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Della difficoltà ad entrare in gruppi già formati


G77

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La mia storia è piuttosto lunga e non tanto allegra, ma riassumendola potrei dire che dopo tanti anni di tristezza & solitudine sto cercando di rifarmi una vita. Può sembrare una frase ad effetto, ma in fondo non lo è. Non che mi sia capitata chissà quale immane disgrazia, però nel complesso ho patito (e un po’ patisco ancora) una sorta di mancanza d’affetto e comprensione da parte dei miei cari, e negli anni la mia autostima è finita sotto le suole delle scarpe. Non si tratta di difficoltà direttamente legate alla mia omosessualità, anche se l’aver scoperto e capito di essere gay non ha certo contribuito a fortificarmi. È una situazione che si trascina da anni, forse da sempre, ma ora con l’aiuto di una persona fidata e qualificata sto cercando di venirne fuori.

 

Sono sempre rimasto molto isolato e non ho mai avuto veri amici, per quanto possa sembrare strano. I compagni di scuola sono più o meno sempre stati degli estranei e anche i miei (ex) colleghi di lavoro non li ho mai percepiti vicini. Ho avuto alcuni cari conoscenti, ma nessun amico vero, con cui condividere tutto.

 

Ma ora basta. Sento che forse sta arrivando il momento giusto per tentare di cambiare qualcosa. Per questo mi sono iscritto a questo forum e per questo mi piacerebbe iniziare a frequentare quei miei “fratelli” gay che per tanto tempo ho evitato con timore (e forse anche un po’ snobbato: “Perché io non sono come quelli là”).

 

Tutte queste belle parole però si scontrano con la mia atavica difficoltà ad inserirmi in un qualsiasi gruppo di persone fra le quali esistano già delle interazioni: siano esse i frequentatori del forum o siano un ipotetico gruppo di amici che potrei trovare frequentando qualche locale o qualche associazione. Leggendovi per alcuni mesi ho avuto la netta impressione che molti di voi, soprattutto quelli che scrivono più spesso, abbiano intessuto fra loro una rete di relazioni che va ben oltre questo sito,  e sono un po’ titubante ad entrare in un contesto del genere. Forse mi sento (o temo di sentirmi) un po’ intruso. Mi sento osservato: “E ora chi è questo qui?”. Tra l’altro vedo anche che l’età media dei frequentatori di questo forum viaggia sui 20-25 anni, circa 10 meno dei miei, e questo non fa che farmi pensare di “aver perso il treno” e farmi sentire un po’ in imbarazzo nel trovare persone più giovani, ma più avanti di me.

 

Tanti anni fa (così tanti che non mi sembra neppure di essere stato io a farlo), per qualche mese provai a frequentare un gruppo di credenti, anche se col senno di poi mi accorgo che ero già del tutto freddo nei confronti dell’educazione cattolica ricevuta da piccolo, e lo feci perché lo vedevo come l’unico modo per me accettabile di incontrare altri gay in carne ed ossa. Non funzionò, tanto per cambiare: mi ritrovai in un gruppo di persone che si conoscevano già da tempo, oltretutto accomunate da qualcosa che non sentivo mio, e mi allontanai. Con loro comunque andai un paio di volte al Cassero e in qualche altro posto, ma la cosa non ebbe seguito. Pensare di andare alla sede dell’Arcigay era troppo connotante, troppo stressante, troppo rischioso, troppo spaventevole. Troppo. Forse lo è ancora?

 

Questo forum spero che possa essere l’occasione per conoscere gente e riavvicinarmi a un mondo da cui da troppo tempo mi sono allontanato. So benissimo che questo non è un servizio di incontri, e non è infatti mia intenzione usarlo come tale, però spero che possa servirmi per riallacciare un po’ i rapporti con la (mia) realtà. Diciamo che qui è un po’ come infilare un dito nell’acqua per sentire se è fredda o se scotta, prima di entrarci per fare il bagno. Così come allora, tramite qualche conoscenza fatta su Internet, riuscii ad entrare in quel gruppo, oggi mi piacerebbe riuscire a (ri-) entrare in un qualche gruppo, magari anche al Cassero e magari con maggior successo.

