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Marito spia mail della moglie lesbica: lecito se è per annullamento matrimonio


G77

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MILANO - Spulciare nella posta elettronica della propria moglie, scoprire che lei è lesbica, e utilizzare quel dato, assieme a tante missive private a lei indirizzate e appositamente fotocopiate, per chiedere l'annullamento del matrimonio religioso davanti alla Sacra Rota non costituisce violazione della privacy. Prevale, infatti, sul diritto alla riservatezza «il diritto fondamentale di libertà religiosa» che si esprime, in questo caso, nell'agire «in giudizio» e «difendersi anche innanzi a un Tribunale ecclesiastico». Lo scrive il giudice delle terza sezione penale del Tribunale di Milano, Giuseppe Cernuto, nelle motivazioni della sentenza con la quale ha assolto dall'accusa di trattamento illecito di dati personali sensibili un uomo di 41 anni di Como, che aveva trovato nel 2003 nel pc una e-mail indirizzata alla moglie da un'amica, dal tono inequivocabile e che testimoniava il suo essere lesbica.

 

L'articolo completo lo trovate sul Corriere della Sera.

 

Che ne pensate?

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Ma cretina, sei lesbica, ti sposi con un uomo, per giunta in chiesa, e non proteggi le tue email scottanti??? Ma allora te le cerchi.

Se lui ha voluto chiedere l'annullamento alla sacra rota e ha portato come motivi queste misteriose e sensuali email ha fatto bene, secondo me.

Mgari lui è un uomo molto religioso, che crede nel "sacro vincolo del matrimonio" ( :muro:) e in tal caso sposare una lesbica in chiesa non sarebbe il massimo!

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Conta che molta gente accetta o capisce solo dopo di  cos'è!

 

Beh poteva anche parlarne con lui e avrebbero chiesto insieme l'annullamento. Poi vabbè noi non sappiamo i dettagli piccanti, ma magari lei aveva intenzione di stare con lui, farlo schiattare e beccarsi i suoi miliardi!

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Conta che molta gente accetta o capisce solo dopo di  cos'è!

 

Beh poteva anche parlarne con lui e avrebbero chiesto insieme l'annullamento. Poi vabbè noi non sappiamo i dettagli piccanti, ma magari lei aveva intenzione di stare con lui, farlo schiattare e beccarsi i suoi miliardi!

 

Beh, non penso... magari era in programma per dirglielo, ma ci vuole tempo per diverse cose! Poi appunto, come hai detto tu, non sappiamo i dettagli precisi! :muro:

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e' curioso che in nome della liberta religiosa sia lecito spiare le email di una moglie lesbica che si vuole sputtanare....

 

Ma soprattutto, il tribunale ecclesiastico ha accettato queste prove?

 

Se si, perché si lamenta la Chiesa quando si va a vedere che Boffo é un frocio represso?

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e' curioso che in nome della liberta religiosa sia lecito spiare le email di una moglie lesbica che si vuole sputtanare....

 

E' la moglie lesbica che è stata ipocrita e ha ingannato suo marito per chissà quanto tempo, fregadosene dei suoi sentimenti (si presume che lui fosse innamorato di lei, e lei ha ricambiato prendendolo in giro).

 

Chi se ne frega della privacy. Ormai questa è la scusa per pararsi da ogni nefandezza.

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tralascia un attimo la questione del caso specifico, e guarda l'aspetto giuridico generale

C'é una norma legale e una tutela prevista dalla legge.

 

E dall'altro c'é un tribunale religioso e una usanza religiosa.

E qua si dice che di fornte all"esigenza religiosa, la tutela

legale cade perché la religione "é piu forte".

 

 

Con lo stesso principio si deve dare la possibilità ad un padre musulmano di ammazzare la figlia che non vuole mettersi il velo. In fondo glielo dice un tribunale religioso.

 

Per il resto sulla questione privacy, mi pare interessante che la Chiesa accetti la violazione della privacy nei tribunali della sacra rota.... e invece si appelli alla privacy se il finocchio represso é uno dei loro.

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Quoto in pieno Wintage. Una frase del genere:

 

Prevale, infatti, sul diritto alla riservatezza «il diritto fondamentale di libertà religiosa»

 

mi fa accapponare la pelle.

