) i miei hanno iniziato l'iter per adottare un bambino. Iter che alla fine non si è concluso, per varie questioni.

Pensare a quanto la mia vita sarebbe stata diversa se l'adozione fosse andata in porto provoca anche in me sentimenti "strani".

Per molto tempo ho desiderato avere un fratello maschio, specialmente durante la mia adolescenza. Devo ammettere, invece, che all'epoca della mia infanzia, quando si è iniziato a parlare di adozione, il sentimento prevalente in me era stato quello di gelosia all'idea di avere un altro fratello.

 

Mi dispiace molto per la tua occasione mancata. :D

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Non che voglia rimettere in discussione l'immagine di tuo padre, ma la

frase che disse in parte si giustifica considerando il significato che una

decisione del genere aveva all'epoca. Vero è che poi i bambini capiscono

lo stesso l'essenza di ciò che succede...ma appunto da bambini, vanno

all'essenza del desiderio.

 

Semmai mi pare più significativo il fatto che lui non sia più tornato

sull'argomento e tua madre invece abbia voluto dirtelo, forse rinunciando

in questo al suo ruolo di "madre mediterranea".

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Uhm... non ricordo bene quando e in che contesto mia madre una volta mi confidò che aveva subito un aborto spontaneo alla sua prima gravidanza.

Più volte mi è capitato di pensare:

"Sarei nato magari un anno prima?"

"Quel bambino sarei stato "io" o avrebbe preso una strada diversa?"

Domande strane, che non hanno mai avuto una risposta, semplicemente perchè una risposta non esiste, ipotizzando come unica la nostra essenza (fatta di esperienze, periodo in cui si vive, ecc ecc ecc).

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mi pare più significativo il fatto che ...

tua madre invece abbia voluto dirtelo, forse rinunciando

in questo al suo ruolo di "madre mediterranea".

 

 

E' vero: dirmelo da parte di mia madre ha significato per un consistente momento a rinunciare a quel ruolo.

Come è vero che io bambino devo aver capito l'essenza delle che che stavano accadendo.

Penso anche che io a 10 anni, desiderando un fratello maschio, ero un bambino

pre-omosessuale, stavo esprimendo a modo mio l'omosessualità che era in me.

 

 

Domande strane, che non hanno mai avuto una risposta, semplicemente

perchè una risposta non esiste, ipotizzando come unica la nostra essenza

(fatta di esperienze, periodo in cui si vive, ecc ecc ecc).

 

Hai ragione. Del resto, ensare alle possibilità che una cosa del genere avrebbe comportato può essere

solo l'ingresso a una sola o a due domande essenziali, relative alla pura presenza di un essere

umano in più in quel dato contesto familiare. Oppure come occasione di domanda circa le reazioni

che questa ipotesi suscita in noi. Ma non si può andare oltre questo.

 

 

Per molto tempo ho desiderato avere un fratello maschio, specialmente durante la mia adolescenza.

 

Mi dispiace molto per la tua occasione mancata. :D

 

Grazie, Loup!  :D

Abbiamo avuto un desiderio simile. Chissà se la spiegazione che ho elaborato per me di questo desiderio

non possa valere anche per te? Anche se tu nell'infanzia avevi un atteggiamento diverso, più

imbronciato, direi  :D

 

 

Mi spiace isher immagino sia stata una bella botta per te.

 

Grazie della solidarietà, Hijack. Sul momento è stata una bella botta, come tu dici. Innanzitutto

per il puro fatto in sé: un non-essere che invece avrebbe potuto esserci; poi anche perché tendi,

per un momento, a immaginare tutto quello che avrebbe potuto succedere, anche se, di questo,

non si può sapere niente, in realtà. Ad esempio: sarebbe stato mio fratello alleato di mio padre

nel rompermi le palle sulla mia omosessualità, o sarebbe stato alleato mio? Un fratello di 10 anni

più giovane forse sarebbe stato alleato mio...

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Isher, capisco benissimo i tuoi sentimenti... a me a volte capita di immaginare per ore come possa essere oggi la mia vita se determinati fatti fossero successi, se alcune persone ci fossero ancora e così via... ed è uno strano sentimento, sospeso tra il rimpianto e il sollievo, tra la tristezza e l'indifferenza, molto più simile ad un'astratta fantasia che a una vera e propria ipotesi.

 

A me capita molto spesso di pensare in questo modo a mia zia, una sorella di mia madre che è morta in un incidente stradale due mesi dopo la mia nascita. Per la mia famiglia fu una tragedia i cui effetti si sentono tuttora, a più di vent'anni di distanza; io ne ho subito solo gli effetti secondari, ma non posso non immaginare che molto di quell'episodio abbia influito sulla mia crescita. L'ansia, la reticenza nel guidare, l'attaccamento alla mia famiglia... penso siano tutte reminescenze inconscie di questo.

 

Settimane fa, mentre ero in visita dai miei parenti, mi è capitata per le mani la tesi di laurea di mia zia; sapevo che si fosse laureata in lettere classiche, ma non che avesse fatto una tesi nello stesso argomento in cui la farò io, la paleografia greca.