 

Il Cassero in realtà è l’archetipo del locale gay, almeno nella mia testa. Parlo di quello per significare un qualunque locale “dei nostri”. Come scrivevo prima, quando tentai di frequentare quel gruppo di credenti, lo feci perché non vedevo altra possibilità per conoscere e frequentare persone della mia città, che non fossero chissà dove, raggiungibili solo via Internet. E anche oggi non è che la situazione sia cambiata molto. Quello che non riesco a focalizzare esattamente è il perché di tutto questo, e posso solo fare qualche ipotesi.

 

Uno: la mia povera mancanza di autostima cronicizzata, le mie insicurezze e le mie paure, mi frenano dal frequentare un luogo dove potenzialmente qualcuno potrebbe osservarmi con sguardo interessato, io che ormai mi sento come preso in giro se qualcuno (mia madre compresa) mi dice che con un certo vestito o un certo taglio di capelli sono carino. Due: entrare da solo in un locale palesemente gay, significherebbe, più o meno inconsciamente, prendere decisamente posizione nei confronti della mia sessualità (anche se paradossalmente, come dicevo, tanti anni fa in qualche locale ci sono entrato e non ricordo traumi particolari, anzi). Tre: un po’ di entrambe le ipotesi precedenti. Mi viene in mente questa frase: io, da solo, nella fossa dei leoni non ci entro (però in effetti, da solo, non vado neppure in un pub etero o in pizzeria seduto al tavolo).

 

Non riesco a trovare una spiegazione soddisfacente per questo mio bisogno di essere accompagnato quasi per mano (forse una sorta di “mal comune mezzo gaudio”?). Mi chiedo, e mi sto chiedendo ora mentre scrivo, se questa difficoltà non sia dovuta addirittura anche a una non completa accettazione della (mia) omosessualità: uno dei risultati di quella omofobia interiorizzata che tempo fa fece dire a qualcuno che il primo omofobo contro cui un gay deve combattere, è se stesso. Se non si fosse capito, mi sento molto combattuto, contemporaneamente su due fronti opposti.

 

Cosa ne pensate di tutto questo? Grazie, G.

 

 

 

(Per il moderatore: ho postato in questa sezione perché ho interpretato "Relazioni" in senso ampio, ma ho il dubbio che sia corretto)

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E' incredibile, G77, come mi ritrovi in quasi tutto quello che hai scritto, escluso il tentativo di frequentare un gruppo di credenti, essendo io razionalista, laico ed anticlericale..  :rotfl:

 

Mi sono iscritto al forum un pò di tempo fa ma dopo pochi post smisi di scrivere per le sensazioni che tu stesso provi, la difficoltà ad inserirsi in gruppi reali o virtuali già esistenti, l'età (a dicembre faccio 31 anni)..poi sono tornato, un pò per passare il tempo, un pò per vedere cosa si raccontano dei ragazzi gay in un sito moolto più "pulito" di altri, l'unico a dire il vero che io conosca di questo genere, nella speranza di far parte di una cerchia di persone a posto e fidate, anche nella vita reale...che dire, in bocca al lupo a noi, e benvenuto!  :rotfl:

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Purtroppo è, per certi versi, 'normale' che in gruppi già esistenti si venga a creare una sorta di cameratismo, il quale molto spesso, però, viene attuato non tanto per cattiveria o meschinità, quanto per inclinazione naturale. Non deve far stupire che in un gruppo di amici formato da molto tempo si sia instaurato uno stretto rapporto, vuoi per le numerose esperienze passate insieme vuoi per altro.

Anche io sono come voi: ogni volta che mi piacerebbe entrare in qualche cricca rimango atterrito, perché so che il contatto con persone sconosciute che non hanno alcuna voglia di 'farsi amici in più' mi spaventerebbe. Anche quando frequento amici di amici, sono una persona abbastanza taciturna, l'unica cosa che non smetto mai di fare è ridere.

Quindi, G77 [ed anche Useramon], non fartene più di tanto un cruccio, è una situazione universalmente riconosciuta. L'unico consiglio che posso provare a darti è quello di cercare di uscire dai tuoi limiti, di uscirtene con qualche battuta ogni tanto o con qualche domanda 'ad effetto', in modo da poterti far notare da tutta la gente che ti ciriconda. Con questo non significa che tu non debba essere te stesso o che debba interpretare chissà quale parte, ma soltanto fare piccoli passi per poter poi, in futuro, far parte di questo o quel gruppo.