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Una frase del genere:

 

Prevale, infatti, sul diritto alla riservatezza «il diritto fondamentale di libertà religiosa»

 

mi fa accapponare la pelle.

 

Quella frase che citi tu e Wintage è il riassunto del giornalista, che non ha capito una mazza.

Se leggete dopo, le motivazioni del giudice, si dice:

 

Nell'assolverlo perchè il fatto non sussiste, il giudice spiega che bisogna valutare se il diritto del marito di «agire innanzi alla giurisdizione ecclesiastica» sia «di rango pari a quello alla riservatezza del coniuge e, come tale, idoneo a giustificare il trattamento di dati sensibili senza il consenso dell'interessato». E la risposta per il giudice è positiva. «L'interesse all'accertamento giudiziale della validità» del vincolo matrimoniale, infatti, secondo il magistrato, rientra nella «libertà dell'esperienza religiosa» che «rappresenta, sotto il profilo giuridico costituzionale, un aspetto della dignità della persona umana, riconosciuta e dichiarata inviolabile dall'art.2 della Costituzione».

 

In sostanza, tanto ha diritto lei alla privacy, quanto ha diritto lui ad accertare la validità del vincolo matrimoniale. Questa la sentenza.

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Permetti ma questa non é una causa di divorzio di fronte a un giudice civile.

 

Qua si parla di vincolo matrimoniale nel senso di sacramento religioso.

qua si dice che un diritto individuale di una persona viene meno perché qualcun altro ha il diritto di violarlo per il sussiego a una norma religiosa.

 

. Io posso far venire meno il diritto civile di qualcun altro per ossequio alla mia religione...

 

A me fa accapponare la pelle sul serio.

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No, non viene meno il diritto alla privacy, ma vale tanto quanto l'altro diritto, che rientra nei diritti costituzionali

ed è sancito dall'art. 2 della Costituzione. Te lo dico per due ragioni: perché questo è il punto; e perché noi gay

ci appelliamo all'art. 2 della Costituzione per sostenere i nostri diritti costituzionali e civili come rientranti nella sfera

della dignità della persona umana protetta da quell'articolo. Ora non possiamo fare questo quando ci fa comodo

e non rispettare lo stesso diritto quando protegge altri...

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Noi gay ci appelliamo all'articolo 3 della Costituzione

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

 

Nessuno nega il diritto del marito ad agire di fronte al tribunale ecclesiastico. Quello che trovo aberrante é che questo diritto venga fatto prevalere sui diritti individuali, che secondo l'articolo 2 che citi tu sono inviolabili.

 

Sostenere che i diritti individuali siano di pari valore rispetto alle istanze religiose di qualcun altro mi pare si affermi che qualunque diritto individuale possa venir meno quando in contrasto con la norma religiosa di qualcun altro.

Significa che qualunque cattolico puo discriminarmi e questo non é nemmeno un reato perché il suo "fondamentale diritto alla religione" glielo permette.

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Noi gay ci appelliamo all'articolo 3 della Costituzione

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

 

 

Sostenere che i diritti individuali siano di pari valore rispetto alle istanze religiose di qualcun altro mi pare si affermi che qualunque diritto individuale possa venir meno quando in contrasto con la norma religiosa di qualcun altro.

 

 

Noi ci appelliamo all'art. 3 della Costituzione , ma non solo ad esso, noi ci appelliamo a qualunque articolo della Costituzione,

e a qualunque altra fonte del diritto, che ci dia la possibilità di vedere riconosciuto il nostro diritto al matrimonio

come rientrante nella sfera «della dignità della persona umana, riconosciuta e dichiarata inviolabile dall'art.2 della Costituzione».

 

Per quanto riguarda la tua seconda osservazione, è semplice: tu metti in discussione la sentenza sulla base di un tuo

ragionamento estensivo, io non la metto in discussione perché mi sembra fondata.

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Io critico la sentenza da un punto di vista della laicità.

 

In uno stato laico le norme religiose non possono essere di pari valore di fronte ai diritti previsti dalla legge. La legge dello Stato deve prevalere sempre.

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Conta che molta gente accetta o capisce solo dopo di  cos'è!