E' stato uno "shock" per me scoprire che questa persona, che io non ho nemmeno conosciuto, condividesse così tanto con me... mi sono trovato a pensare, cosa che di rado mi era mai capitata, a come sarebbe stato in quel momento discutere sulle nostre tesi di laurea e sui vari punti di contatto tra le lettere classiche e l'archeologia... è stata una strana nostalgia, a tratti addirittura dolorosa.

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Grazie, Loup!  :)

Abbiamo avuto un desiderio simile. Chissà se la spiegazione che ho elaborato per me di questo desiderio

non possa valere anche per te?

 

Sì, anch'io ultimamente mi son dato la tua stessa spiegazione, cioè che il desiderio di un fratello maschio sia stato dovuto al mio essere, a quell'epoca ancora inconsciamente, omosessuale. :)

 

Anche se tu nell'infanzia avevi un atteggiamento diverso, più

imbronciato, direi  :D

 

O tu puro di cuore, che non hai mai sperimentato la gelosia e la competitività verso le tue sorelle. :asd:

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A distanza di tanti anni ho saputo che il "fratellino" c'era, poteva esserci, e per più di qualche minuto ho sofferto

intensamente di quell'aborto, di non averlo potuto avere. Ho pensato anche che forse era stata una decisione

sbagliata, anche per loro e soprattutto per loro. Ma ormai tutto era molto lontano nel tempo, irrevocabile

e privo di senso. Come irrevocabile il fatto era già in quel momento.

 

Mi dispiace molto.. Credo di poterlo capire fin troppo bene.

 

Qualche anno fa i miei genitori hanno passato l'estate a litigare paurosamente -non come facevano di solito, cioè con frecciatine, musi lunghi, recriminazioni più o meno leggere- ma con urla rabbiose, veleno in ogni frase; era come se tutto l'astio accumulato negli anni passati fosse esploso improvvisamente e non avesse fine.

In uno di questi litigi mia madre ha urlato che uno dei problemi più gravi della relazione è stato l'aborto (non volontario) avuto prima della mia nascita. Io non ne sapevo nulla, è stata come una mazzata, sia per il fatto in se che per il modo in cui mi è stato svelato.

Ci soffro ancora per questa storia, soprattutto perchè mio padre l'ha liquidata con un "ascò, ma capita a quasi tutte le donne, è tua madre che ne ha fatto una tragedia".

 

Non li considero sentimenti "strani". :)

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Sì, anch'io

 

Bella coincidenza tra noi!

 

non hai mai sperimentato la gelosia e la competitività

 

In effetti non sono per niente competitivo, in campo duale. Semmai, quando ero più giovane,

solo per acquistare merito rispetto a un "terzo" sguardo (il che forse potrebbe essere stato anche il tuo caso?).

E sono geloso esclusivamente in campo passionale (mai sul piano umano).

Quindi esclusivamente con gli uomini con cui sto (o eventualmente con qualcuno con cui vorrei stare).

 

A me capita molto spesso di pensare in questo modo a mia zia, una sorella di mia madre che è morta in un incidente stradale due mesi dopo la mia nascita. Per la mia famiglia fu una tragedia i cui effetti si sentono tuttora, a più di vent'anni di distanza

Questo è un altro aspetto delle influenze mediate, che possono sfuggire a un primo sguardo, ma sono reali, e che

possono essere esercitate sia da chi c'è stato e non c'è più sia da chi non c'è mai stato ma avrebbe potuto esserci.

Una sorta di eredità, o di deposito, veicolati da aspetti molto sottili o da reazioni e controeffetti, o che anche

si desidera, più o meno inconsciamente, tenere in vita. Del resto la psicologia (quella seria) insegna che

quando c'è un lutto, più precisamente un lutto determinato dalla morte di una persona cara o molto cara,

chi l'ha amata (un figlio come un nipote o altro ancora) tende ad assumere e a introiettare in sé determinati

aspetti o tratti psicologici di quella persona morta, che in tal modo si inserisce nella discendenza

e in un certo senso continua a vivere, pur se in altre forme.

E' un fenomeno affascinante e in qualche misura anche inquietante, per cui può valere la pena di esercitare

l'osservazione per portarlo a un certo grado di coscienza: tuttavia in sé è un fenomeno

profondamente umano.

 

Quel che hai detto circa la Laurea in Lettere classiche, la tesi in paleografia greca, il ritrovare la Tesi di tua zia,

credo si inscriva in un altro capitolo dello stesso fenomeno, creando una continuità o meglio

una coesione tra esseri diversi appartenuti a uno stesso ceppo: uno spunto per mille riflessioni e, oltre a ciò,

per moltissime emozioni (che capisco bene)

 

Non li considero sentimenti "strani". :asd:

 

 

Nemmeno io, solo che non se ne parla molto, e non è neanche facilissimo parlarne.

Purtroppo tuo padre ha avuto una reazione dura, e poco controllata: intendo con te.  :)

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