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La sensazione di cui parli è propria di molti, te l'hanno già detto. Figurati che io esco tutti i giorni da quasi un anno con un nuovo gruppo e ci sono ancora dei momenti in cui mi sento spaesato (come quando dicono ''ma vi ricordate quella volta...?'' e io sono l'unico a non sapere di cosa si stia parlando). Ci vuole tempo, ma si fa.

Per quanto concerne il forum, posso dirti che è un ambiente fantastico e non devi assolutamente sentirti un intruso perchè ci sono utenti nuovi ogni giorno e di tutte le età. E sono sicuro che ti troverai benissimo.

Rguardo alle tue ipotesi, invece, a me non sembra che il problema sia una sorta di omofobia interiorizzata, anche se da un post non si può dire niente. Però ho più l'impressione che tu sia solo molto timido.

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La tua reazione è ovvia e ragionevole di fronte ad un passato di esperienze poco piacevoli: se si soffre, chiudendosi agli altri si pensa di poter evitare di provare ancora dolore, mentre invece questo non fa altro che peggiorare la situazione, infine quando si prende coscienza del cambimento ormai avvenuto in sè e si tenta di cambiare si incontrano non pochi ostacoli perchè l'accettazione della tua solitudine non ti permette di avere un comportamento sciolto e aperto verso gli altri.

Ovunque andrai però, troverai gruppi già formati e consolidati nei quali entrare non è facile essendosi la situazione interna già stabilizzata. Ritengo che in questo forum  troverai un'atmosfera alquanto aperta, verso nuove idee e nuovi elementi tuttavia la parte maggiore da svolgere sarà la tua: dovrai gradualmente rilassarti e aprirti ai rapporti con gli altri che, per mia esperienza, è la fase precendente al tuo amalgamamento (non c'entra molto come parola, ma rende l'effetto) nella struttura sociale. Poi ti assicuro che se tu piaci agli altri e viceversa, il rapporto è più semplice perchè procede in entrambe le direzioni. Spero che questo consiglio ti sia di qualche utilità  :rotfl:

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purtroppo il sentirsi spaesato, non nasce solo quando si entra a far parte di gruppi pre-esistenti... io faccio parte di un gruppo di amici... e quando sto con loro mi sento esattamente allo stesso modo.. eppure siamo nati e cresciuti (come gruppo si intende) insieme... sin dal primo momento siamo sempre stati insieme eppure, sento di non riuscire ad integrarmi al 100%... per carità a me piace stare con loro.. ci divertiamo ma noto un certo distacco.. per tornare a te... questo tuo disagio è del tutto normale.. quando si entra a far parte di un nuovo gruppo ci si sente terrorizzati e prevenuti.. si pensa "vabbè tanto chi mi deve calcolare" e alla fine si viene a creare quella situazione che invece si vorrebbe evitare... succede inconsciamente credo... se invece si provasse a interaggire senza essere preoccupati, il gruppo lo apprezzerebbe di più... qua, cmq (e te lo dico per esperienza), non c'è rischio di essere "messi da parte"... anche se si tratta di un gruppo "virtuale", ci si comporta come i tre moschettieri: uno per tutti e tutti per uno...  eheheheheh... un abbraccio grandeeeeeeeee!!! ciaoooooooooooo... :rotfl:

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La tua reazione è ovvia e ragionevole di fronte ad un passato di esperienze poco piacevoli: se si soffre, chiudendosi agli altri si pensa di poter evitare di provare ancora dolore, mentre invece questo non fa altro che peggiorare la situazione, infine quando si prende coscienza del cambimento ormai avvenuto in sè e si tenta di cambiare si incontrano non pochi ostacoli perchè l'accettazione della tua solitudine non ti permette di avere un comportamento sciolto e aperto verso gli altri.