 

Beh poteva anche parlarne con lui e avrebbero chiesto insieme l'annullamento. Poi vabbè noi non sappiamo i dettagli piccanti, ma magari lei aveva intenzione di stare con lui, farlo schiattare e beccarsi i suoi miliardi!

 

:muro::asd::eek::gha:

 

e' curioso che in nome della liberta religiosa sia lecito spiare le email di una moglie lesbica che si vuole sputtanare....

 

E' la moglie lesbica che è stata ipocrita e ha ingannato suo marito per chissà quanto tempo, fregadosene dei suoi sentimenti (si presume che lui fosse innamorato di lei, e lei ha ricambiato prendendolo in giro).

 

Chi se ne frega della privacy. Ormai questa è la scusa per pararsi da ogni nefandezza.

concordo con te Ahriman..la moglie è stata ipocrita nel mentire al marito.

 

però può anche essere che voleva dirglielo...ma cavolo è un tradimento bello e buono! O_O l'unica cosa che inquieta anche me è la frase:''Prevale, infatti, sul diritto alla riservatezza -il diritto fondamentale di libertà religiosa-" .___. ma dai ha sempre spulciato fra la sua roba e non si fa  ;)

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Io critico la sentenza da un punto di vista della laicità.

 

In uno stato laico le norme religiose non possono essere di pari valore di fronte ai diritti previsti dalla legge. La legge dello Stato deve prevalere sempre.

 

Ma se le libertà e scelte religiose rientrano nell'art. 2 della Costituzione non ci puoi fare niente. Per questo ti dico che la sentenza è fondata.

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La situazione è la seguente: si può nell'ordinamento italiano derogare al diritto alla riservatezza quando tale violazione

sia finalizzata al diritto di difesa?

 

Si tratta di due diritti di rango costituzionale.

 

Ovviamente come potete ben intuire la giurisprudenza è alluvionale...ed il diritto di difesa è strumentale rispetto ad una

potenziale miriade di altri diritti.

 

Sarebbe abbastanza contraddittorio, anche se formalmente possibile, da un lato riconoscere alla sentenza della sacra rota

la capacità di dispiegare effetti civili sostituendo di fatto l'accertamento di un tribunale della repubblica, che si limita a riconoscerne

la validità, dall'altro consentire al giudice penale di condannare un coniuge per come si è procurato la prova in sede canonica.

Ragionevolezza impone di trattare allo stesso modo la prova civile e la prova canonica...ed in molti casi di cause civili di separazione

la violazione della privacy è ammessa ( resoconti bancari per provare il reddito del marito, tradimenti etc. etc. )

 

D'altronde i fatti che quella corrispondenza provano non sono irrilevanti ai fini civili. E' ben possibile per la legge italiana che un

matrimonio sia valido in assenza di rapporti sessuali, purchè ovviamente la lesbica in questione non abbia mentito al marito e sia

stata chiara in proposito. Ma a quel punto, come potete ben capire...sarebbe una "follia" il matrimonio religioso.

 

Se la moglie fosse stata chiara, trasparente...e si fosse sposata in chiesa solo per fare un favore al marito, in ogni caso si sarebbe

data la zappa sui piedi accettando la possibilità dell'annullamento ecclesiastico al posto di quello civile.

 

La moglie in questione infine tradisce il marito...e vi ricordo che l'obbligo alla fedeltà matrimoniale è un obbligo civile, non

solo religioso, altrimenti le agenzie investigative private chiuderebbero tutte!! :muro:

 

Insomma alle spalle della motivazione del giudice penale c'è questo tessuto complessivo.

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Le libertà religiose sono libertà individuali. Come si fa a sostenere che libertà religiosa fornisca la giustificazione di violare i diritti di qualcun'altro?

 

 

Ma infatti la sentenza non dice questo, sei tu che ne dai un'interpretazione capziosa. La sentenza dice che i diritti del marito

(per usare un'espressione stenografica) valgono tanto quanto i diritti della moglie. Ora, non dimenticare che quest'uomo è

stato assolto. Era lui l'imputato! la sentenza per me è fondata, e la trovo anche giusta.

 

Poi, non sono un giurista e non pretendo di dire la verità assoluta: dico quello che sembra a me.

 

PS: vedo mentre posto che c'è l'intervento di Hinzelmann che è certo più competente di me.

