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La svastica sul sole


dreamer_

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Casualmente l'ho trovato sullo scaffale di una libreria e il titolo, la copertina e il trailer della trama mi hanno ispirato. Tuttavia, prima di comprarlo e cimentarmi nella lettura di un libro che potrebbe anche essere pessimo, visti i criteri superficiali con cui lo giudico, vi chiedo un parere. Vi è piaciuto? Com'è lo stile di scrittura, la psicologia e l'ambientazione? (perfavore non spoilerate troppo, dato che voglio leggerlo)

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Hai preso uno dei romanzi più peculiari dell'autore per cui sicuramente nutro maggiore interesse... spero quindi di darti un buon quadro del libro senza stancarti troppo, tra aneddoti di vita reale ed elementi di trama, spesso collegati tra loro. :)

 

 

Si tratta di uno dei capolavori di Philip K. Dick, che non a caso con questo romanzo vinse un premio Hugo (il più alto riconoscimento nella letteratura fantascientifica).

 

Sebbene il presupposto che da luogo all'ambientazione sia un evento concreto, dove il tentativo di omicidio di Roosevelt riesce, a differenza di altri esperimenti narrativi in cui si cerca di dipingere una germania vincitrice della seconda guerra mondiale, i temi presentati nel romanzo ignorano la visione sensazionalistica per puntare invece sul parallelismo tra questo e il nostro mondo. Durante la lettura del libro si ha la percezione infatti che entrambi gli universi esistano realmente; e mentre noi leggiamo "The Man in the High Castle" (questo il nome originale del libro), gli abitanti di quel mondo possono leggere "La Cavalletta non si Alzerà Più", romanzo speculare in cui utopisticamente gli alleati hanno vinto la guerra, scritto proprio dall'uomo nell'alto castello che da il nome al romanzo.

 

E sebbene i cinque protagonisti del romanzo rimangano invischiati nelle macchinazioni del loro mondo, come accade abitualmente nei romanzi di Dick la visione che abbiamo è introspettiva, basata sui pensieri e le riflessioni dei protagonisti, che vivono quell'incubo come se fosse ordinario; questo approccio garantisce una visione cruda e vivida del mondo che ci circonda, poichè il lettore diviene costantemente spettatore degli eventi politici correnti, vissuti in modo sintetico e mondano così come le atrocità commesse, elementi ormai convenzionali di una società che si basa su quei principi da decenni, e mai trascinato a forza con frasi d'impatto.

 

Come ulteriore punto di contatto tra l'autore e quel mondo, uno dei protagonisti, l'orafo Frink, consulta spesso l'I-Ching, uno strumento divinatorio; Ognuna di queste consultazioni è reale, in quanto eseguita da Dick, che decideva l'evolversi degli eventi in base al risultato; l'elemento teologico diviene quindi concreto per i protagonisti, soggetti ad un potere demiurgico fuori del loro controllo, e fuori del controllo dello stesso autore. E' interessante notare come l'allora moglie di Philip K. Dick, all'epoca della stesura del libro, volesse forzarlo a tutti i costi a lasciare la scrittura per dedicarsi all'attività di famiglia... non a caso, una gioielleria. :)

 

 

Per concludere, nonostante questa premessa faccia pensare ad un sottotesto degno di Dostojewski, il romanzo è tutt'altro che prolisso e scorre dannatamente bene: così come noi possiamo divorarlo in pochi giorni, a quanto pare lo stesso Philip K. Dick redasse l'intero volume in soli tre mesi, come colto da un'allucinazione; non a caso lui stesso affermò, in un saggio, che mentre batteva il romanzo si ritrovò a vivere letteralmente quel mondo... e a fronte delle molte esperienze fuori dal comune che lo riguardano, non è difficile credere che lo intendesse in senso letterale.

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E' divertente...in effetti a differenza di altri libri fantapolitici

si immagina che gli USA siano governati parte dal Giappone e

parte dalla Germania ed ovviamente c'è una riproduzione su

diversa scala della guerra fredda.

 

Come spesso capita nella fantascienza di qualità, di fantascientifico

c'è quindi ben poco da non comprare se ci si aspettano astronavi

e cose simili...ma l'ironia di una serie di richiami storici.

 

In effetti si potrebbe definire anche una specie di utopia negativa

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  • 4 years later...

Letto e ri-letto, lo consiglio vivamente! Dick riesce a mescolare brillantemente le vite di persone lontane, facendo trasparire

gli orrori e il terrificante fascino di una dittatura futuribile, tutto decorato da un tocco di sovrannaturale.

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  • 1 year later...

Eppure, c'è qualcosa in Dick che non mi convince. Nemmeno ne La svastica sul sole, che pure non mi è dispiaciuta.

E' come se mancasse sempre qualcosa, come se nel momento in cui mette l'ultimo punto non avesse che abbozzato lo sfondo, il sottobosco: è come se mancasse (ai miei occhi) qualcosa di prepotente, di catalizzante.

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@Dick onestamente non è un grande scrittore, nel senso "tecnico" del termine: è un visionario e immenso sceneggiatore di storie...

dei 3 libri che sono considerati i suoi capolavori (Le tre stigmate di Palmer Eldritch, Ubik e appunto La svastica sul sole) direi che La svastica sul sole occupa un terzo posto: se vi è piaciuto consiglio di leggere gli altri due, meno noti ma molto belli

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@Dick onestamente non è un grande scrittore, nel senso "tecnico" del termine

Concordo. Per usare un paragone pittorico, crea dei meravigliosi cartoni preparatori ma poi si perde nello stendere l'affresco.

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Per concludere, nonostante questa premessa faccia pensare ad un sottotesto degno di Dostojewski, il romanzo è tutt'altro che prolisso e scorre dannatamente bene: così come noi possiamo divorarlo in pochi giorni, a quanto pare lo stesso Philip K. Dick redasse l'intero volume in soli tre mesi, come colto da un'allucinazione; non a caso lui stesso affermò, in un saggio, che mentre batteva il romanzo si ritrovò a vivere letteralmente quel mondo... e a fronte delle molte esperienze fuori dal comune che lo riguardano, non è difficile credere che lo intendesse in senso letterale.

quali "esperienze fuori dal comune"?

btw, bella recensione

Edited by p1olo
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