 

Credo che questo sia un ottimo riassunto della situazione. In effetti io non mi sono mai sentito molto disinvolto e disinibilito, temo molto il giudizio degli altri e proietto spessissimo i miei pensieri negativi su chi mi sta di fronte. Tra l'altro, anche i miei problemi di autostima sono nati da una situazione simile: semplificando, a forza di sentirsi trascurati si innesca un meccanismo del tipo: "Ma allora davvero io non sono degno di essere preso in considerazione". Ne so qualcosa. :rotfl:

 

Mi sono iscritto al forum un pò di tempo fa ma dopo pochi post smisi di scrivere per le sensazioni che tu stesso provi, la difficoltà ad inserirsi in gruppi reali o virtuali già esistenti, l'età (a dicembre faccio 31 anni)..poi sono tornato, un pò per passare il tempo, un pò per vedere cosa si raccontano dei ragazzi gay in un sito moolto più "pulito" di altri, l'unico a dire il vero che io conosca di questo genere, nella speranza di far parte di una cerchia di persone a posto e fidate, anche nella vita reale...che dire, in bocca al lupo a noi, e benvenuto!  :rotfl:

 

In effetti questo forum è un'isola felice! :rotfl:

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io credo che parlare con qualcuno dei propri problemi, anche sul forum sia una valida valvola di sfogo che porta alla comprensione di sé stessi. Solo sfogandosi e sentendosi parte della normalità si riesce a combattere le fobie...perchè credo che ormai la tua, quella di entrare in un qualsivoglia gruppo sia proprio tale.

Anche io prima di prendere coscienza di me avevo quasi il terrore di guardare in faccia le persone. Avevo un gruppo di amici, e ce l'avevo sol perchè sono cresciuto insieme a loro e vivevano vicino (chi più chi meno) alla mia casa. Ogni volta che qualcuno si univa a noi lo sentivo come un individuo venuto lì a minare ma mia tranquillità e il mio modo d'essere sopontaneo, con conseguente disarmo.

Una volta entrato all'università, anche se non avevo ancora preso coscienza di me sono riuscito a frequentare persone mai viste prima solo per necessità (se non volevo star solo e parlare quantomeno col mio compagno di stanza alla casa dello studente dovevo tirare fuori un po' di attributi) e devo dire che infilarmi in una situazione come questa è stato uno sprono, anche se non enorme e mi sono rimasti tanti ricordi e amicizie (loro ricordano ancora quanto all'inizo parlassi molto poco).

Questo sprono mi ha portato ad essere sempre più forte nonostante caratterialmente non credo riuscitrò mai a prendere confidenza da subito con le persone. Entrare in un gruppo già formato è sempre difficile perchè non sai mai di che argomenti parlare e ciò di cui parlano gli altri spesso risulta sconosciuto, ma crearsi amicizie senza per forza entrare in grupponi consolidati già da subito è un grande inizio.

Credo che passo per passo le fobie vadano affrontate, è l'unico modo per uscirne, almeno in parte, perchè so che per certe cose non c'è sempre rimedio. Il carattere è il carattere.

 

Ciò che ho percepito dalle tue parole è veramente profondo e ti ho immaginato come una persona veramente in gamba, per cui ti faccio un grande in bocca al lupo, vedrai che ce la farai!  :rotfl:

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Ah, poveri noi over-trenta; come siamo messi male :rotfl:

 

Nei confronti del Forum io ho un approccio direi opposto.

A me interessano gli argomenti e non le persone;

quindi il fatto che esista un "gruppo" non mi condiziona.

(Ragazzi peraltro ottimi per pranzarci assieme,

ma troppo simpatici per un vero aspro dibattito)

 

Mi piace quando devo rispondere o argomentare

- anche per rispetto di chi non è un mio amico -

fingere di non conoscere nessuno personalmente.

Anche se con alcuni risulta piuttosto difficile...

 

(Due anni fa sono andato al mio primo raduno,

avevo 28 anni ed ero l'unico maggiorenne.

Mi sentivo come minimo "fuori luogo" :rotfl: )

 

Se da un lato mi rendo conto che i rapporti personali

sono la molla che spinge la maggior parte dei ragazzi gay

- magari spaventati dai locali, dalle chat e dalle associazioni -

a iscriversi e a contribuire in un forum come questo;

dall'altro lato ci rimango sempre un po' male

quando mi rendo conto che è l'unico fine

e - una volta fidanzati o trovata una compagnia -

smettono di offrire il loro contributo.

 

Un problema questo che ho spesso riscontrato

anche nell'associazionismo omosessuale:

troppo spesso una "anticamera" per una vita gaya

o un "parcheggio" in attesa di un compagno.