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La situazione è la seguente: si può nell'ordinamento italiano derogare al diritto alla riservatezza quando tale violazione

sia finalizzata al diritto di difesa?

 

Si tratta di due diritti di rango costituzionale.

 

Ovviamente come potete ben intuire la giurisprudenza è alluvionale...ed il diritto di difesa è strumentale rispetto ad una

potenziale miriade di altri diritti.

 

Sarebbe abbastanza contraddittorio, anche se formalmente possibile, da un lato riconoscere alla sentenza della sacra rota

la capacità di dispiegare effetti civili sostituendo di fatto l'accertamento di un tribunale della repubblica, che si limita a riconoscerne

la validità, dall'altro consentire al giudice penale di condannare un coniuge per come si è procurato la prova in sede canonica.

Ragionevolezza impone di trattare allo stesso modo la prova civile e la prova canonica...ed in molti casi di cause civili di separazione

la violazione della privacy è ammessa ( resoconti bancari per provare il reddito del marito, tradimenti etc. etc. )

 

D'altronde i fatti che quella corrispondenza provano non sono irrilevanti ai fini civili. E' ben possibile per la legge italiana che un

matrimonio sia valido in assenza di rapporti sessuali, purchè ovviamente la lesbica in questione non abbia mentito al marito e sia

stata chiara in proposito. Ma a quel punto, come potete ben capire...sarebbe una "follia" il matrimonio religioso.

 

Se la moglie fosse stata chiara, trasparente...e si fosse sposata in chiesa solo per fare un favore al marito, in ogni caso si sarebbe

data la zappa sui piedi accettando la possibilità dell'annullamento ecclesiastico al posto di quello civile.

 

La moglie in questione infine tradisce il marito...e vi ricordo che l'obbligo alla fedeltà matrimoniale è un obbligo civile, non

solo religioso, altrimenti le agenzie investigative private chiuderebbero tutte!! :muro:

 

Insomma alle spalle della motivazione del giudice penale c'è questo tessuto complessivo.

 

 

Hai ragione, e la spiegazione é sensata.

 

Ma quello che trovo per nulla accettabile é che si consideri analogo al tribunale civile quello religioso. Perché allora si tratta di fatto di un sistema che sconfina nella teocrazia.

 

E per coerenza all'articolo 3 bisogna dare le stesse prerogative ai tribunali della sharia.

 

Non é un caso unico (ricordo la questione del matrimonio celebrato tra un militare in coma e la sua convivente, fatto appellandosi ad un astruso codicillo del codice canonico) ma per me é l'evidenza di un sistema che non é compiutamente laico.

 

Le sentenze della sacra rota dovrebbero essere del tutto irrilevanti sul piano giuridico civile.

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Quello che non capisco è perché il diritto alla riservatezza cede davanti alle necessità processuali solo nel caso del marito che spulcia tra le carte della moglie, ma non nel caso delle intercettazioni telefoniche, per le quali servono permessi straordinari altrimenti vanno perentoriamente distrutte e non possono essere utilizzate come prove in tribunale.

Tutto ciò mi confonde.

 

 

 

@wintage

 

Le sentenze della Sacra Rota sono rilevanti e quelle della sharia no per colpa del Concordato. Purtroppo tutto ciò è coerente con l'art. 7 della Costituzione.

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@wintage

 

La questione è complicata, è oggetto di un intero corso di studi "diritto ecclesiastico"

 

Per comprendere la situazione dovete capire che in Italia la Cattolica era religione di Stato fino al 1984

 

La costituzione agli artt. 7 e 8 definisce in modo diverso i rapporti fra stato e chiesa cattolica

( costituzionalizzando il Concordato e i Patti lateranensi ) rispetto a altre confessioni religiose. E sono

Principi fondamentali.  Inoltre sono norme specifiche quindi tendono a specificare il campo semantico

dei principi generali che li precedono...

 

Io da laico e da gay avrei preferito motivare la sentenza così...richiamandomi agli artt. 7-8 Cost.

Oppure chiarendo il fatto che la mia interpretazione dell'art. 2 era necessitata dalle altre norme

che seguivano...

 

In Italia non esiste una legge sulla libertà religiosa...i culti diversi dal Cattolico, che non abbiano stipulato Intese

sono ancora sotto la disciplina sui "Culti ammessi dallo Stato" risalente al fascismo.

 

Esistono situazioni a rischio in paesi più avanzati di noi. In Inghilterra ad esempio si consente quasi l'applicazione

della Sharia nella forma delle Corti Arbitrali il chè mi pare il frutto di un ottimismo sconsiderato nei confronti del pluralismo

sociale e del meltin'pot...Credo che lo status speciale della chiesa cattolica ci garantisca rispetto alle altre religioni...perchè la

chiesa cattolica difenderà il suo privilegio ( come difende la cattolicità dell'ora di religione ) ovviamente ci espone nei suoi

confronti.

 

Fosse per me, è inutile dire...non esisterebbe il matrimonio concordatario e gli ordinamenti sarebbero separati.

A nessuna religione ( neutralità dello stato ) sarebbe consentito annullare nient'altro che cerimonie religiose

etc. etc. e tutte le religioni sarebbero equiparate quanto a libertà di culto e coscienza.

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Non mi pare che esista nessuna legge in Italia che impedisca di ricorrere all'arbitrato di una corte islamica per risolvere un contenzioso tra due parti.

 

Ne mi pare che in Inghilterra sia possibile obbligare a rispondere ad una corte islamica chi non da l'assenso esplicito a questo arbitrato.

 

Alla Sacra Rota invece basta che si rivolga uno dei due coniugi.

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Non mi pare che esista nessuna legge in Italia che impedisca di ricorrere all'arbitrato di una corte islamica per risolvere un contenzioso tra due parti.

 

Non esiste nessuna legge che dia alla sentenza data dalla corte islamica un valore giuridico, mentre nel caso del tribunale ecclesiastico c'è. Tradotto: tu puoi pure ricorrere al tribunale della sharia per far sciogliere il tuo matrimonio legalmente contratto, nessuno te lo impedisce, ma questo non avrà la benché minima influenza sul tuo stato civile italiano. Nel caso del matrimonio cattolico e del tribunale ecclesiastico invece sì.

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certo ma quello che dico é quanto si potrà sostenere questo trattamento dispari? Un paese che riconosce un ruolo e un valore cosi abnorme alle istituzioni cattoliche, mi sembra ineviutabilmente avviato a riconoscere il settarismo di ogni altra religione.

 

sai se c'é una cosa tipo sacra rota per i valdesi?

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I valdesi, insieme ad altre confessioni religiose, hanno stipulato un'intesa con lo Stato italiano (terzo comma dell'articolo 8). Quindi bisognerebbe leggere quell'intesa e vedere come sono regolati i loro rapporti.

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Da http://it.wikipedia.org/wiki/Tribunale_della_Rota_Romana#Ricezione_in_diritto_italiano_delle_sentenze_della_Sacra_Rota

 

In Italia, anche a seguito del c.d. Concordato, la dichiarazione di nullità del matrimonio religioso non comporta l'immediato annullamento del matrimonio civile, perché lo Stato italiano deve accogliere la sentenza ecclesiastica attraverso una procedura detta delibazione.

 

La delibazione (o riconoscimento) in taluni casi particolari può essere negata. Ad esempio per quelle cause di nullità valide per il diritto canonico ma non per l'ordinamento italiano; sono fra questi casi le dispense pontificie per matrimonio "rato e non consumato",[5] poiché la consumazione non rileva ai fini del diritto italiano o almeno non rileva in termini generici ma va verificata nei suoi contesti attraverso specifico rito di magistratura italiana, al punto da impedire la ricezione automatica di una dispensa.

 

Come acclarato dalla Corte di Cassazione italiana,[6] infatti, già altra corte[7] aveva chiarito che restano inapplicabili le disposizioni della nuova normativa, nella parte in cui esse consentirebbero l'efficacia immediata e diretta della decisione straniera, senza adottare lo speciale procedimento giurisdizionale previsto per le sentenze di nullità di matrimonio pronunciate dai tribunali ecclesiastici (art. 8, comma 2, l.25 marzo 1985, n.121).[8]

 

Inoltre la dichiarazione di nullità del matrimonio concordatario sopprime l'eventuale obbligo di mantenimento del coniuge, fatti salvi gli effetti verso i terzi in buona fede e l'eventuale risarcimento per matrimonio putativo.

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