 

Devo anche ammettere che certi problemi

non si risolvono certo con "sagge parole"

e una notte in discoteca dà più coraggio

di cinquanta post di consigli amichevoli.

(Si impara di più - poi - consigliando gli altri

che non leggendo i consigli che ci danno :rotfl: )

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io credo che parlare con qualcuno dei propri problemi, anche sul forum sia una valida valvola di sfogo che porta alla comprensione di sé stessi. Solo sfogandosi e sentendosi parte della normalità si riesce a combattere le fobie...perchè credo che ormai la tua, quella di entrare in un qualsivoglia gruppo sia proprio tale.

 

Mah, forse non la definirei proprio una fobia, o magari sì, ma con dei distinguo: entrare in un gruppo tipo quello di questo forum mi può provocare timore, ma forse parlare di fobia è eccessivo; invece l'idea per esempio di entrare in un locale gay da solo (tralasciando il fatto che non amo molto un certo genere di locali, neppure quando sono etero), quella sì la potrei chiamare fobia. Per questo nel mio messaggio originale mi chiedevo se ciò non sia dovuto anche a una certa dose di omofobia interiorizzata...

 

Se da un lato mi rendo conto che i rapporti personali

sono la molla che spinge la maggior parte dei ragazzi gay

- magari spaventati dai locali, dalle chat e dalle associazioni -

a iscriversi e a contribuire in un forum come questo;

dall'altro lato ci rimango sempre un po' male

quando mi rendo conto che è l'unico fine

e - una volta fidanzati o trovata una compagnia -

smettono di offrire il loro contributo.

 

Io francamente spero di no, cioè spero di rimanere qui anche dopo aver eventualmente trovato una compagnia. L'esperienza che ho in altri ambiti online simili mi dice che potrei rimanere qui a lungo. :rotfl:

 

Devo anche ammettere che certi problemi

non si risolvono certo con "sagge parole"

e una notte in discoteca dà più coraggio

di cinquanta post di consigli amichevoli.

(Si impara di più - poi - consigliando gli altri

che non leggendo i consigli che ci danno :rotfl: )

 

Ma come dicevo sopra, la notte in discoteca non è un mio obiettivo, anche se forse può essere utile. Quello che mi preoccupa, se provo a farci mente locale, è l'idea della solitudine (quello che rimane seduto in un angolino a guardare gli altri) e anche l'idea di essere additato, vuoi perché appunto me ne starei in disparte, vuoi perché qualcuno potrebbe trovarmi interessante (e qui entra in gioco non tanto la presunzione di essere interessante, quanto l'autostima sotto i piedi che mi fa sentire l'opposto)... Sono complicato, lo so. :rotfl:

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Se da un lato mi rendo conto che i rapporti personali

sono la molla che spinge la maggior parte dei ragazzi gay

- magari spaventati dai locali, dalle chat e dalle associazioni -

a iscriversi e a contribuire in un forum come questo;

dall'altro lato ci rimango sempre un po' male

quando mi rendo conto che è l'unico fine

e - una volta fidanzati o trovata una compagnia -

smettono di offrire il loro contributo.

 

Io sono fidanzato, e il mio ragazzo scrive anche lui qui sul forum, anche se non ci siamo conosciuti tramite questo.

Siamo insieme da più di un anno e sono ancora sul forum più interessato di prima a confrontarmi con gli altri.   :hm:

Sono contento di far parte di quseta minoranza di cuifirerisci. :cry:

 

@G77: nonostante i miei progressi sostanziali in campo sociale penso che mai entrerei da solo in una discoteca o locale gay... e questo penso faccia parte del mio carattere, qualcosa che mai cambierà in me.

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Ciao G77, hai descritto una sensazione in cui molti, chi più chi meno, si immedesimano.

Anch’io come molti altri mi sono sentito estraneo a scuola, con i religiosi, in comitiva, nei locali gay invece mi sento a casa ma avverto una barriera di incomunicabilità tra me e gli altri, anche qui sul forum dal lato personale avverto una sensazione di riservatezza mentre, come afferma Almadel, lo trovo bello perché si può discutere su molti argomenti con persone di età e posizioni differenti da cui nascono confronti, senza entrare nel rapporto personale, ed infatti mi sono iscritto per questo :cry: anche se mi piacerebbe andare ad un raduno.

Nel tuo caso credo che un po’ di omofobia interiorizzata ci sia, ma non è questo il punto, essendo abituato a nasconderti per non essere attaccato hai innescato un meccanismo di difesa, una sorta di “antivirus” sempre attivo nei confronti degli altri che ti estranea quasi da tutto, rendendoti però solo.

Dovresti non scordarti che stai vivendo, stare più rilassato, non attribuirti colpe che non hai.

In comitiva gli altri sono sempre un po’ curiosi sul nuovo e tendono a rompergli le scatole facendogli 100 domande ecc… insomma non rimani indifferente, ma se attivi “l’antivirus“ credo che diventerai noioso, e le persone noiose e pensierose non funzionano in comitiva.

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E' un problema comunissimo, bisogna che porti pazienza e che con le persone tu vada per gradi, vedrai che piano piano t'integrerai e per di più da amici vengono nuovi amici che ti presenteranno di volta in volta :cry:

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Bè, grazie a tutti per le risposte che mi avete dato fin qui. In effetti è vero: già scrivere di una cosa è un po' capirla e superarla. Un po' come quando qualcuno ci spiega qualcosa che non capiamo bene: gliela ripetiamo per cercare di mettere insieme i pezzi (che non ci tornano affatto) e proprio in quel momento... Ahnn: capito! :hm: Non so se vi è mai capitato, è un po' la stessa sensazione che si prova quando ritorna in mente una cosa che si aveva "sulla punta della lingua".

 

Credo di essere un po' alla ricerca di me stesso, o di dare un senso a quel che provo e che faccio. Tutto questo tra l'altro mi fa scaturire altri quesiti, per esempio sul significato della famosa accettazione della propria (omo)sessualità. A parole è facile dire cos'è, ma pensandoci bene credo sia una cosa piuttosto complicata. Magari poi apro un altro topic sulla questione (sempre che non ne trovi uno già pronto). :cry:

 

@G77: nonostante i miei progressi sostanziali in campo sociale penso che mai entrerei da solo in una discoteca o locale gay... e questo penso faccia parte del mio carattere, qualcosa che mai cambierà in me.

 

Sono contento che qualcuno condivida il mio pensiero. Io poi sono ancora più integralista e difficilmente entrerei in un qualunque locale da solo (che non sia una Mac Donald's o poco più). Mi capitò una volta di parlarne con un amico: si parlava di vacanze in solitudine ed eravamo arrivati a convenire dello squallore di andare a cena da soli al ristorante, magari in una città straniera: ironizzavamo sul fatto che fantozzianamente sarebbe facile ritrovarsi ad un tavolino minuscolo, relegati in un angolo tra una pianta a foglia larga e la porta dei cessi... (o tra la cassa e il forno a legna di una pizzeria). :hm:

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Tutto questo tra l'altro mi fa scaturire altri quesiti, per esempio sul significato della famosa accettazione della propria (omo)sessualità. A parole è facile dire cos'è, ma pensandoci bene credo sia una cosa piuttosto complicata. Magari poi apro un altro topic sulla questione (sempre che non ne trovi uno già pronto). :hm:

 

 

Sono contento che qualcuno condivida il mio pensiero. Io poi sono ancora più integralista e difficilmente entrerei in un qualunque locale da solo (che non sia una Mac Donald's o poco più). Mi capitò una volta di parlarne con un amico: si parlava di vacanze in solitudine ed eravamo arrivati a convenire dello squallore di andare a cena da soli al ristorante, magari in una città straniera: ironizzavamo sul fatto che fantozzianamente sarebbe facile ritrovarsi ad un tavolino minuscolo, relegati in un angolo tra una pianta a foglia larga e la porta dei cessi... (o tra la cassa e il forno a legna di una pizzeria). :hm:

 

:rotfl: è stato difficile per me, che i miei migliori amici con cui sono cresciuto, casualmente sono gay anche loro... e quando ci siamo conosciuti da piccoli non lo sapevamo di certo! (i casi della vita...)  :rotfl:  Figuriamoci per chi si deve mascherare anche con gli amici.  :cry:

 

Io condivido il tuo punto d'idea sui locali, mai andrei a mangiare da solo, men che mai in un mc donald's (ma qui ci sono anche altre ragioni di fondo  :hm:).

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